La divina omeopatia, la magia e il complottismo

La morte è l’unica cosa della quale possiamo essere sicuri: per quanto ci si possano aver provato, neanche gli Hunza sono riusciti a raggiungere l’immortalità e nemmeno mangiare solo mele potrà farci vivere fino a 900 anni come Adamo ed Eva. Durante la nostra vita ci ammaleremo e guariremo più volte, ma alla fine anche se saremo stati diligenti e attenti la candela si consumerà per intero: è quello che nel Re Leone viene chiamato il ciclo della vita. La prevenzione è importante per quanto riguarda molte patologie, ma quando ci si ritrova ad affrontare una malattia bisognerebbe cercare di curarsi nel modo più efficace e sicuro possibile.

Per quanto sembri una banalità abbiamo, purtroppo, appena vissuto in Italia un dramma evitabile, a dir poco incredibile, di cui oramai tutti avrete sentito parlare: Francesco, un bimbo di 7 anni di Cagli, è morto per un’encefalite causata dalle complicazioni di un’otite bilaterale non curata. Da anni tutti i disturbi del bambino – e presumibilmente anche dei due fratelli – venivano trattati solo con rimedi omeopatici prescritti da un guru dell’omeopatia, Massimiliano Mecozzi. Dopo circa 15 giorni di sofferenze, durante i quali senza dubbio al bambino non venivano somministrati né antidolorifici né antipiretici, l’infezione causata dall’otite ha compromesso il funzionamento del cervello causandone la morte. I bambini sono tra i soggetti più deboli e molte delle malattie per le quali ci sono vaccini mietevano in passato soprattutto giovani vite. L’otite non è una malattia per il quale esiste vaccino, circa il 75% dei casi si manifesta nei bambini sotto ai dieci anni ed è tra le malattie più diffuse tra i  più giovani. Non è una malattia nuova e non è una malattia per la quale servano trattamenti particolarmente complessi, ma se non è trattata può portare a tante complicazioni.

Il bambino non era seguito da un medico?

La risposta è sì, ma lui non veniva curato. Al bambino, che secondo le dichiarazioni della madre aveva già avuto altri casi di otite in passato, non-curati dal medico omeopata, venivano somministrati dei rimedi omeopatici. Vediamo come si tratta con l’omeopatia l’otite nei bambini. Cerchiamo con Google “rimedi omeopatici per otite”:

Ecco un link adatto: “Bimbi e otite, prova l’omeopatia”. Ma se ci clicchiamo, ahimè, la pagina non c’è più 🙁

Per fortuna che c’è una copia cache dell’articolo, così possiamo scoprire come (non) far passare l’otite ai bambini:

Allora abbiamo:

  • Aconitum napellus, pianta erbosa perenne di montagna
  • Capsicum annuum, comune peperoncino
  • Chamomilla, la classica camonilla
  • Belladonna, pianta erbacea perenne
  • Arsenicum album, il tossico ossido arsenioso
  • Kalium muriaticum, cloruro di potassio

Quello che vi stupirà è come in realtà in nessuno dei rimedi suggeriti troverete quelle sostanze – alcune di queste pericolose – in quanto nei rimedi omeopatici non ci sono più tracce presenti. Nella pratica della dinamizzazione le proprietà curative (?) di queste sostanze dovrebbero essere trasferite all’acqua, allo zucchero, all’alcol o a qualsiasi altro solvente si sia deciso di usare.

Cosa c’è quindi nei rimedi omeopatici?

Immagino che a chiunque sia capitato di leggere gli ingredienti di almeno un medicinale. Troviamo i principi attivi – le sostanze dalle proprietà terapeutiche – e gli eccipienti – sostanze che hanno diversi ruoli tra i quali legare o conservare il medicinale o semplicemente colorarlo o modificarne il gusto. La preparazione e di conseguenza il contenuto di un rimedio omeopatico è molto diverso. Attingiamo da un sito specializzato per spiegarlo nella maniera più precisa. Innanzitutto secondo la Legge dei simili si scelgono sostanze che provocano artificialmente un disturbo simile a quello che si deve trattare. Scelta la sostanza:

Se la sostanza attiva è solubile in acqua e in alcool (è il caso ad es. delle sostanze vegetali) si ricorre alla Tintura Madre, se la sostanza attiva è solida non solubile (come spesso succede alle sostanze minerali e animali) si ricorre alla Triturazione.

