Neve chimica – Basta spaventare la gente!!!

Un fenomeno che in tutto il mondo viene definito correttamente come "neve industriale" ma da noi viene chiamato diversamente, tanto per solleticare le paure del pubblico

E dire che basterebbe cercare “neve chimica” in altre lingue, eccetto l’italiano, per rendersi conto che il fenomeno di cui hanno parlato nei giorni scorsi svariate testate – meteo e giornalistiche – viene chiamato così solo nel nostro Paese.

In tutti i Paesi in cui il fenomeno è noto viene chiamata “neve industriale”: Śnieg przemysłowy in polacco, Neige industrielle in francese, Industrieschnee in tedesco, Industrial snow in inglese. Solo noi italiani, da sempre terrorizzati da tutto ciò che viene definito chimico, abbiamo scelto di usare quella definizione, neve industriale evidentemente era troppo blando.

Il fenomeno è noto da anni, ad esempio ne parlava Scienza In Rete già nel 2012, cercando di fare chiarezza:

Nessun testo scientifico o manuale di meteorologia operativa o osservativa dà una definizione dell’espressione “neve chimica”: il termine è errato, anche se in uso da un po’ di tempo, specie nel mondo dei siti e forum di meteorologia amatoriale, da cui probabilmente è sorto e si è diffuso.

Da notare che questa espressione si è divulgata soltanto in Italia, in quanto non si trova nulla di simile né nel mondo anglosassone, né in quello spagnolo e neppure su quello francese (anzi, l’unico sito francese in cui viene menzionata l’espressione “neige chimique” è questo blog di meteorologi che ne deplorano l’uso). Oltretutto il termine suggerisce che questa neve sia particolarmente inquinata, o addirittura composta principalmente da inquinanti, mentre risulta composta sostanzialmente d’acqua, con gli stessi inquinanti presenti nella pioggia o nella comune nebbia da cui si origina.

Come dicevamo questo articolo risale al 2012, ma non è l’unico, infatti nel 2021 sul sito del Centro Meteo Emilia Romagna Federico Antonioli raccontava:

…non vi è nulla di “chimico”, il termine è assolutamente fuorviante, non si forma per la presenza di ”prodotti estranei”, anche se è possibile trovare la presenza di queste particelle contestualmente alla precipitazione, così come accade con piogge e nevicate.

Perciò, sarebbe più corretto chiamare questo fenomeno “neve da nebbia“, comprendendo in esso i due meccanismi di deposizione di cristalli di ghiaccio sulle superfici:

    • Precipitazione da nebbia, e cioè la “caduta” e deposizione sulle superfici di cristallini di ghiaccio formatisi all’interno dello strato nebbioso freddo

    • Brina da nebbia, o “galaverna”, ovvero il fenomeno per il quale attorno alle superfici immerse nella nebbia (come i rami spogli degli alberi ad esempio) si forma pian piano uno strato di ghiaccio bianco per accumulo di aghetti minuscoli, formatisi appunto nella nebbia.

Su IconaClima, pochissimi giorni fa, cercavano anche loro di spiegare:

Neve chimica? Si tratta di “neve da nebbia”: ecco come si forma e cosa c’entra l’inquinamento

In questi giorni è stata molto diffusa la notizia della cosiddetta “neve chimica” avvistata in Pianura Padana. C’entra l’inquinamento, ma non è il responsabile principale

Eppure ecco alcuni titoli di media nazionali pubblicati nei giorni scorsi.

Meteo.it (che non dovrebbe essere un sito di meteorologia amatoriale, ma fa parte del Gruppo Mediaset):

Pianura Padana imbiancata dalla neve chimica: di cosa si tratta?

Che cos’è la neve chimica e perché non è affatto un buon segnale il fatto che abbia imbiancato alcune zone della Pianura Padana nelle scorse ore?

GreenMe, sito seguito e amato dagli ambientalisti:

La Pianura Padana si risveglia imbiancata, ma non è neve “vera” (e nemmeno una buona notizia)

Il Giornale:

Neve chimica sulla Pianura Padana: di cosa si tratta (e perché è pericolosa

Il Tirreno:

Neve chimica: l’Italia si imbianca con i fiocchi fatti di smog, cos’è il fenomeno che nasce dall’inquinamento

Perché le redazioni fanno così? Perché sanno benissimo che è con la paura che si aumentano le visualizzazioni, è con il sensazionalismo che si aumentano le vendite, è con la fuffa che si tengono a galla.

Guarda caso, questa è una mail che abbiamo ricevuto giusto oggi:

Vi leggo e mi chiedo come fate davvero a sentirvi sicuri di ciò che scrivete.
Certe pagine sui social anche di meteo stanno ammettendo che ci sono metalli pesanti nei cieli, non posso più negarlo.
Ovviamente cercano di fare propaganda agenda 2030.

[segue link a meteo.it]

La mail si conclude così:

Non so come fate a pensare che gli Usa con i governi europei, forse solo con l’Italia, non stiano facendo esperimenti.

I campioni di acqua piovana e analisi esistono in Italia!

Dai che l’alluminio e i metalli fanno bene ! Morirete anche voi che non avete dubbi

Mail che, come prova del fatto che noi siamo complici dei poteri forti che insabbiano tutto, linka appunto l’articolo del meteo.it sulla neve chimica. Chi scrive questi articoli che fanno leva sulla paura e sul sensazionalismo ha grandi colpe, perché è merito suo se soggetti come quello che ci ha scritto hanno paura e sono convinti che il mondo sia tutto contro di loro.

Arriverà il giorno che i giornalisti saranno messi di fronte alle loro responsabilità? Purtroppo non crediamo succederà, molto più facile che saremo noi fact-checker a soccombere, stufi di una battaglia persa in partenza.

maicolengel at butac punto it

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