Le citazioni di Goebbels e la post-verità

Ripetete una bugia cento, mille, un milione di volte e diventerà una verità.

Il 99% di chi legge la frase qui sopra l’attribuisce a Joseph Goebbles. Anzi, cercando online saltano fuori articoli come questo, apparso nel 2016 sul Fatto Quotidiano:

Gaffe di Farinetti: “Come diceva Goethe, a forza di ripetere una roba questa diventa vera”. Ma la frase era di Goebbels

E siamo già in post verità. Non esiste una singola fonte che confermi questa citazione come frase di Goebbels, eppure tutti sono convinti che sia sua. Mentre invece non esiste un autore di questa frase, non era Goethe ma neppure Goebbels. È facile che sia una semplificazione di una frase inserita dal gerarca nazista in un suo articolo del 1941:

 Die Engländer gehen nach dem Prinzip vor, wenn du lügst, dann lüge gründlich, und vor allem bleibe bei dem, was du gelogen hast! Sie bleiben also bei ihren Schwindeleien, selbst auf die Gefahr hin, sich damit lächerlich zu machen.

Che tradotto in italiano significa:

Gli inglesi seguono il principio secondo cui se menti, menti completamente, e soprattutto resta coerente con la tua menzogna! Così stanno con le loro bufale, anche a rischio di prendere in giro se stessi.

Dell’altra frase, quella sfruttata da tutti nella bibliografia di Goebbels, non c’è traccia. Esiste la teoria propagandistica della große Lüge, teorizzata da Hitler nel Mein Kampf anni prima. Ma anche lì quella frase tanto evocativa non risulta, non in quei termini, non con quelle parole. Peccato vedere che è pieno di siti di “aforismi” che la attribuiscono a Goebbels, peccato vedere milioni di individui convinti sia sua. Peccato fino a un certo punto, perché questo è l’esempio perfetto di come una bugia ripetuta mille volte diventi la verità. 

La stessa cosa possiamo vederla nelle dichiarazioni dei politici del nostro Paese. Abbiamo un partito che da anni fa campagna elettorale parlando di vitalizi e pensioni. Chi legge BUTAC sa bene che si tratta di cibo per gli stolti. Ma basta darsi un’occhiata in giro su giornali e media per accorgersi che sono pochissimi i giornalisti che spiegano l’inghippo, non è interessante farlo, molto più facile riportare le dichiarazioni dei politicanti tali e quali, e lasciare che il lettore si culli nelle balle.

Lo stesso avviene quando si parla di medicina. Siamo un Paese in cui conta più la visibilità mediatica di chi parla che le sue competenze. E così abbiamo un ministro che cita una coppia di famosi novax, ringraziandoli per il loro impegno sul fronte medico. Sottosegretari che invitano medici radiati a Montecitorio, trasformandoli de facto in martiri per la libertà di scelta. Ragazzi, BUTAC, come ricordava Walter Quattrociocchi, è assolutamente inutile di fronte a quest’onda di pupù che viene sparsa ovunque. Il lavoro dei fact-checkers non può fare nulla contro la valanga di fuffa che viene riversata sui giornali quotidianamente. Ci vogliono giornalisti che abbiano il coraggio di tornare a fare informazione. Giornalisti che sappiano cosa significa fare informazione.

Io non sono nessuno, solo un piccolo blogger in pigiama.

maicolengel at butac punto it
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