La diluizione è una delle due fasi importanti del processo di preparazione dei rimedi omeopatici. Consiste nel ridurre in dosi infinitesimali il ceppo omeopatico, da cui trae origine il rimedio stesso, rendendo così possibile l’azione terapeutica secondo la Legge di similitudine. Il solvente che si utilizza per le diluizioni è una soluzione idroalcolica (etanolo + acqua distillata) con un’opportuna titolazione o anche la sola acqua distillata. Ad esempio per quanto riguarda le diluizioni hahnemanniane, il ceppo omeopatico viene diluito nel rapporto 1:10 per le diluizioni dette decimali (contrassegnate dalla sigla D) o nella misura di 1:100 per le diluizioni dette centesimali (contrassegnate dalla sigla CH) o nella misura di 1:50.000 per le diluizioni dette cinquantamillesimali (contrassegnate dalla sigla LM).

Fermiamoci qui un attimo. Avrete notato che alcuni dei rimedi suggeriti per le otiti nei bambini erano indicati con un valore CH, come per esempio il cloruro di potassio a 9CH. Essendo un minerale il cloruro di potassio viene prima triturato col lattosio e successivamente diluito col metodo centesimale. 9CH significa che dal tritato ottenuto prendiamo una parte e la versiamo in una soluzione idroalcolica di 99 parti. Di questa soluzione ottenuta ne riprendiamo una parte e la versiamo in altre 99 della stessa soluzione idroalcolica precedente. Ripetiamo questa pratica una terza, quarta, quinta, sesta, settima, ottava e nona volta e abbiamo raggiunto i 9CH. Quanto cloruro di potassio sarà rimasto all’interno della nostra soluzione? Circa nulla è la risposta corretta, ma attenzione che arriva il colpo segreto:

La dinamizzazione è l’altra fase importante del processo di preparazione dei rimedi omeopatici. Consiste in un’azione di forte agitazione e di percussione del flacone in cui è contenuto la diluizione omeopatica (succussioni in senso verticale). Le succussioni canoniche che vengono impresse sono pari a 100, prendendo spunto da quelle effettuate dallo stesso Hahnemann, che come si racconta, soleva sbattere 100 volte il suo contenitore sulla Sacra Bibbia. Ad ogni passaggio di diluizione deve seguire una dinamizzazione. La dinamizzazione conferisce al rimedio il potere omeopatico, il “quid energetico” in concordanza con la Legge di similitudine, che costituisce la base di azione del rimedio. Questo è il motivo per cui molti Autori, riferendosi ad un rimedio, preferiscono parlare di dinamizzazione piuttosto che di diluizione.

Tra ogni fase di diluzione c’è una fase di dinamizzazione, che significa agitare verticalmente fortissimo il nostro contenitore di soluzione omeopatica. Il fondatore della omeopatia Samuel Hahnemann soleva farlo sulla Bibbia per una maggiore efficacia (?). Il nostro rimedio a base di cloruro di potassio di prima quindi è stato agitato per 100 volte verticalmente, attività chiamata succussione, per 9 volte.

Quindi dopo aver ottenuto una soluzione di un miliardo di miliardi di volte la quantità originale di minerale, ed essere stato sbattuto 900 volte, avremmo ottenuto un potentissimo rimedio in quanto le proprietà del cloruro di potassio sono state propagate a tutte le molecole dell’acqua e alcol nella nostra boccetta. Ma non finisce qui: più alto è il valore di CH ottenuto, quindi maggiore sono le volte che lo abbiamo diluito e sbatacchiato, più il rimedio agirà lentamente ma più profondamente. Un rimedio fino ai 7CH è un rimedio rapido che agisce per qualche ora e deve essere somministrato a intervalli molto brevi. Un rimedio 200CH avrà effetti per un mese intero e sarà efficace per le malattie croniche e influenzerà anche la vostra mente. Si può arrivare anche ai 1000CH per un rimedio che impiegherà tantissimo a manifestare i suoi effetti e agirà direttamente sul vostro stato mentale e psichico.

Provate ad immaginare dopo mille diluizioni quanto principio attivo ci sarà lì dentro: niente. Pensate a quanto potere curativo avrete trasferito a 1000CH dopo centomila succussioni: nessuno, perché non esiste alcun principio fisico, chimico, biologico o logico attraverso quale il “potere curativo” possa passare agitando dell’acqua. O meglio c’è, ed è la magia.

