La Coca Cola contaminata

contaminata

I gruppi WhatsApp andrebbero chiusi con decreto ministeriale, chi è nei gruppi che condividono messaggi senza fare prima alcuna verifica dovrebbe entrare in un centro di disintossicazione da condivisione. Anzi, ho un’idea per i medici antivaccinisti che frequentano BUTAC: visto che ormai siete alle strette e che dovrete rivedere le vostre priorità perché non cavalcate la cosa e aprite voi un bel centro dove con omeopatia e fede curate la gente dalla dipendenza da social? Fareste un fantastico servizio alla comunità.

Ma bando alle ciance, cosa sta girando questa volta su WhatsApp? Un bel messaggino allarmistico, che colpisce una delle multinazionali preferite dai complottari d’ogni razza e religione: la Coca Cola!

C’è una notizia della polizia. È un messaggio urgente per tutti. Per i prossimi giorni non bevi nessun prodotto della Coca Cola, come la coda nera, il fioravanti di succhi, lo sprite ecc. Un lavoratore aziendale ha aggiunto il suo sangue contaminato da AIDS. Vedi MDTV. Si prega di inviare questo messaggio a tutti gli utenti della tua lista. REPETIR: Messaggio importante dalla polizia metropolitana a tutti i cittadini. Per le prossime settimane, non bevi alcun prodotto Coca Cola in quanto un lavoratore della società ha aggiunto il suo sangue contaminato da HIV (AIDS). È stato mostrato ieri in Sky News. Invia questo messaggio alle persone che ti interessano.

Io non vorrei essere pedante, ma questo messaggio è scritto in un italiano stentato, l’idea è che sia stato tradotto con qualche sistema automatico e corretto alla carlona. Ma un messaggio che parla di coda nera e fioravanti di succhi dovrebbe farci alzare le antenne, di che sta parlando il mittente? Sarà il correttore automatico che ha scritto quelle cose? No, nessuno sembra porsi un dubbio. A me la cosa che fa più sorridere del messaggio è il cinismo, nella prima parte si chiede di condividere a tutti i propri contatti, ma in chiusura si corregge il tiro, mandatelo solo a quelli che v’interessano (gli altri che si fottano).

Vorrei tranquillizzarvi, anche fosse tutto vero (e non lo è) l’AIDS non può stare nelle lattine perché non è un virus ma una sindrome provocata dal virus HIV, e l’HIV non vive molto al di fuori del corpo umano, fosse stato immerso nelle lattine di qualsivoglia bevanda verrebbe comunque eliminato prima di rischiare il contagio. Cercando il messaggio in rete per capirne la provenienza (specie vedendo quei coda nera e fioravanti di succhi) ho scelto di tentare la strada del traduttore automatico, per vedere come quel post potesse risultare in inglese. Non mi è uscito qualcosa di decente, ma un’ulteriore ricerca mi ha portato a quest’articolo del 2015 che narra di una bufala molto simile, stavolta legata alla Pepsi. Il messaggio che viene diffuso è in più versioni:

There’s news from the police. Its an urgent message for all. For next few days don’t drink any product from pepsi company’s like pepsi, tropicana juice, slice, 7up etc. A worker from the company has added his blood contaminated with AIDS.. Watch MDTV. please forward this to everyone on your list.

IMPORTANT MESSAGE FROM DELHI POLICE…. 4 next NEXT FEW DAY DNT DRINK ANY PRODUCT FROM PEPSI, TROPICANA JUICE SLICE, 7UP, COCA COLA, ETC , AS A WORKER FROM D COMPANY HAS ADDED HIS BLOOD CONTAMINATED WIT AIDS. Watch ND TV. Plez Forward dis mesge to every 1 u care 4 plz

L’avvertimento di condividere con tutti/con i propri cari è la chiusura dei due paragrafi della versione italiana. Qualche genio del male ha deciso di tradurre, male, l’allarme e diffonderlo con due messaggi uniti fra loro, modificando il brand da attaccare, probabilmente la lingua di partenza non è l’inglese (visto che anche in inglese era scritta malamente), che si tratti dell’indi, visto che negli allarmi si parla della polizia di Delhi?

E difatti, una veloce ricerca partendo dall’indi invece che dall’inglese mi fa arrivare a post come questo, del 2014, tutt’ora online, con 13mila condivisioni:

I fatti erano falsi all’epoca come lo sono oggi, sarebbe davvero curioso riuscire a risalire ai profili che la stanno diffondendo in Italia oggi. Purtroppo tra chi diffonde queste catene vige sempre l’omertà, non c’è mai un primo che l’ha diffusa, gira in rete e tutti la condividono. Ma sbagliano.

Sempre usando la spauracchio dell’HIV (o dell’AIDS, segno che non si sa nemmeno di cosa si parla) l’allarmismo è circolato negli anni in varie versioni, alcune trattate qui su BUTAC, come le arance, le banane e la carne bovina.

maicolengel at butac punto it
Se ti è piaciuto l’articolo, sostienici su Patreon o su PayPal! Può bastare anche il costo di un caffè!