Pasti buttati…la rivincita
Poi è arrivato chi in maniera più intelligente e matura ha capito che si tratta di storie diverse e mi ha linkato addirittura due testate che raccontano la stessa notizia in maniera diametralmente opposta. Grazie Giuseppe!
Gli articoli ci parlano di pasti per migranti BUTTATI al cpa di Pozzallo e la storia che raccontano è triste.
Le foto che vedete a lato e sotto l´articolo e che ci sono state concesse da un volontario del centro di prima accoglienza di Pozzallo dicono tutto: centinaia di piatti di pasta e carne ancora sigillati e caldi di cottura buttati nei cassonetti della spazzatura all’interno della stessa struttura che ospita i clandestini degli sbarchi. Anche la frutta fresca finisce tra i rifiuti. Se si tiene conto che questa scandalosa situazione dura da parecchi giorni e che i pasti buttati costano 15 euro al giorno per ciascun migrante, l’entità dello spreco è evidente e suona come uno schiaffo a chi magari non ha di che vivere. Perché i pasti in più finiscono nei cassonetti invece di essere destinati ad altri centri o a persone bisognose che non hanno nulla da mangiare? E’ il comune di Pozzallo a gestire la situazione con denaro pubblico sotto la supervisione della Prefettura, ma il sindaco Luigi Ammatuna (nella foto con il cibo buttato nei cassonetti) ha appreso da noi l’incredibile vicenda: “Non ne sapevo nulla. Resto quantomeno sorpreso, farò gli opportuni controlli”.
Nessuna risposta al telefono invece dal responsabile del centro. Lo scandaloso spreco non è dovuto solo al numero di pasti sovrastimati e quotidianamente ordinati dal comune alla ditta con sede a Ispica che ha in appalto il servizio, ma anche ai gusti degli stessi clandestini, molti dei quali si rivelano schizzinosi e preferiscono mangiare nei locali pubblici, in quanto il cibo servito al Cpa non è di loro gradimento. Restano queste immagini che colpiscono con la stessa forza di un pugno allo stomaco, soprattutto in questi tempi difficili che costringono un po’ tutti a tirare la cinghia.
Questa una versione, poi ne abbiamo un’altra, diversa:
Grandi prospettive e abominevoli sprechi. Il doppio volto della provincia più contraddittoria di Sicilia emerge proprio nel giorno in cui gli imprenditori ragusani accolgono in pompa magna lo sceicco del Qatar. Mentre gli mostrano i loro palazzi più belli, gli fanno assaggiare le loro specialità migliori e s’innamorano ricambiati da faraonici progetti a sei zeri, le cronache beffarde raccontano – e documentano – una storia piccola piccola che più brutta non si può. Centinaia di pasti pronti, confezionati e ancora caldi, presi e gettati nel cassonetto proprio di fronte al centro di accoglienza di Pozzallo. Pasti destinati agli ospiti giunti sui barconi e qui ospitati, nel mezzo di un’interminabile polemica sulla gestione dell’emergenza accoglienza che, come tutte le cronache ripetitive, ormai non interessa più nessuno.
Pasti che i migranti non consumano perché, semplicemente, non ci sono.
Pasti che potrebbero sfamare gli indigenti (ce ne sono più di 600 censiti nella sola Ragusa), alleviare gli sforzi della Caritas, o della parrocchia Spirito Santo di don Beniamino Sacco, o uno qualunque dei centri per rifugiati che spesso non fa bene i conti e non si ritrova i fondi per la spesa. Non si può perché la legge, o un contratto o un codicillo imbecille l’impedisce. D’altra parte i migranti del centro non sono prigionieri, entrano ed escono quando gli pare, all’ora del pasto spesso non ci sono o sono a farsi un kebab sul lungomare Raganzino. Mica si possono obbligare, mica siamo a Guantanamo. Però il pasto glielo garantiamo lo stesso, e lo paghiamo noi. Se non lo vogliono pazienza, si butta. Come fa lo sceicco del Qatar quando dimentica d’avvisare lo chef che a pranzo non arriva.
Entrambi gli articoli hanno una base di verità, i pasti buttati, non posso credere se li siano inventati, ma le storie che vengono raccontate sono intrise di pseudo giornalismo.