L’omeopatia è una pratica magica 

Il modo più realistico di definire la pratica omeopatica è questa: l’utilizzo di rimedi preparati secondo dei rituali simil-sciamanici che si basano su proprietà inesistenti trasferite al solvente attraverso delle forze magiche mai dimostrate. Per Hahnemann il motivo per il quale ci si ammala è semplice:

It is only by the spiritual influences of morbific noxaj that our spirit-like vital force can become ill; and in like manner, only by the spirit-like (dynamic) operation of medicines that it can be restored to health.

O meglio ancora:

It can easily convince every reflecting person that the diseases of man are not caused by any substance, any acridity, that is to say, any disease-matter, but that they are solely spirit-like (dynamic) derangements of the spirit-like power (the vital force) that animates the human body. Homeopathy knows that a cure can only take place by the reaction of the vital force against the rightly chosen remedy that has been ingested, and that the cure will be certain and rapid in proportion to the strenght with which the vital force prevails in the patient.

Le malattie non sono causate da alcuna sostanza o materia di malattia (batteri, virus ecc) ma dallo sconvolgimento della forza spirituale, o forza vitale, che muove il corpo umano. Queste sono parole del fondatore della pratica omeopatica, non sono parole di persone qualsiasi. L’omeopatia non ha alcun fondamento scientifico ma solo ed esclusivamente spirituale. Assumere un rimedio omeopatico ha lo stesso valore della meditazione o della preghiera, del bruciare dell’incenso o scendere dal letto al mattino col piede sinistro piuttosto che col destro. L’unico effetto dell’omeopatia è quello di influenzare il vostro pensiero, facendovi credere di assumere un medicinale con uno scopo specifico. Probabilmente all’omeopatia andrebbe dato il merito di essere la prima pratica New Age europea che da duecento anni a questa parte ha convertito milioni di persone. Il modo di preparare il rimedio, la necessità di assumerlo a ritmi ben precisi e continuamente non sono altro che forme di uno spiritismo ritualistico moderno che da anni convince la gente che questi rituali possano curare dalle malattie. Dopo due secoli quali sono le malattie sconfitte dalla omeopatia?

Se Francesco fosse stato visitato da un medico che praticasse vera medicina, magari da un pediatra dato che aveva solo sette anni, di fronte a un’otite che non guariva, stabilito se fosse di natura batterica o virale, si sarebbe potuta prescrivere una cura adeguata. Magari dopo tutti quei giorni avrebbe subito dei danni ai timpani e perso parte dell’udito, ma sarebbe ancora vivo e si sarebbe risparmiato a una creatura così piccola un dolore inimmaginabile. Mi chiedo come possa un medico laureato in medicina accettare le affermazioni di chi ha inventato e regolamentato l’omeopatia. In realtà non può, non c’è modo, ma a quanto pare anche l’omeopatia ha il suo posto in medicina.

La comodità dell’omeopatia

Immaginate di avere uno studio medico dove ogni giorno entrano decine di pazienti. Ce ne saranno alcuni gravi, altri meno, altri che invece potrebbero stare a casa. In realtà non hanno nulla o forse solo un piccolo disturbo che in pochi giorni passerà comunque. Prescrivere un medicinale è sempre un rischio. Le medicine non sono caramelle: ciascuna può avere degli effetti collaterali che seppur piccoli vanno presi in considerazione. Se poi il paziente prende già altri medicinali il medico, chiaramente e coscienziosamente, dovrà stare attento anche alle interazioni di questi. Le medicine non sono caramelle, ma i rimedi omeopatici sì. Per questi pazienti che non hanno nulla, o hanno un piccolo disturbo, o semplicemente hanno bisogno di prendere qualcosa per sentirsi meglio, l’omeopatia è un’ancora di salvezza eccezionale.

