I russi in fuga (o no)
Un fact-checking della "narrazione mainstream occidentale"
Siete in tanti a chiederci lumi riguardo alla fuga dei russi dalla Russia. Fuga di cui hanno parlato molti giornali occidentali ma che invece viene negata da svariati post social, uno dei tanti che ci è stato segnalato è questo:
I media occidentali e la fuga dalla verità.
I paesi vicini alla Russia hanno negato le notizie di una “partenza di massa” dei russi.
La serie di fakenews dei giornalisti svizzeri ed europei è raccapricciante ed è una guerra psicologica per impedire che il popolo pensi diversamente dalla narrazione egemone.
Georgia 🇬🇪
Il servizio fiscale informa che negli ultimi 10 giorni non c’è stato un forte aumento del flusso di persone in entrata e in uscita dal Paese al checkpoint di Kazbegi.
Kazakistan 🇰🇿
Il Ministero degli Affari Interni della Repubblica ha ufficialmente smentito le notizie di alcuni media sulla “migrazione di massa” dei russi. “Quest’anno, circa 1 milione 660 mila cittadini della Federazione Russa sono entrati in Kazakistan e 1 milione 640 mila se ne sono andati”, ha detto il capo del servizio migratorio.
Finlandia 🇫🇮
Secondo il servizio di frontiera finlandese, 4.400 russi sono entrati nel Paese il 21 settembre e 5.950 russi il 22 settembre. Allo stesso tempo, nei giorni precedenti di questa settimana, c’è stata una media di circa 2.900 arrivi. Tuttavia, se prendiamo date precedenti, dal 15 al 21 settembre circa 4.000 russi sono entrati in Finlandia al giorno. E ad agosto i valori erano ancora più alti. Cioè, non c’è una crescita notevole, le cifre medie sono rimaste approssimativamente. Un piccolo aumento del numero di turisti dalla Federazione Russa potrebbe verificarsi sullo sfondo di notizie sull’imminente divieto di ingresso in Finlandia per i russi. Poiché è già stato bandito dagli stati baltici.
Mongolia 🇲🇳
Il ministero degli Esteri mongolo ha anche smentito le notizie di alcuni media occidentali secondo cui ci sarebbero code di russi che cercano di eludere la mobilitazione ai valichi di frontiera con la Federazione Russa. “Ad oggi, il valico di frontiera Altanbulag della Selenga Aimag (regione) funziona regolarmente. Non ci sono code”, ha detto il ministero.
Abbiamo scelto di partire da questo in quanto porta precisi riferimenti dei Paesi che nomina. Non essendo sul luogo per poter verificare i fatti abbiamo usato un traduttore e cercato sulle testate giornalistiche dei vari Stati citati. Questo modo di operare purtroppo non ci dà la certezza di come stiano realmente le cose; come ben sapete tendiamo a non fidarci ciecamente dei giornalisti. Ma, perlomeno, questo modo di verificare i fatti può portarci a sfatare o confermare il fatto che quella dei russi in fuga sia una narrazione spacciata solo dai media occidentali.
Georgia
Il media georgiano Mtavari Arkhi riportava il 22 settembre:
Caos in Russia I cittadini stanno fuggendo dal paese in ogni modo possibile
In maniera simile titolava anche Rustavi2 il 27 settembre, si tratta di un’altra fonte, sempre georgiana, che però in questo caso raccontava della fuga di russi in Kazakistan:
I russi stanno fuggendo in massa dal Paese: 98mila cittadini russi sono già arrivati in Kazakistan
Nel secondo articolo viene spiegato che il Kazakistan ha accordi con la Russia tali per cui ogni maschio abile ad arruolarsi verrà rispedito in patria, probabilmente come disertore.
Su Ambebi, altro media georgiano, il 21 settembre:
I biglietti aerei da Mosca a Istanbul, Yerevan, Baku e altri paesi vicini non sono più disponibili: dopo l’annuncio della mobilitazione, i russi stanno fuggendo dal paese
Nell’articolo leggiamo anche che:
In questo contesto, il ministro degli Affari esteri della Lettonia, Edgar Rinkevich, ha affermato che per motivi di sicurezza, la Lettonia non rilascerà visti umanitari e di altro tipo ai cittadini russi che evitano la mobilitazione.
E ancora:
Come scrivono i media russi, “non sono rimasti biglietti per i voli da Mosca a Istanbul, Yerevan, Baku e altri paesi vicini, dove i cittadini russi non hanno bisogno di un visto.”
Kazakistan
Su Zhas Alash, giornale kazako, il 27 settembre titolavano:
L’accoglienza inappropriata dei rifugiati è irragionevole…
E l’articolo racconta:
Dall’inizio della guerra tra Russia e Ucraina, nel nostro Paese sono arrivati più di 1,5 milioni di russi. Dopo la mobilitazione di Putin, Mosca è in subbuglio. Lunghe file al confine. Il Kazakistan apre i suoi confini e accoglie i rifugiati.
Tutto l’articolo spiega per filo e per segno le implicazioni dell’accoglienza dei russi che non vogliono andare a morire in Ucraina, sarebbe decisamente poco sensato che un giornalista si fosse preso la briga di fare interviste sul tema se non fosse reale l’arrivo di russi rifugiati nel Paese. Quel che è certo è che ne parlano, altro che “narrazione egemone”.
Su Abai, altro media kazako, il 22 settembre:
Chiudi il cancello, kazako! I russi stanno uscendo dalla Russia
Articolo che spiega che:
Secondo il presidente del Senato Maulen Ashimbaev, il nostro Paese non può limitare l’arrivo di cittadini russi, perché sia il Kazakistan che la Russia sono membri dell’Unione economica eurasiatica. Secondo l’accordo, non ci saranno restrizioni per i cittadini russi che entrano nel territorio del Kazakistan.
