Meluzzi, i vaccini e il fantasy

Il master del gioco di ruolo più apprezzato su YouTube

Ci avete segnalato un video di Radio Radio con ospite il prof. Meluzzi, video che si intitola:

La psicologia di massa dietro Covid e vaccino spiegata in 10 minuti

Mi sono messo a seguire il video con interesse. Adoro la possibilità che ci dà YouTube di leggere la trascrizione di quanto viene detto, questo mi evita di dover trascrivere minuziosamente ogni frase, basta solo copiare e aggiungere le eventuali interpunzioni.

Meluzzi comincia così:

All’esordio di questa che io chiamo psico info pandemia vedevamo annunciati milioni di morti. Sentivamo l’arrivo di un virus sconosciuto non si capiva bene se da un laboratorio militare di Wuhan o dal cielo. Vedevamo cortei di bare portate via con carri militari secondo una scenografia che sembrava presa da Stanley Kubrick.

Ma aspettate un secondo, Alessandro fa confusione, sta mischiando il capitolo 1 col capitolo 2… Nessuno ci ha mai mostrato bare da Wuhan trasportate coi camion militari, quelle erano a Bergamo, e sono avvenute decisamente dopo l’esordio della psico info pandemia. Perché mischiare le cose? Chissà, forse il povero Alessandro nella sua narrazione è un po’ confuso. L’Italia è entrata in lockdown generale il 9 marzo. E non perché qualcuno ritenesse che quella fosse la strada per spazzare via la pandemia. Questa è una di quelle bugie che chi disinforma porta avanti dal 2020. Siamo entrati in lockdown per permettere la riorganizzazione degli ospedali, che non erano affatti preparati a un’emergenza sanitaria di questa portata. Né l’OMS né il nostro Ministero della Salute hanno mai pensato che il lockdown fosse una cura, chi oggi lo sostiene ancora sono bufalari e ignoranti.

Infatti poi Meluzzi prosegue così:

Di fronte a questo la prima risposta è quella classica, quella della fuga, quella della chiusura di cui il plauso con il primo lockdown generalizzato. Chiudiamoci dentro le nostre grotte, dentro le nostre caverne, sulle nostre palafitte, sugli alberi e di fronte al contagio mortale cerchiamo di proteggerci con l’isolamento. Secondo una reazione peraltro classica già messa in atto dalla Repubblica di Venezia nel 1500. Tutte le situazioni nelle quali un contagio generalizzato arrivava. La chiusura, la fuga, la quarantena. Di fronte a questa serrata generale la prima reazione di un primo livello di rassicurazione e quindi tutti dicono meno male. È vero che questo virus è un virus mortale del quale potremmo rischiare di morire tutti ma se ci chiudiamo, se ci mettiamo la mascherina, se aspettiamo una risposta salvifica di qualche natura che prima o poi dallo stato dalla scienza da dio dal potere arriverà. Quindi una soluzione di tipo eterologo che deve arrivare da qualcuno che ha la forza, che ha il potere, che ha la competenza, che ha la sacralità, troveremo una risposta a questa apocalisse evitata o potenzialmente evitata.

In realtà anche qui abbiamo un altro errore: le mascherine nella prima fase non erano indicate, servivano a chi era obbligato a stare a contatto con altre persone, magari con contagiati – come succedeva ai medici – senza rispettare le distanze di sicurezza, e basta. Le mascherine sono diventate obbligatorie nella seconda fase, quella successiva al 4 maggio, quando il governo ha permesso le visite dei congiunti, spiegando però che avremmo appunto dovuto usare dei dispositivi di sicurezza. Tutte cose che un esperto di comunicazione come Meluzzi poteva trovare facilmente andando a leggere DPCM e giornali di quel periodo. Ma forse non era interessato.