Zero effetti collaterali. Zero sovradosaggio. Zero interazione con altri medicinali. Zero intossicazione. Cosa potrà mai andare male? Qui c’è una grossa linea rossa che un medico può oltrepassare oppure no: se il paziente peggiora potrà sempre prescrivergli un medicinale vero e iniziare una cura basata su farmaci che sono stati studiati, testati su animali, testati su altri esseri umani e che avranno dei risultati prevedibili; oppure continuare a somministrare solo ed esclusivamente rimedi omeopatici, sperando che vada tutto bene. Questa è stata la scelta del dottor Mecozzi:

«Pronto, mi sente? Allora voi dovete fare una semplice terapia domiciliare al bimbo, d’accordo?». Al telefono c’è l’omeopata Massimiliano Mecozzi e sta parlando con Mirko Volpi, medico del pronto soccorso dell’ospedale di Cagli. «Non se ne parla nemmeno — è la risposta secca del dottor Volpi — Il bambino è da codice rosso, c’è una grave situazione neurologica in corso, ora lo portiamo in ospedale…».

«Faccia come crede», dice l’omeopata al medico Volpi dopo che questi gli ha detto senza indugio alcuno che il bambino va portato di corsa in ospedale. Il cellulare, allora, ripassa nelle mani della madre di Francesco ed è a lei che Mecozzi si raccomanda di non far somministrare al piccolo malato né antibiotici né tachipirina. La mamma lo dice al medico Volpi, «non gli dia la tachipirina», lui allora per evitare litigi in ambulanza attenua la dose del farmaco ma lo somministra comunque al ragazzino: «Signora — le risponde — la tachipirina la diamo anche ai neonati». Ormai però è troppo tardi, Francesco finirà in coma e morirà tre giorni dopo, il 27 maggio, all’ospedale di Ancona. «Encefalite», ha chiarito ieri l’autopsia. Un pus virulento ha attacco il suo cervello facendone cessare le funzioni. Tra qualche giorno arriveranno i risultati degli esami istologici. Di certo, il bimbo era sano, il suo unico problema era l’otite e per 15 giorni è stato curato solo con farmaci omeopatici.

Sappiate che Mecozzi, secondo quanto professato da Hahnemann, non ha commesso alcuno sbaglio: l’omeopatia e la medicina definita allopatica non possono essere praticati insieme. È o uno o l’altro per chi decide di seguire la divina omeopatia. Riprendendo le parole del sommo:

Thus homoeopathy is a perfectly simple system of medicine, remaining always fixed in its principles as in its practice, which, like the doctrine whereon it is based, if rightly apprehended will be found to be so exclusive (and only in that way serviceable), that as the doctrine must be accepted in its purity, so it must be purely practised, and all backward straying to the pernicious routine of the old school (whose opposite it is, as day to night) is totally inadmissible, otherwise it ceases to deserve the honourable name of homoeopathy. That some misguided physicians who would wish to be considered homoeopathists, engraft some, to them more familiar, allopathic malpractices upon their nominally homoeopathic treatment, is owing to ignorance of the doctrine, laziness, contempt for suffering humanity and ridiculous conceit; and, besides showing unpardonable negligence in searching for the best homoeopathic specific for each case of disease, has often a base love of gain and other sordid motives for its spring— and for its result? that they cannot cure all important and serious diseases (which pure and careful homoeopathy can), and that they send many of their patients to that place whence no one returns, whilst the friends console themselves with the reflection that everything (including every hurtful allopathic process!) has been done for the departed.

L’omeopatia è un sistema semplice di cura, che deve rimanere sempre fisso nei suoi principi e pratiche, e che è utile solo se la dottrina viene accettata nella sua purezza e deve essere così praticata; è inammissibile l’utilizzo delle malefiche pratiche della vecchia scuola. Per Hahnemann i medici che utilizzano alcune delle pratiche classiche dimostrano ignoranza, pigrizia, ridicola presunzione e provano piacere nel vedere soffrire l’umanità.

Piccola parentesi: l’avvocato del diavolo.

Ora, l’inventore dell’omeopatia non era uno stronzo e sicuramente era mosso da buone intenzioni, ma soprattutto odiava la pratiche mediche dei suoi tempi. Come sempre ogni avvenimento o pensiero tolto dal suo contesto perde peso e significato, per l’omeopatia è lo stesso. L’opera principale di Hahnemann, dalla quale ho preso i testi in inglese riportati sopra, è stata pubblicata nella prima versione nel 1810, quando la separazione tra scienza e religione era ancora molto debole e soprattutto la medicina non era quella di oggi. L’utilizzo per esempio di sanguisughe e salassi, purghe, diuretici, elettroterapia, e la scarsa delicatezza dei medici del suo tempo infastidivano molto Hahnemann, che cercava un metodo completamente diverso per curare le persone, un metodo che non indebolisse il corpo per velocizzarne il recupero. La differenza tra la pratica classica e l’omeopatia è che la prima si è evoluta, molto, sia nelle pratiche che nelle conoscenze sul funzionamento del corpo umano, mentre la seconda è immutabile e pura, come una rivelazione religiosa, nella quale chi non segue alla lettera il profeta è additato come eretico, ma ne impedisce il miglioramento.

