Sfamare i cani randagi è illegale?

randagi

Si parte da una notizia vera, si crea un po’ di scompiglio, un po’ di indignazione, si ottiene il risultato voluto nel giro di pochi giorni e poi? E poi non ci si degna nemmeno di scrivere un pezzettino, due righe anche sgrammaticate sul risultato ottenuto. L’importante però è che tutti condividano, commentino indignati senza nemmeno impiegare cinque secondi per capire cosa sia successo.

Questo il pezzo scritto due giorni fa dal sito nonsoloanimali. com:

NonSoloAnimali IL SINDACO DI PARTANNA HA VIETATO AI CITTADINI DI SFAMARE I RANDAGI: È ILLEGALE
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Nicolò Catania, il Sindaco di Partanna, cittadina della provincia di Trapani, ha dato notizia che la sua giunta ha lavorato per mettere a punto un piano di contenimento del fenomeno randagismo. Unica e grave nota dolente è che per arginare il fenomeno, abbia deciso di vietare ai cittadini di poter sfamare i randagi. Che muoiano di fame quindi! Questo è il modo più corretto secondo il primo cittadino di risolvere il problema! Il primo cittadino ha esposto i suoi buoni propositi volti a promuovere la collaborazione con le associazioni di volontariato ed animaliste presenti sul territorio e fino a qui tutto bene. “Siamo riusciti anche ad ampliare il rifugio trasformandolo in canile, che a breve sarà inaugurato, potendo così contenere fino a 140 animali” – ha detto il sindaco ai media. “Siamo orgogliosi dell’attività fin ora svolta, senza nascondere comunque le numerose difficoltà incontrate sia di ordine economico, che burocratico-amministrativo e organizzativo, vedi per esempio il personale da adibire assicurando turni consoni alle esigenze degli animali ospiti. La struttura è munita di apposita sala chirurgica per la sterilizzazione degli animali così come previsto dalla norma, che dopo la degenza  vengono rimessi nel territorio. Ad oggi ci pregiamo di avere catturato circa 160 cani. Le catture sono avvenute ad opera del personale dell’UTC e con l’ausilio della Polizia Municipale”. Il discorso fila liscio se non fosse che per i randagi ancora presenti nel territorio non è concesso il privilegio di poter mangiare, fatto che potrebbe rendere i cani pericolosi dando modo di gridare al mostro se poi accade l’inaspettato. Catania continua: “ho adottato l’ordinanza n. 60 del 17.11.2016 relativa agli obblighi dei proprietari e detentori di cani che è volta a far maturare nella cittadinanza la coscienza dell’obbligo di custodia in capo ai proprietari stessi, che devono altresì  adottare tutte le misure adeguate per evitare la fuga e per prevenire situazioni di pericolo in danno di altri animali o di cittadini.” Ed ecco la decisione shock: E fin qui tutto bene ma poi,  il Sindaco continua con la decisione shock: –“siamo inoltre convinti che altra strategia per evitare il fenomeno del randagismo sia il divieto di somministrazione di cibo  a cani vaganti per il territorio comunale e senza proprietario, su area pubblica, ma ciò potrà avvenire esclusivamente su area privata. Siamo convinti che la lotta al randagismo è sinonimo di coscienza civile oltre che di manifestazione di umanità e affezione verso gli animali e per questo riteniamo che la cittadinanza tutta vada educata in quest’ottica precisando che dopo un breve periodo che si darà a tutti per adeguarsi si passerà alla fase repressiva.” “Un’ordinanza inaccettabile da un punto di vista morale ma anche e soprattutto legale,” – sbotta la Lega Nazionale per la Difesa del Cane- “dato che va in netto contrasto con tutte le normative nazionali e regionali in materia di tutela degli animali. LNDC ricorda al primo cittadino che il suo compito è garantire il benessere dei cani del suo Comune, non di renderli affamati.” “Non è la prima volta che un Sindaco emette una ordinanza di questo tipo purtroppo – commenta Piera Rosati, Presidente di L.N.D.C. – e non so se considerare più grave la mancanza di sensibilità o l’ignoranza delle leggi che sono alla base di questi maldestri e miopi tentativi di arginare la piaga del randagismo. Maltrattare e affamare i cani non è certo un modo corretto né efficace per fare nascere meno randagi. L’unica arma sono le sterilizzazioni e maggiori controlli sulle iscrizioni all’anagrafe canina e sulla custodia dei cani di proprietà. Misure peraltro presenti nell’Ordinanza di Partanna, che però viene rovinata da questo assurdo e inconcepibile divieto”. Lega Nazionale per la Difesa del Cane, attraverso una lettera a firma della Presidente Piera Rosati, invita quindi il Sindaco Nicolò Catania a riformulare la sua Ordinanza, limitandosi a quelle misure di controllo ed educazione del cittadino che gli sono richieste dalla normativa vigente, tenendo conto che il suo ruolo è quello di garante il benessere di tutti gli animali presenti sul territorio del suo Comune.