Salto un po’ del suo racconto e arrivo a maggio, siamo al minuto 4:19 del video, Meluzzi riporta:

…arriviamo all’estate durante l’estate tutti hanno la sensazione che tutto sia passato ed effettivamente l’estate trascorre in modo sostanzialmente normale per tutti…

E niente, certe cose a una certa età è difficile ricordarsele. Non è affatto vero che “tutti hanno la sensazione che tutto sia passato”. Gli stronzi sostengono che tutto sia passato, le persone che hanno attività che hanno sofferto durante il lockdown cavalcano le parole di quegli stronzi. Ma gli scienziati, quelli seri, spiegavano che era solo perché stavamo tutti fuori all’aperto che la trasmissione del virus si era rallentata. Il Ministero della Salute a maggio ripeteva:

“Prudenza e responsabilità, non è tutto finito”

Chiunque ne capisca un po’ di medicina sa spiegare la questione in maniera semplice. All’interno di stanze come quelle in cui passiamo la maggior parte della nostra giornata d’inverno l’aria che respiriamo è viziata, in ambienti dove si radunano gruppi di persone che passano ore in spazi al chiuso è molto più probabile ammalarsi, che sia influenza o COVID-19 poco conta, è un dato di fatto. All’aperto le cose cambiano moltissimo, è più facile mantenere il distanziamento, è meno probabile farsi contagiare. Meluzzi sta raccontando il suo romanzo fantasy, ma non è la realtà dei fatti, è la narrazione che fa comodo a chi, come lui e Radio Radio, è da più di un anno che cavalca la disinformazione.

A questo punto Meluzzi nel suo monologo passa a raccontarci la fase più grave della pandemia, fase che secondo lui si sarebbe potuta evitare se si fossero seguiti i suggerimenti del professor Remuzzi. Ovvero aspirina per chiunque mostri qualche sintomo.

La frase di Meluzzi a me gela il sangue:

… dove i medici di base accorti e buoni hanno applicato questa cura non è morto praticamente nessuno…

Qualcuno dovrebbe prendere tutti coloro che raccontano questa bugia e denunciarli uno a uno. Ma Meluzzi non si limita a questo, anche lui ripete il solito mantra:

…il messaggio che arrivava perentorio dal Ministero era che bisogna prendere soltanto la tachipirina, che non è neanche un antinfiammatorio, quindi è veramente controindicata e stare in vigile attesa… Nell’attesa di essere prelevati da un’ambulanza ai primi coaguli polmonari portati in reparto e sostanzialmente intubati.

Niente, non ne veniamo fuori, per colpa di giornalisti del menga e di un governo incapace a comunicare siamo ancora fermi a quest’idea della “tachipirina e vigile attesa”. Non so quante volte ho dovuto spiegare questo concetto: non è mai stata tachipirina e vigile attesa, i protocolli prevedono altro, e lo prevedono quasi da subito se c’è necessità. Chi sostiene diversamente sta solo cercando di avvelenare il pozzo. A chi giovi questo modo di fare informazione non spetta a me scoprirlo, ma in un Paese normale ci sarebbero già squadre di investigatori a cercare di capire chi e perché diffonde questo tipo di disinformazione, noi siamo il Paese della biodinamica, da noi probabilmente chi dovrebbe controllare è colluso con chi dovrebbe essere controllato.

Meluzzi insiste:

E  un soggetto con coagulazione polmonare intravasale disseminata [sic] che viene intubato semplicemente muore…

Allora io non voglio essere puntiglioso, ma anche questa è una cagata pazzesca, così fosse il numero dei morti sarebbe ancora più alto. Io stesso ho ben tre amici che sono finiti in ospedale, sono stati intubati in terapia intensiva e ne sono usciti non in una cassa da morto. Sostenere questa cosa è avvelenare il pozzo, serve a spaventare la gente, ma non è fare informazione.

Siamo a sei minuti dall’inizio, ed ecco che arriva il pezzo da novanta: Meluzzi dà a intendere che tutto quanto riportato dalla stampa e dalle autorità sanitarie finora sia stato diffuso secondo una precisa strategia, perché serviva che la gente spaventata dai morti fosse pronta a vaccinarsi.

