Latte, vitelli e vegani

Una manifestazione che cerca di fare scalpore ma non ci riesce senza passare messaggi non corretti

C’è un video che ci è stato segnalato che ci rimanda indietro nel tempo. O meglio, il video risale a un anno fa, e mostra le proteste delle autoproclamatesi “Iene Vegane”, proteste andate in scena a maggio 2022 in piazza Cordusio a Milano.

Nel video vediamo delle donne in biancheria intima che fanno la parte delle mucche a cui viene preso il latte; le donne sono inginocchiate per terra su un telone bianco macchiato di sangue (o colorante rosso). Il messaggio che la speaker della protesta vuole far passare è che il latte che beviamo è macchiato di sangue visto che per produrlo le mucche sarebbero state ingravidate e poi i loro vitelli sarebbero stati uccisi appena nati.

Ne parlavamo nel 2014, spiegando che quanto sostenuto anche all’epoca fosse sbagliato. Nel 2014 si faceva riferimento a una fotografia che veniva fatta circolare da gruppi identici alle Iene Vegane, e spiegavamo:

La foto che accompagna il messaggio ritrae dei vitellini morti con zampe e musi legati, la foto è un falso, o meglio nulla ha a che fare con gli scarti delle bufale italiane, si tratta di un’immagine vera, scattata però in India, dove la carne di vitello non è apprezzata. Lì la pratica di uccidere i vitelli appena nati è in uso tutt’ora, non ne mangiano la carne non ne venerano la bestia quindi li eliminano. Ma in Italia le cose non stanno così, ci sono precise regole su come vada allevato e tenuto un vitello: questa è disinformazione! Credo che chi posta queste foto vada avvertito, sono d’accordo che uccidere così dei vitellini sia terrificante, e troverei giusto che il popolo degli animalisti si muovesse in quel senso, ma disinformare sostenendo che questo è ciò che avviene in Italia normalmente vi fa automaticamente passare dalla parte del torto.

Da allora non è cambiato nulla, le regole che abbiamo oggi in Italia sono identiche a quelle del 2014 e vietano quanto invece viene sostenuto nel video. Ci sono precise regole per la protezione dei vitelli, fare finta che non sia così è grave.

Una campagna che ha bisogno della disinformazione per ricevere attenzioni dal pubblico è una campagna che è partita col piede sbagliato, chi combatte così le proprie battaglie mi spiace ma le ha già perse in partenza. L’onestà di spiegare ai passanti che quanto mostrato non avviene in Italia sarebbe un primo passo per una campagna informativa corretta.

redazione at butac punto it

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