Lo studio sulla mortalità in Emilia-Romagna
Una tesi che non ha convinto nemmeno gli autori che hanno firmato lo studio, ma che trova facilmente estimatori tra chi quella tresi vuole sostenerla comunque
Sul Fatto Quotidiano Blog l’oncologa Patrizia Gentilini ha pubblicato, in data 1 dicembre 2025, un articolo dal titolo:
Vaccini Covid, ecco perché considero convincente la tesi degli errori statistici sulla mortalità
Articolo che si basa in toto su uno studio pubblicato il 3 novembre 2025 dal titolo:
Classification bias and impact of COVID-19 vaccination on all-cause mortality: the case of the Italian region Emilia-Romagna
Studio che tra gli altri porta la firma del dottor Alberto Donzelli, già incontrato in precedenza su queste pagine.
Scrive Gentilini:
Ritengo quanto emerso di grande interesse in quanto per la prima volta – in un lavoro sottoposto a revisione paritaria – si trova un riscontro nel nostro paese di quanto ipotizzato già nel 2021 dai due matematici inglesi Norman Fenton e Martin Neil in un lavoro rimasto preprint (non pubblicato). Si tratterebbe di un grossolano errore di classificazione dei soggetti vaccinati noto come “distorsione della finestra di conteggio dei casi”, che classifica le persone come “non vaccinate” per 14 giorni dopo l’inoculo se si tratta della prima dose, come vaccinati con una dose se si tratta della seconda dose etc.
Peccato che, lo studio, una volta letto, non dimostri quanto sostenuto. O meglio, lo studio evidenzia un problema metodologico reale, ovvero il rischio di “classification bias”, ma nel farlo suggerisce conclusioni che in realtà non vengono mai dimostrate dallo studio stesso.
Cerchiamo di capirci. Lo studio analizza i dati di mortalità generale in Emilia-Romagna nel 2021, e valuta come cambia la distribuzione dei decessi se si applica o meno la “finestra dei 14 giorni” nella definizione di vaccinato. Ma facendo questo non dimostra che i vaccini abbiano aumentato la mortalità, non dimostra che l’eccesso di mortalità del 2021 sia da attribuire ai vaccini.
Lo studio si limita a esporre un potenziale bias statistico, non attribuisce causalità e non indica nessuna correlazione vaccini-morti. I ricercatori difatti non effettuano nessuna analisi sulle cause di morte o altri controlli che possano portare a quel risultato.
Quello che viene evidenziato dallo studio è un problema metodologico che era già noto e che viene normalmente discusso nella letteratura medica sugli immortal time bias. Bias che solitamente vengono discussi e spesso corretti negli studi seri.
Quello che fa Gentilini è prendere il risultato dello studio e sfruttarlo come prova di uno scenario molto più ampio che però nello studio stesso non viene dimostrato in alcun modo. Difatti le conclusioni, tradotte in italiano, riportano:
Nonostante potenziali fonti di errore derivanti dalla raccolta dati da parte di diverse autorità italiane, i risultati di questo studio evidenziano l’esistenza di un “errore di finestra di conteggio dei casi” nei dati reali, già sospettato da autori precedenti sulla base di simulazioni. Questo errore potrebbe aumentare artificialmente la mortalità dei non vaccinati e diminuire quella dei vaccinati, spostando i decessi che si verificano nei primi 14 giorni dopo la vaccinazione allo stato di non vaccinati, sulla base del fatto che questo intervallo di tempo è necessario per la piena espressione della risposta immunitaria. La ripetizione sistematica di questo errore può distorcere i risultati epidemiologici di un evento e portare a decisioni errate di sanità pubblica.
I grassetti sono nostri, ed evidenziano come anche gli autori stessi dello studio sappiano di non aver dimostrato alcunché.
A questo vorremmo aggiungere due considerazioni sul lavoro dei matematici britannici citati da Gentilini.
L’ipotesi di Fenton e Neil
Il preprint di Fenton e Neil del 2021 non fu mai accettato da alcuna rivista di medicina seria: si trattava infatti di un’ipotesi ritenuta completamente speculativa visto che si basava su dati aggregati e non su dati individuali come vorrebbe il metodo scientifico in studi come questi. Nel loro preprint i due suggerivano che la mortalità dei vaccinati nei primi giorni dopo la dose sarebbe stata erroneamente attribuita ai non vaccinati a causa della definizione statistica dei 14 giorni. Ma appunto a questo tipo di conclusione è possibile arrivare solo andando a indagare i dati individuali e non quelli aggregati; peccato che i due matematici non l’abbiano mai fatto, esattamente come gli autori dello studio citato da Gentilini.
Non credo di poter aggiungere altro.
maicolengel at butac punto it
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