Christian Perronne, la Slovenia e il placebo

Si parla ancora di vaccini anti-Covid, perché chi ha ottenuto visibilità durante la pandemia oggi fa fatica a lasciarla svanire...

Si parla ancora COVID-19 anche grazie alle dichiarazioni di soggetti che vogliono a tutti i costi continuare ad avere la visibilità raggiunta nei momenti clou della pandemia.

Oggi trattiamo una dichiarazione di Christian Perronne che ci è stata segnalata da un’amica, diventata virale nelle ultime settimane su Twitter e non solo, anche grazie dalla diffusione su Sfero e su siti come Giornale d’Italia (inserito nella nostra Black list). Testo col quale la “notizia” sta circolando:

Prof. Perronne: In Slovenia, uno dei responsabili della vaccinazione contro covid ha confessato pubblicamente che c’erano lotti placebo per evitare effetti collaterali destinati a funzionari, politici e giornalisti

La notizia circola grazie a una testata francese, France-Soir, che richiama nel nome una storica testata di news francese ma che dal 2019 diffonde principalmente contenuti complottisti di vario genere dopo aver licenziato gli ultimi quattro giornalisti a libro paga. Dal 2022 hanno perso anche l’iscrizione al registro delle testate giornalistiche francesi. Insomma la crema dell’informazione, oseremmo dire.

Su France-Soir Perronne ha grande spazio, ed è proprio lì che avrebbe fatto quest’affermazione. Peccato che la notizia, che in realtà risale al 2021, sia stata smentita dai fact-checker di AFP. Su Twitter è possibile trovare la smentita:

Che vi riassumiamo linkando il nostro vecchio articolo del 2021 in cui trattavamo la notizia senza citare Perronne, che all’epoca non l’aveva ancora sfruttata. Come spiegavamo:

Nel video, a un certo punto, viene mostrato questo fantomatico numerino (01) a cui fa riferimento l’infermiera in pensione che vedete parlare nel video. Secondo il racconto lo 01 sarebbe placebo mentre 2 e 3 sarebbero altro. Ma basta una veloce ricerca per scoprire che quel numero non è altro che il Unique Vaccination Certificate/assertion identifier:

The UVCI is needed at the EU level to support the interoperability
of the vaccination certificates, while it should be implemented under the responsibility of the Member States in a way that leaves them in full control of how they do so.

Nulla a che vedere con contenuti di flaconi o altro.

Insomma Perronne, che sta cercando di mantenere la visibilità acquisita negli ultimi tempi – dopo esser stato radiato in Francia ora sta collaborando con gli antivaccinisti canadesi, complice la lingua comune – è cascato in una bufala di due anni fa, e così i tanti che l’hanno ripresa senza rendersi conto che era una notizia già ampiamente smentita dai fact-checker di mezzo mondo.

Un sassolino nella scarpa

Una cosa che ci dispiace è che il nostro fact-checking risale al 23 novembre 2021, Facta ha trattato la notizia il 2 dicembre 2021 citando un sito di fact-checking spagnolo che l’aveva trattata il 27 novembre. Dispiace perché Facta, come svariati altri, è un sito nato sull’onda della moda del fact-checking – o forse dovremmo dire quando ci si è resi conto che il fact-checking poteva far girare soldi. BUTAC (come anche Bufale.net o Il Disinformatico), che di soldi peraltro non ne fa girare, è nato prima di tutti questi e negli ultimi dieci anni ha contribuito a dare rilevanza alla pratica del fact-checking nel nostro Paese: meriterebbe sicuramente un minimo di visibilità in più, e invece ogni anno che passa siamo meno linkati e citati anche dai colleghi fact-checker che ci conoscono bene. L’ordine di scuderia per tanti dei siti gestiti da editori è di non linkare fonti esterne. Anche pochi giorni fa, in seguito a un’intervista su un quotidiano nazionale, mi è stato chiaramente detto che sarebbe stato citato il blog, ma la gente avrebbe dovuto cercare il link a mano perché loro non linkano.

Dal cuore, andate a fare in culo.

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