…io non voglio essere così dietrologo da pensare che casistiche come dire pessimistiche e drammatiche avrebbero potuto servire a qualcuno, ma si annunciava già all’orizzonte la prospettiva salvifica. La prospettiva  salvifica era quella del vaccino perché la storia delle grandi epidemie è stata come dire corretta, modulata anche su questo…

Salto il punto in cui il monologo parla di RNA e delle case di produzione, troppo confusionario quanto viene raccontato e già trattato in passato. Salto quel punto per passare a quando il vaccino salvifico viene paragonato da Meluzzi alle cure compassionevoli:

…trattasi di cosiddetta cura compassionevole cioè il morbo è talmente drammatico, il morbo è talmente minaccioso, il morbo è talmente tragico che bisogna dare qualsiasi cosa per dare la speranza per lo meno che questo flagello possa essere fermato o rallentato. Quindi di questo si tratta, infatti ci sono delle complesse liberatorie nelle quali si libera l’azienda i medici chiunque da qualunque responsabilità ed inizia la più grande straordinaria sperimentazione della storia della medicina su milioni di persone. Benissimo, può darsi che questa servirà in futuro per le cure del cancro, può darsi che questi farmaci RNA possano servire per la cura dei tumori, della leucemia, ma certamente inizia una grande e la più grande sperimentazione che sia mai stata vista.

Tutto questo racconto serve ad affermare le solite cose, ovvero che i vaccini attuali siano stati messi in commercio saltando la normale sperimentazione. Ma anche questa è una bugia, tutti i vaccini attualmente in circolazione nei territori dell’Unione hanno passato le fasi della sperimentazione durante il 2020. Ad esempio ad agosto 2020 AstraZeneca ha passato la fase di sperimentazione sugli esseri umani, e non l’ha fatto in laboratori segreti, inoculandolo a soggetti anonimi. Tra i pazienti che si sono fatti vaccinare ad agosto 2020 c’erano anche personaggi famosi, su BUTAC ad esempio parlammo di Andrew Loyd Webber, il più famoso compositore e impresario musicale tutt’ora in attività, che sperava così di velocizzare un ritorno alla normalità e alla riapertura dei teatri. Tutte cose che Meluzzi e Radio Radio non hanno evidentemente interesse a far sapere. Continuo a domandarmi a chi giovi questo costante avvelenamento del pozzo.

Spero che abbiate avuto la pazienza di non abbandonarmi, stiamo arrivando alla conclusione, c’è un’ultima chicca. Dice Meluzzi:

…siccome è stato raccontato che chi l’ha fatta per lo meno non morirà, ricordandoci naturalmente il fatto che il 90 per cento per cento dei colpiti non morivano neanche prima…

Questa frase serve per sminuire il vaccino proseguendo nella personale narrazione fantasy che Meluzzi ha scelto di portare avanti. Ma in realtà quello che è stato detto del vaccino non è che chi l’ha preso non morirà, bensì che non sarà ricoverato, evitando la fase più acuta della malattia e la conseguente ospedalizzazione che mette in crisi le risorse del sistema sanitario. Che è poi quello che volevamo tutti, trasformare una malattia che in una percentuale di casi può essere mortale in una comune influenza da cui ci si protegge con un semplice farmaco preventivo. Nessuno dei medici seri spinge il vaccino usando come argomentazione un calo nella mortalità, tutti i medici seri spiegano che il vantaggio reale ce lo abbiamo sull’ospedalizzazione.

Le persone poco serie sostengono diversamente.

Spero di aver toccato tutti i punti importanti. Tutt’ora fatico a comprendere come nessuno abbia ancora sanzionato chi avvelena il pozzo, ma come ho detto prima ho il grosso dubbio che troppi siano collusi in questo sistema di avvelenamento, siamo davvero la repubblica delle banane.

maicolengel at butac punto it

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