Tutto vero. L’ordinanza n° 60 del 17.11.2016 recita così:

Art.4 DIVIETO DI SOMMINISTRAZIONE DI ALIMENTI A CANI SU AREA PUBBLICA E’ vietato somministrare alimenti per la sussistenza a cani vaganti per il territorio comunale, senza proprietario, su area pubblica, ma esclusivamente su area privata. Chi effettua la somministrazione abituale di alimenti a cani randagi è obbligato alla custodia e ad ogni altro obbligo che incombe sul proprietario, ivi compresa la registrazione all’anagrafe canina ed è ritenuto responsabile per eventuali danni arrecati a terzi.

Il povero Sindaco si è trovato travolto dall’onda del “siamo tutti animalisti”, mi verrebbe da aggiungere, attingendo dal repertorio di un duo di comici liguri, “col culo degli altri”. Eh già. Il randagismo è un fenomeno molto diffuso al Sud, sono andata in vacanza per alcuni anni sul Gargano, in Puglia, e vi assicuro che la quantità di cani randagi che incrociava la mia strada era notevole. Ma questo è un altro discorso. Si diceva, la piaga del randagismo è molto diffusa al Sud e giustamente deve essere arginata e combattuta. I problemi principali che possono derivare da un animale randagio sono malattie, non essendo stato vaccinato, e aggressioni. Credo che una bella epidemia di rabbia non sia proprio ciò che ogni sindaco vorrebbe avere nel proprio paese.
Il Sindaco di Partanna, assalito mediaticamente da orde di animalisti, in meno di una settimana ha chiarito la sua posizione e, concediamogli il beneficio del dubbio, pubblicato la versione corretta dell’ordinanza:

l Sindaco Catania chiarisce gli equivoci che sono sorti sull’ordinanza pubblicata pochi giorni fa in materia di lotta al randagismo.

Spiega che per mero errore è stata allegata al comunicato una bozza che presentava delle discrasie ma che certamente erano superabili se si fosse letto attentamente il comunicato, che spiegava abbondantemente l’impegno profuso dall’Amministrazione Comunale nella lotta al randagismo.

Ed ecco che entra così in vigore l’ordinanza n° 61 del 22/11/2016:

Art.4 MODALITA’ DI SOMMINISTRAZIONE DI ALIMENTI AD ANIMALI VAGANTI. La somministrazione di alimenti per la sussistenza a cani vaganti per il territorio comunale, senza proprietario, deve avvenire esclusivamente su area provata o nelle aree pubbliche dove trovano abituale rifugio. Chiunque provveda al sostentamento dei cani randagi su territorio comunale deve rispettare le norme per l’igiene del suolo pubblico e del decoro urbano […] Chi effettua la somministrazione abituale di alimenti a cani randagi che non siano individuati come cani di quartiere, è obbligato durante il pasto alla custodia e a ogni altro obbligo di vigilanza. […] chiunque desidera adottare un cane randagio è obbligato a provvedere alla registrazione all’anagrafe canina.

Le varie associazioni animaliste, avendo ottenuto ciò che desideravano, ovvero la modifica dell’ordinanza, perché non ne hanno dato notizia? Posso capire siti come nonsoloanimali. com o all4animals. it la cui attività mi è parsa poco più del banale copia e incolla. Ma la Lega Nazionale per la Difesa del Cane no. Ha pubblicato l’articolo di denuncia il 25 novembre, due giorni dopo l’emanazione dell’ordinanza sindacale “corretta”. Da un’associazione che per loro stessa ammissione si definisce così:

Il ruolo che si impone la Lega del Cane, è quello di educare, formare, sensibilizzare, indirizzare l’interesse crescente verso la zoofilia, creando un senso di responsabilità che porti ad eliminare gli abbandoni, i maltrattamenti e le violenze che spesso vengono compiute nei confronti degli animali. L’attività dell’associazione prosegue su binari paralleli: da un lato la gestione quotidiana di canili–rifugio e la tutela del benessere animale; dall’altro l’organizzazione di campagne di comunicazione – sensibilizzazione – informazione. Vi sono anche realtà in cui l’associazione si occupa di animali vaganti sul territorio. In questi casi l’intervento primario dei volontari si concentra sulla sterilizzazione dei cani e/o gatti nel tentativo di arginare un fenomeno, quello del randagismo, che in molte regioni italiane ha raggiunto livelli drammatici ed è ormai fuori controllo per tre fattori principali: il deliberato abbandono, la scomparsa fortuita (e qui subentra il problema della assenza di tatuaggio o microchip), la mancanza di piani di sterilizzazione.
E proprio in merito a questo fenomeno, che continua inesorabile, la nostra Associazione non manca di cercare costantemente la collaborazione di Comuni e ASL affinché, con interventi mirati e ben studiati, l’onere di trovare adeguate soluzioni non continui a gravare sulle spalle di organizzazioni di volontariato come la nostra.

mi sarei aspettata una migliore verifica dei fatti e una successiva rettifica.
thunderstruck @ butac punto it
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