In precedenza, il ministero dell’Interno ha annunciato che dall’inizio del 2022 i cittadini stranieri hanno ricevuto 198.806 numeri di identificazione personale in Kazakistan. Tra questi, 74.371 cittadini russi hanno ricevuto permessi di soggiorno kazaki.
E ancora:
I paesi baltici hanno chiuso le frontiere ai cittadini russi dal 19 settembre.
Su Adyrna, altra testata kazaka, il 28 settembre:
Qual è l’atteggiamento della gente nei confronti dell’arrivo dei russi nel nostro paese?
Titolo che avrebbe poco senso se non fosse vero che è aumentato il numero di russi in arrivo in Kazakistan. E difatti l’articolo comincia con queste parole:
Il 21 settembre 2022 il presidente russo Vladimir Putin ha deciso la “mobilitazione parziale”. Pertanto, le persone si riuniscono per la guerra tra l’Ucraina tra i cittadini del proprio paese. Dal giorno di questa decisione, i cittadini russi hanno scosso la testa ovunque. Non supportando questa decisione, il numero di russi che sono giunti nello stato di confine del Kazakistan aumenta di giorno in giorno. L’arrivo dei russi ha rivelato alcuni problemi nel Paese. Ad esempio, la portata della lingua kazaka, il prezzo di un appartamento in affitto, ecc.
Finlandia
Ilta Sanomat il 23 settembre titolava:
Gli uomini in età da coscrizione stanno ora fuggendo in massa dalla Russia – “Queste sono le persone che comprano un biglietto di sola andata”
Ma le informazioni che riporta non sono verificate: video e immagini che riportano possono lasciare dubbi, specie visto che fanno riferimento a interviste col Guardian britannico. Quindi cerchiamo altre testate.
Iltalehti il 23 settembre titolava:
È così che i russi tentano di lasciare il Paese: i confini sono bloccati anche in Georgia e Kazakistan
E nell’articolo riportano un tweet della guardia di frontiera finlandese, tweet che viene commentato così:
Venerdì, la guardia di frontiera della Finlandia sudorientale ha affermato su Twitter che giovedì più del doppio dei cittadini russi hanno attraversato il confine dalla Russia alla Finlandia rispetto a giovedì una settimana fa.
Yle il 27 settembre riporta un’intervista a un giornalista russo che è fuggito in Finlandia ad aprile, intervista che titola:
Il giornalista Sergey Shelin è fuggito in Finlandia, lavora in Russia sotto pseudonimo e aiuta altri evasi: “I poveri e gli indifesi saranno al fronte”
Articolo che riporta tra le altre cose questo racconto:
La bandiera ucraina decora la porta d’ingresso della casa del giornalista russo Sergey Shelin. Shelin chiede a Yle di non dire dove siamo in Finlandia. Un’auto con targa russa è parcheggiata nel cortile di casa. È di due degli amici di Shelin che sono venuti a tarda notte da San Pietroburgo. Le amiche sono donne che lavorano nel settore culturale.
Hanno lasciato la Russia giovedì, un giorno dopo il discorso di Putin in cui il presidente ha annunciato una sospensione parziale del movimento. A San Pietroburgo iniziò a circolare una voce secondo cui il confine finlandese sarebbe stato presto chiuso. Un’enorme coda si è immediatamente formata all’ufficio passaporti mentre le persone si precipitavano a prendere i passaporti internazionali, afferma Valentina Beljajeva.
Mongolia
Ikon, testata mongola, il 22 settembre titolava:
“È vero che i cittadini che volevano entrare in Mongolia dalla Russia hanno formato una lunga coda a Hiagt”
E nell’articolo raccontano che:
…una fonte al porto di Altanbulag nella provincia di Selenge è stata contattata telefonicamente e ha affermato: “Il numero di persone che entrano in Mongolia dalla Russia è aumentato in modo significativo negli ultimi giorni. Non è possibile dire il numero in questo momento, ma il carico al porto di ispezione è aumentato in modo significativo.
Ergelt, altra testata mongola, il 23 settembre:
IL PORTO DI ALTANBULA È PIENO DI UOMINI RUSSI FUGGITI DAL PROPRIO PAESE
E una testata locale di Ulaan Baatar ha pubblicato un’intervista con un ricercatore dove si parla della politica dell’accoglienza relativamente ai profughi dalla Russia.
Concludendo
La Mongolia è l’unico Paese per il quale ho fatto più fatica a trovare informazioni senza che fossero copia incollate da siti occidentali, dalle fonti reperibili in tutti gli altri è evidente che c’è stato un progressivo aumento dell’immigrazione dalla Russia. Ovviamente non essendo sul luogo per poter intervistare questi soggetti l’unica cosa che possiamo fare è affidarci alla stampa del luogo o al massimo alle voci ufficiali, che sono sufficienti però per dimostrare che non ci sono le discrepanze che vorrebbero alcuni tra la narrazione sostenuta dai media occidentali e quelle dei Paesi confinanti con la Russia, in cui i russi che non vogliono essere mandati al fronte stanno cercando di rifugiarsi.
L’idea che emerge sfogliando e visionando immagini da media euroasiatici, infatti, è che la fuga sia reale, magari meno massiccia di quanto alcuni media occidentali abbiano sostenuto, ma reale. C’è gente che ha paura, così tanta paura da preferire di farsi beccare mentre cerca di lasciare il Paese invece che restare lì a farsi arruolare d’ufficio. Augurandoci che tutta questa follia finisca quanto prima senza conseguenze disastrose per tutti.
maicolengel at butac punto it
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