PANICO ep.3 – La postverità

In questo terzo e ultimo episodio sulla comunicazione, Andrea Manenti ci parla di postverità. Cosa si intende per postverità? Perchè dovrebbe interessarci e quali sono le implicazioni di questo concetto relativamente recente?

Questo è il terzo e ultimo episodio del mini-progetto sperimentale di prebunking che abbiamo chiamato “Panico”.

Quasi un anno è passato da quando questa piccola avventura è iniziata ed eccoci al “season finale”, come si dice.

Non vorrei dilungarmi anche qui nel testo, visto che ne è uscito un video un pochino più lungo degli altri due. Ho provato a mettere insieme, sperando che vi possano piacere, un po’ di concetti non semplicissimi e alcuni esempi cinematografici per tracciare un parallelo tra la cultura del postmoderno e la postverità. Si parla di echo chamber e polarizzazione, di pillole rosse e blu, di teoria del rumore e di altro. Ho cercato, volutamente, di tenere il discorso quanto più possibile lontano dai protagonisti effettivi della postverità (“sì, proprio lui, e anche l’altro, e anche…”), proprio perché (e non a caso è parte del discorso) questo format ha sempre voluto essere rivolto a tutti, fuori dalle polarizzazioni di cui parla. Se infatti assumiamo – e non siamo obbligati a farlo – che la postverità sia un problema di cui parlare e occuparci, la prima cosa da fare è provare a tirarsi fuori per avere uno sguardo il più ampio possibile, cercando di tenere nell’inquadratura anche noi stessi che stiamo inquadrando il tutto. Non è facilissimo, ma ci si prova.

Ecco il terzo episodio di Panico – confezionato (mannaggia!) contro tutte le regole dell’algoritmo: non vi farà indignare, non vi dirà che avete ragione, non scatenerà commenti infuriati e battibecchi, non ha mai avuto cadenza regolare e non è semplicissimo e veloce da capire: però è fatto mettendoci tutto l’impegno per darvi qualcosa di utile.

Mi raccomando, se qualcosa vi piace e vi interessa, date un occhio alla bibliografia!

(E magari consigliate Panico a qualcuno che potrebbe essere interessato.)

anDREAM

P.S. Ma come si scrive? Con trattino o senza? Anche se su BUTAC normalmente si usa la grafia con il trattino (post-verità), la quale conta più occorrenze sul web, io qui – in continuità con gli autori italiani che cito – sono andato dritto, senza trattino (postverità). In questa scelta si nasconde, se vogliamo, anche una certa prospettiva. La Crusca chiude tutta la questione così:

Nel caso che la parola si consolidi nella nostra lingua, però, sarebbe forse da preferire la variante univerbata postverità, che potrebbe anche attenuare l’attenzione sul falso amico post- ‘dopo’ che, come dicevamo, costituisce il maggior ostacolo alla trasparenza del significato.

Variante univerbata per me, quindi. Voi quale preferite?


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