Il primo dei due articoli sembra raccontare dei fatti, anche abbastanza reali fino ad un certo punto, è possibile (anzi MOLTO probabile) che i pasti che vengono commissionati siano più di quelli necessari e di rimando quelli NON consumati vengano buttati via, è scandaloso, ma non sarebbe la prima volta.
Il problema è quando ci dicono che i pasti costano 15 euro (cosa poco credibile visto che nei 30 euro+IVA stanziati devono starci dentro TUTTE le spese che si sostengono per il CPA non è possibile che il pasto costi la metà dei fondi disponibili: i 30 euro che vengono appaltati devono coprire alloggio, vestiti, coperte, luce elettrica, cibo e pocket money di 2,50 euro al giorno*) e che molti degli stessi non vengono consumati perché non di gradimento agli immigrati che preferiscono mangiare in locali pubblici. Peccato che i suddetti migranti ricevano appunto 2,5 euro al giorno, coi quali si compera a fatica un mezzo panino al bar.
Leggendo i due articoli simili ma diversi direi che l’unica vera notizia sia che a Pozzallo qualcuno abbia comunicato un numero d’immigrati superiore a quello realmente accolto nel CPA, e così i fondi e i pasti che arrivano siano appunto troppi. Facciamo finta che abbiano fatto richiesta per 20 immigrati in più rispetto a quelli veramente presenti, avranno tutti i giorni 40 piatti di troppo che vengono buttati ma in compenso arrivano 600 euro +IVA al giorno in più. Che in un mese fanno 18mila euro in più (che in un anno diventerebbero più di 200mila euro, mica bricioline), che qualcuno credo s’intascherà con gioia.
Questo è lo scandalo, di questo bisognerebbe parlare…
…e invece le polemiche idiote sul fatto che sono gli immigrati a rifiutare il cibo, che lo fanno per disprezzo della nostra cultura…Alcuni sono riusciti a scrivere che i pasti contengono carne che i musulmani non consumano (e che siamo scemi? dobbiamo preparare pasti per gente che non mangia maiale e facciamo solo spiedini e scaloppe di porco? ma per favore).
Tutte le rimanenti polemiche su come mai quei pasti in più non vengano ridistribuiti in altri centri per indigenti sono sciocche. Un pasto consegnato caldo ad un centro di accoglienza va buttato già il giorno dopo se non viene consumato, sulla confezione è chiaramente scritto, perché una volta che è stato cotto andrebbe consumato entro tot ore, lo fanno anche negli ospedali e nelle mense scolastiche.
Molti articoli ora sostengono che la situazione peggiorerà ora che è arrivato il periodo del Ramadan, ma anche questa è una sciocchezza, non è che per un mese gli immigrati musulmani non mangiano nulla, devono solo attendere che il sole sia tramontato, ma dopo il tramonto e fino all’alba possono, mangiare, bere, fumare e volendo anche far sesso.
Credo che la cosa sia nota a chi gestisce un centro accoglienza, e che (se sono intelligenti) eviteranno di preparare cibi all’ora dci pranzo per tutti i musulmani e serviranno solo la cena nell’orario giusto. Prendersela con il Ramadan è stupido, è una tradizione religiosa, come ce ne sono tante in tutte le culture religiose del mondo, se queste persone decidono di seguire la propria fede non ci trovo nulla di male, nulla da criticare…a meno che non si tratti della solita trita xenofobia che permea tante testate italiote!
*Una struttura sanitaria privata PAGA per ogni paziente circa NOVE euro e 50 al giorno per TUTTI i pasti della giornata (prima colazione, pranzo cena, non 15 a pasto. Se a Pozzallo pagano 15 euro a pasto evidentemente ci sono pessimi amministratori o personaggi subdoli che ci marciano sopra)
http://cronacaeattualita.blogosfere.it/post/518395/cpa-di-pozzallo-cibo-buttato-nella-spazzatura
http://www.lasicilia.it/articolo/pozzallo-niente-migranti-pasti-gettati
http://www.corrierediragusa.it/articoli/cronache/pozzallo/26775-foto-scandaloso-centinaia-di-piatti-di-pasta-e-carne-buttati-ogni-giorno-nella-spazzatura-dal-centro-di-prima-accoglienza-di-pozzallo-i-migranti-non-li-vogliono.html#
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