Però… il nostro Samuel nel tempo si è ritrovato a chiedersi come mai la gente curata con l’omeopatia continuasse a presentare di nuovo gli stessi sintomi. Davanti a questo fatto l’omeopatia comunque non è stata messa in dubbio dal suo ideatore, che è invece andato a modificare la gestione del paziente creando l’idea del miasma: tutte le malattie che si manifestano in una persona non sono ciascuna una malattia a sé, ma una manifestazione continua di un “eczema interno” – Hahnemann aveva infatti concluso che chiunque si ammalasse avesse avuto qualche eczema esterno in precedenza – e quindi tutti i disturbi mentali e fisici sarebbero espressione di una condizione cronica che cambia da persona a persona. Ricordiamoci che l’omeopatia è infallibile ed è lo sconvolgimento della energia del corpo il motivo per cui ci si ammala, quindi è naturale conseguenza che se non si guarisce è perché ciascuno di noi ha una condizione cronica che si manifesta in maniera diversa.

Il complottismo

Una volta tolta la crosta composta da dottori in Medicina che prescrivono rimedi omeopatici, di serio e scientifico nell’omeopatia non rimane nulla. L’omeopatia è una pseudocura alla pari di tante che abbiamo trattato in questi anni qui su BUTAC e su tutti i siti di debunking. L’omeopatia ha un credo e un canone preciso, ma nonostante ciò ciascuno lo adatta alle proprie esigenze. Ha un fondatore ben identificato e delle pratiche rituali che devono essere rispettate religiosamente. Il suo funzionamento è nebuloso, indefinibile e non misurabile. La malattia è colpa unicamente del paziente, non esiste influenza dall’esterno, ma è l’energia interna del malato il fulcro della malattia. Se non si guarisce quindi la colpa è del paziente. La medicina “ufficiale” è nemica dell’omeopatia e da secoli combatte per screditarla. I medici guadagnano soldi prescrivendo i medicinali classici e le case farmaceutiche perderebbero miliardi se la gente cominciasse a usare solo l’omeopatia.

Oltre a essere una pseudocura di stampo religioso, l’omeopatia è uno di quei complotti che definisco “apripista”: nel momento in cui si decide di credere nella omeopatia, si fa un atto di fede e si rende necessario abbattere alcune colonne portanti del pensiero moderno, come per esempio la necessità di dimostrare scientificamente i risultati, la negazione della fallibilità del proprio credo e che ci sia sempre qualcuno che trami contro. Sarà un caso che i genitori del bambino credessero a scie chimiche, terremoti causati dall’uomo e complotti contro le terapie di Bella e Stamina. Sarà un caso che il medico omeopata avesse fatto parte di un gruppo del quale la fondatrice avesse capacità mistiche, curasse con l’imposizione delle mani e aspettasse l’Apocalisse.

Non sono coincidenze, perché fa tutto parte dello stesso substrato culturale antiscientifico, mistico e paranoico che negli ultimi decenni sta vivendo un’epoca dorata. Senza dubbio non sempre finisce in tragedia come per Francesco. Spesso ci si ferma prima: un amico o un parente o un semplice moto di coscienza ci fanno capire che bisogna cominciare a ragionare. Per un bambino questo non è possibile, lui non decide, non può fare nulla, è tutto nelle mani degli adulti attorno a lui. La prima cosa che i bambini imparano in una famiglia è la fiducia: i bambini si fidano ciecamente dei propri genitori. Solo dei genitori totalmente dissociati dalla realtà possono non capire che il bambino sta soffrendo le pene dell’inferno e che i rimedi utilizzati non stanno facendo assolutamente nulla. Lo scontro con il medico che vuole somministrare la tachipirina per cercare di salvarlo sono l’emblema di persone manipolate da una’ideologia e da un santone.

Quando tutta questa ignoranza e stupidità convergono si ottiene solo un disastro.

Ricordatevi di amare col cuore, ma per tutto il resto di usare la testa.

neilperri @ butac.it

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