Maria, 19 anni, presa a calci dai gendarmi

In tanti ci state segnalando questa storia che ha cominciato a circolare ieri sui social network italiani. Il post che circola sui social è questo:

Maria, 19 anni, presa a calci dalla polizia francese a Marsiglia l’8 dicembre fino a romperle il cranio e procurarle danni al cervello.

I dettagli della denuncia sono ancora più spaventosi: Maria stava tornando a casa dal lavoro con una amica, non partecipava nemmeno alla manifestazione dei gilet gialli, che era peraltro praticamente già finita. La polizia ha caricato senza alcuna provocazione, le due ragazze si sono addossate a una parete e pochi istanti dopo Maria è stata colpita ad una coscia da una granata lacrimogena sparata dalla polizia. Ferita alla gamba, è rotolata al suolo dove è stata circondata da una decina di poliziotti che la hanno picchiata ripetutamente alla testa e al corpo con manganelli e calci, fino a romperle il cranio. Solo quando i poliziotti si sono allontanati passanti e dimostranti hanno potuto prestare aiuto a Maria e chiamare il soccorso medico. Ha sporto denuncia per tentato omicidio e violenza aggravata, ma risulta che già centinaia di denunce simili siano state archiviate.

Stanno cancellando lo Stato di Diritto proprio davanti ai nostri occhi

I giornali italiani non hanno ancora traccia della notizia, e anche in Francia la storia non compare su molte testate. Chi l’ha diffusa per primo è MediaPart, giornale online francese a pagamento. Occuparmi di BUTAC da qualche anno, però, mi ha permesso di avere contatti extra-italiani a cui chiedere materiale, e in questo caso fortuna vuole che io sia stato intervistato da una giornalista francese, Cécile Debarge, giusto due settimane fa, una giornalista che ha collaborato con la stessa MediaPart e che attualmente lavora come freelance anche per la radio nazionale francese RFI (dove andrà in onda il servizio che ha fatto con me, probabilmente la settimana prossima).

Ho chiesto a lei qualche informazione su questa storia, visto che sulla stampa francese se ne trovano poche tracce. Cerco di riassumervi quanto mi è stato riportato.

Innanzitutto MediaPart è la fonte originale, sono loro i primi ad aver passato la storia, partendo dal racconto fatto loro dalla ragazza. Ovviamente si tratta di una storia che per ora ha solo quella fonte, quindi saranno gli inquirenti a dover spiegare come si siano svolti i fatti, impossibile dirlo oggi. Ci sarà da attendere la fine delle indagini e dell’eventuale processo.

Esiste una testimonianza video che però mostra poco:

Esiste un’intervista alla ragazza, fatta da France 3 Provence-Alpes:

Dove alla domanda:

Ma perché fa la denuncia cosi tardi ?

Lei risponde:

Eh non è che non ho provato prima, tre volte ho provato a fare una denuncia e nessuno accettava di ascoltarmi, quando ho chiamato il commissariato di Noailles (un quartiere di Marsiglia) mi hanno risposto “veramente pensi che prenderemo una denuncia che riguarda uno di noi?”

Ed esiste una dichiarazione del Ministro dell’Interno francese:

Il fatto che lui stesso ne abbia brevemente accennato dimostra che la denuncia è reale, e che la storia è arrivata fino al Governo. Ma come siano andati realmente i fatti è qualcosa su cui al momento non è possibile discutere. La denuncia è in corso, ci saranno delle indagini. Quello che però si può affermare con certezza è che non siamo di fronte a un video inventato: la ragazza esiste, si è fatta identificare, ha presentato denuncia contro la polizia francese, il racconto del post che circola in italiano è un sunto di quanto dichiarato da lei stessa. Per quanto riguarda questi elementi la notizia non è ulteriormente da indagare, è vera. Ma sta agli inquirenti dirci come siano andati i fatti, solo al termine delle indagini.

Sia chiaro, come la stessa giornalista francese da me contattata ha tenuto a ricordare, è noto come nel contesto delle proteste dei Jilet Jaunes la polizia si stia muovendo con una violenza superiore al solito. C’è un giornalista francese che dall’inizio delle proteste tiene conto di ogni episodio, trovate il suo profilo Twitter qui.

maicolengel at butac punto it
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