La Mongolia e l’immunità di gregge
Ci sono siti che pur spacciandosi per pagine di “medicina” amano disinformare i propri lettori, in maniera rigorosamente scientifica, sia chiaro. Una di queste è “Medicina a piccole dosi”, gestita da uno studente di medicina che da qualche tempo vediamo apparire come il prezzemolo in molte discussioni, l’argomento hot del momento sono ovviamente i vaccini. Ed ecco come ha titolato il blog del nostro studente:
Morbillo in Mongolia: per l’OMS free dal 2014. E negli ultimi 2 anni 50.000 casi con il 99% di copertura. Qualcosa non torna?
Prima cosa da chiarire: è vero, in Mongolia ci sono stati circa 25mila casi all’anno di morbillo tra il 2015 e il 2016, non c’è nulla di segreto, nulla di nascosto, basta andare sul sito dell’OMS per trovare i report dettagliati sulla situazione. Ed è vero che nel 2014 l’OMS aveva dichiarato la Mongolia libera dal morbillo, sia sulla base della percentuale dei vaccinati sia sulla base di quanto i presidi sanitari avevano comunicato, ovvero nessun caso di morbillo dal 2011 al 2014.
In realtà, come dimostra l’analisi che proprio l’OMS ha cominciato a fare nel 2015 quando si è vista l’epidemia in corso, si sospetta che tutto sia cominciato già nel 2014, e che i primi casi siano stati registrati nel distretto di Ulan Bator, capitale della Mongolia.
Medicina a piccole dose cita e linka l’OMS, ma si guarda bene dal tradurre alcune parti dei comunicati dell’OMS, per il nostro studente di medicina bastano poche righe allarmistiche, due grafici e finita lì, l’articolo è bello e che pronto.
Le sue conclusioni?
Diciamo che sono diverse le domande che possono essere fatte. Forse sono le risposte che non piacciono.
E se succedesse questo anche in Italia? E se fosse impossibile sconfiggere il morbillo? E se quei fatturati annuali enormi delle case farmaceutiche sulle vaccinazioni venissero usati per una prevenzione intelligente?
Possiamo solo fare domande. Di certo, dai dati emerge chiaramente come il morbillo free è stata una bella bufala. La copertura al 95%.. altra grande bufala.
Ed ancora ci facciamo prendere in giro? ok.
Peccato che l’OMS avesse già risposto alle domande che il nostro studente pone, e non ieri ma a maggio 2016, bastava andarsi a leggere il resoconto dell’anno scorso. Non sto a riportarvi tutto, se volete lo trovate al link, ma credo sia importante sottolineare alcuni punti.
I risultati di laboratorio hanno evidenziato che il virus è lo stesso che aveva colpito la Cina, ed è arrivato d’importazione ad Ulan Bator. I primi a essere stati colpiti sono gli individui senza immunità al morbillo; nei primi quattro mesi del 2015 ci sono stati 105 morti tra i bambini che lo hanno contratto. Il 90% dei morti è tra i bambini al di sotto dei nove mesi. La maggior parte dei contagiati sono nel gruppo tra i 18 e i 30 anni. Alle domande di Medicina a piccole dosi l’OMS risponde col punto 7 del report:
According to the currently available epidemiological analysis, the most affected age groups are people aged 18-30 years old and young infants before they are eligible to receive the first dose of measles vaccine at 9 months of age.
This finding suggests that there is an immunity gap against measles among:
- people who were born in 1986-1998 (currently 18-30 years of age) during the period of rapid political and socio-economic changes in Mongolia that presented considerable challenges to health sector and
- newborn infants who are too young to receive the first dose of measles vaccine and are not protected by the immunity that is usually passed from an immune mother to the infant, because the mother may be between the age of 18 and 30 years and may not herself be immune.
The only way to close the immunity gap for both groups is to conduct a vaccination campaign with measles-containing vaccine. Thus, the Government of Mongolia has decided to conduct the supplementary immunization activity for people aged 18-30 years old in May 2016.
Che tradotto:
Secondo l’analisi epidemiologica attualmente disponibile, i gruppi più colpiti sono le persone di età compresa tra i giovani di 18-30 anni e i bambini così piccoli da non essere idonei a ricevere la prima dose di vaccino contro il morbillo.
Questa scoperta suggerisce che esista una lacuna d’immunità contro il morbillo tra:
- persone che sono nate nel 1986-1998 (attualmente 18-30 anni di età) durante un periodo di rapidi cambiamenti politici e socio-economici in Mongolia, che hanno presentato notevoli sfide per il settore sanitario e
- i neonati che sono troppo piccoli per ricevere la prima dose di vaccino contro il morbillo e non sono protetti dall’immunità che di solito passa da una madre immune al bambino, perché la madre può essere tra i 18 e i 30 anni e può essere essa stessa non immune.
L’unico modo per chiudere il gap d’immunità per entrambi i gruppi è di condurre una campagna di vaccinazioni con un vaccino comprendente il morbillo. Così il governo della Mongolia ha deciso di condurre l’attività di immunizzazione supplementare per le persone di età compresa tra 18-30 anni a maggio 2016.
Medicina a Piccole dosi oltretutto racconta anche un’altra mezza bugia, parla di vaccinati al 99% come se fossimo di fr4onte ad un dato reale, quando invece sul sito dell’OMS è abbastanza chiaro fosse solo una previsione per il biennio 15/16, ma nel 2015 era già stato evidenziato fossero in realtà al 97%, e anche pochi punti in percentuale possono fare la differenza in casi come questi.
Spero sia tutto abbastanza chiaro, suggerisco di abbandonare la lettura di pagine che trattano la scienza a modo loro, non informano, non divulgano, si occupano unicamente di informazione a tesi.
maicolengel at butac punto it
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