Il Consiglio d’Europa – organizzazione internazionale per promuovere la democrazia e i diritti dell’uomo con sede a Strasburgo (Francia) – ha accusato la Francia di avere violato un articolo di un trattato europeo che stabilisce il divieto di picchiare i bambini. Il Consiglio ha spiegato la sua decisione ricordando che le leggi francesi in materia di punizioni corporali sui bambini non sono sufficientemente “chiare, vincolanti e precise”. In Francia la violenza contro i bambini è vietata, ma la legge riconosce allo stesso tempo il diritto dei genitori a dare loro una disciplina (lasciando quindi una certa flessibilità sul cosa significhi “dare una disciplina”). Il trattato violato, ha detto il Consiglio d’Europa, è la Carta sociale europea (PDF), un documento che nella sua versione riveduta è entrato in vigore nel 1999 e che riconosce i diritti umani e le libertà e stabilisce un meccanismo di controllo per garantirne il rispetto da parte degli Stati membri. Non sono previste sanzioni, ma la decisione dell’organo europeo potrebbe portare a una condanna da parte della Corte europea per i diritti dell’Uomo.
Quindi, indigniamoci pure per quell’insegnante probabilmente iracheno, ma evitiamo il classico errore di dare la colpa della cosa ad una razza o ad una religione, siamo TUTTI colpevoli, in alcuni paesi lo siamo stati fino a pochi anni fa, in altri lo siamo ancora, ma le punizioni corporali non sono una cosa del passato che solo chi insegna il Corano metta in atto. Ma un problema comune, ancora diffuso in tanti paesi al mondo.