La pubblicità occulta alla biodinamica

Un servizio televisivo andato in onda pochi giorni fa torna a parlare di agricoltura biodinamica, un insieme di pratiche esoteriche che abbiamo smontato più volte

L’8 settembre 2023 nel corso di Studio Aperto MAG è andato in onda un servizio televisivo dedicato all’agricoltura biondinamica. Un servizio confezionato alla perfezione, con la musica soave a fare da background, le immagini di verdi coltivazioni e una voce che ci racconta che:

Il verde, colore della speranza, è sintesi dell’armonia, quella dell’organismo agricolo composto da uomo piante e animali, tutti attori che contribuiscono al rispetto della natura e alla fertilità della terra. È questa la filosofia racchiusa nell’agricoltura biodinamica, un approccio sostenibile per l’eccellenza dei prodotti.

Sembra uno spot pubblicitario tanto è ben scritto, e forse è proprio così, perché a nessun giornalista verrebbe da andare per campi a chiedere ai coltivatori se usano la biodinamica e farci dei servizi TV sopra.

Nel servizio sentiamo Enrico Amico, direttore organizzazione Produttori Amico Bio, che riporta:

L’agricoltura biodinamica nasce circa cento anni fa, per opera di Rudolf Steiner, il quale ci da delle indicazioni su come cercare di avere un agricoltura sostenibile e rispettosa dell’ambiente e che quindi si andava già allora a contrapporre al modello industriale.

Perché non vengono riportate le indicazioni di Steiner? Perché in quel caso sarebbe chiaramente sotto gli occhi di tutti che si tratta di esoterismo, magia, non di scienza agricola. Servizi come quello di Studio Aperto si fanno quando la redazione riceve comunicati stampa da chi ha preciso interesse a veicolare il messaggio, e il messaggio è chiaro da quelle parole che introducono il servizio:

biodinamica=eccellenza dei prodotti

Chi segue BUTAC sa bene che più e più volte abbiamo smontato l’agricoltura biodinamica, e non smetteremo di farlo finché non vedremo le redazioni giornalistiche imparare a evitare questo genere di marchette pubblicitarie (poco conta se in buonafede). I servizi di questo genere hanno un preciso scopo: oltre a quello di convincere il consumatore finale che un prodotto biodinamico è l’eccellenza, servono anche a convincere i contadini che ancora non usano la biodinamica a convertirsi. Ovvero chi vende le certificazioni di coltivazioni biodinamiche sta cercando nuovi potenziali clienti (vittime). Senza fare troppi sforzi riprendiamo da un vecchio articolo scritto con l’aiuto di Tommaso di Mambro, biologo:

L’agricoltura biodinamica® è un insieme di pratiche esoteriche, unite all’astrologia e all’omeopatia, e all’olistica. Si tratta di pratiche pseudoscientifiche che si rifanno agli insegnamenti del fondatore dell’antroposofia, Rudolf Steiner. Steiner, pur non avendo alcuna competenza nel settore agricolo e biologico, impartì otto lezioni intitolate “impulsi scientifico-spirituali per il progresso dell’agricoltura”…

…si dice che la biodinamica® non faccia utilizzo di fertilizzanti chimici, bensì naturali. Qualcuno è in grado di spiegarci cos’è naturale e cos’è artificiale, o meglio ancora qual è la differenza tra una sostanza chimica e una naturale? Vi svelo un segreto: anche l’humus è fatto di “chimica”.

E sempre da un altro nostro vecchio articolo riportiamo:

Persino la Wikipedia tedesca (la Germania è il Paese che, insieme all’Australia, ha più coltivazioni biodinamiche) spiega che la scienza è assolutamente contraria alla biodinamica e che è stato provato che non è migliore della normale agricoltura bio…

L’esoterismo non è scienza, e la biodinamica è esoterismo.

Gli scienziati non avrebbero alcun problema a sostenere la bontà della biodinamica – esoterismo incluso – se gli studi sul prodotto finito mostrassero differenze, come sembra ci siano se ascoltiamo il servizio di Studio Aperto, ma quelle differenze non esistono. In compenso la coltivazione biodinamica è più costosa e produce meno rispetto ad altre tecniche agricole. In un mondo con una popolazione in crescita e un aumento della povertà non riconoscere questi svantaggi è preoccupante.

Linda Chalker Scott, esperta nel settore e professoressa associata alla Washington State University, ha dedicato uno studio alla “scienza” dietro l’agricoltura biodinamica. Vi riassumiamo (grazie a ChatGPT) quanto spiegato in uno dei suoi trattati:

Le pratiche biodinamiche, sviluppate da Steiner, si basano su metodi spirituali e non scientifici. Questo approccio ha portato a tecniche che non possono essere validate scientificamente. Sebbene alcune pratiche biodinamiche siano simili all’agricoltura biologica, la loro base non è scientifica. La ricerca ha spesso mostrato poche differenze tra l’agricoltura biodinamica e quella biologica. L’uso del termine “biodinamico” in contesti scientifici è problematico e può portare a confusione. Gli accademici dovrebbero evitare la pseudoscienza e mantenere rigorosi standard scientifici.

Sempre Chalker Scott ha dedicato una completa revisione ai preparati usati in agricoltura biodinamica, le cui conclusioni riportano:

Ad oggi, non ci sono effetti chiari, coerenti o conclusivi delle preparazioni biodinamiche su sistemi gestiti organicamente. Altre pratiche alternative non discusse in questa recensione sono diventate parte del movimento biodinamico, tra cui l’uso dei ritmi cosmici per pianificare varie attività agricole e la formazione di immagini per visualizzare la qualità nutrizionale delle piante. Queste pratiche non si prestano a test sperimentali rigorosi, né forniscono informazioni scientifiche pratiche per migliorare la produzione delle colture. Considerando la limitata letteratura scientifica e l’assenza di dati concreti che supportino l’efficacia delle preparazioni biodinamiche, l’agricoltura biodinamica non si differenzia in modo significativo dall’agricoltura biologica e, al momento, non dovrebbe essere consigliata come pratica fondata su basi scientifiche.

In chiusura, giusto per non dimenticarlo, vi linkiamo la playlist YouTube dedicata all’agricoltura biodinamica, gestita dal nostro Tommaso Di Mambro da solo o in compagnia di Sergio Saia, professore associato di Agronomia e Coltivazioni Erbacee presso il Dipartimento di Scienze Veterinarie dell’Università di Pisa.

maicolengel at butac punto it

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