Leggende urbane – La mamma di Thomas Edison

E la lettera inviata dalla scuola

Ci avete segnalato una di quelle storielle edificanti che piacciono tanto alla rete, quelle storielle assolutamente inutili da smontare visto che tanto la massa di utenti preferisce sempre la leggenda ai fatti. Ma qui abbiamo bisogno di staccare dalla tragica quotidianità fatta di dezinformatsiya e negazionismo, quindi ben venga questa segnalazione.

Ci scrive E.:

Ciao Butac,

Oggi su Facebook ho letto la storia di cui sotto. Cercando su google ho trovato tantissime versioni della stessa e nessuna fonte (Wikipedia scrive che Edison avrebbe lasciato la scuola per lavorare con la famiglia, non perché espulso).
Puoi verificarla?
È il 1859. Un giorno, Thomas Edison, 12 anni, torna a casa da scuola e consegna una lettera a sua madre. La madre, Nancy Matthews Elliott, inizia a leggere e gli occhi le si riempiono di lacrime. Legge a voce alta: “Vostro figlio è un genio, questa scuola è inadatta a lui. Qui non abbiamo insegnanti idonei alla sua formazione. La preghiamo di istruirlo lei personalmente.”
Thomas è felice.
E la madre da allora questo farà: seguirlo con cura, impegno e amore.
A 14 anni Thomas inizia a lavorare come operatore telegrafico, e a 21 deposita la sua prima invenzione.
Saranno 1.093 i brevetti registrati a suo nome, in tutto il mondo. Ma lui rimarrà arcinoto per l’invenzione della lampadina e del fonografo.
È il 1908. La madre di Thomas muore.
E lui, mentre guarda tra i ricordi e le vecchie cose di famiglia, trova una lettera.
Quella lettera.
La prende e la legge.
“Vostro figlio ha problemi nell’apprendere a causa di un ritardo mentale. Rappresenta un problema anche per gli altri alunni. La preghiamo di non mandarlo più nella nostra scuola.”
La realtà coincide con il racconto che ne facciamo.
Con la folle, testarda fede che noi possiamo cambiarla la realtà.

Ed ecco la nostra, veloce, verifica. Come riportato dalla segnalazione la storiella circola un po’ ovunque, è una di quelle classiche leggende urbane che piacciono così tanto che sono centinaia i meme con citazioni di questa supposta lettera:

Ma trattasi appunto di leggenda urbana. Leggenda però che non si discosta troppo dal racconto fatto dallo stesso Edison in un’intervista del 1907, dove raccontava:

One day I overheard the teacher tell the inspector that I was “addled” and it would not be worthwhile keeping me in school any longer. I was so hurt by this last straw that I burst out crying and went home and told my mother about it. Then I found out what a good thing a good mother is. She came out as my strong defender. Mother love was aroused, mother pride wounded to the quick. She brought me back to the school and angrily told the teacher that he didn’t know what he was talking about, that I had more brains than he himself, and a lot more talk like that. In fact, she was the most enthusiastic champion a boy ever had, and I determined right then that I would be worthy of her and show her that her confidence was not misplaced.

Che tradotto:

Un giorno ho sentito l’insegnante dire all’ispettore che ero “confuso” e che non sarebbe valsa la pena tenermi più a scuola. Quest’ultima goccia mi ha ferito così tanto che sono scoppiato a piangere e sono andato a casa e l’ho raccontato a mia madre. Poi ho scoperto che cosa buona è avere una buona madre. Lei si è rivelata come la mia maggior sostenitrice. L’amore materno si è risvegliato, l’orgoglio materno ferito a morte. Mi ha riportato a scuola e con rabbia ha detto all’insegnante che non sapeva di cosa stesse parlando, che io avevo più cervello di lui e altre cose simili. In effetti, era la campionessa più entusiasta che un ragazzo avesse mai avuto, e in quel momento decisi che mi sarei dovuto dimostrare degno di lei e le avrei mostrato che la sua fiducia non era malriposta.

Quindi sì, è vero che a scuola Edison non era ben visto, è vero che i suoi insegnanti lo ritenevano confuso (“addled”) ma non è vera tutta la manfrina della lettera celata.

I colleghi di Snopes si erano già occupati di questa storia, evidenziando chi fossero i primi ad aver diffuso la leggenda urbana in rete. Pare che prima sia arrivato un redditor e a seguire da questo post siano stati realizzati meme e video che raccontavano la stessa leggenda. Secondo i commenti chi ha creato per primo la bufala potrebbe essere un sostenitore dell’home schooling, e che si sia inventato la storiella proprio per promuovere l’insegnamento casalingo. Quello che però lascia allibiti è rendersi conto che dal post su Reddit sono passati solo sette anni, e oggi in rete è molto più facile trovare la leggenda urbana e non la storia reale. In soli sette anni la bufala ha scalzato la verità nel cuore dei tanti navigatori della rete. Quello che facciamo è assolutamente inutile, ci sarà sempre qualcuno che arriverà nei commenti dicendo che la storiella non fa male a nessuno, che è il concetto che conta e che non era necessario la sbufalassimo, ecco quel qualcuno fa parte del problema della nostra società attuale.

In Italia ci sono svariati blog che in questi sette anni hanno ripreso la leggenda, senza spiegare appunto che fosse una leggenda, non ve li sto ad elencare, ma se vi capitano davanti magari potete far loro presente che sarebbe meglio correggere quanto riportato con la versione reale.

Un piccolo appunto per quelle famiglie che hanno sfruttato la lettera come propaganda per l’home schooling: entrambi i genitori di Edison, pur poveri, erano insegnanti, quindi avevano le basi per aiutare il piccolo Thomas a diventare l’ometto che è poi diventato. Quanti di voi hanno i titoli per potersi mettere in cattedra a insegnare ai propri figli?

Non credo di poter aggiungere altro.

maicolengel at butac punto it

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