Svitlana e i contatori dell’acqua

Un nuovo canale Telegram che ci regala gioie

svitlana

Ci avete segnalato un video che sta circolando su svariati social a partire da un canale Telegram appena aperto: Svitlana_news, canale Telegram che tra le altre cose sostiene che l’Unione Europea è nazista. Svitlana nel suo video dice di essere ucraina, ma considerando quel che racconta subito dopo poco conta da dove venga, l’unica cosa che conta è che Svitlana sta malinformando.

Qui sotto la potete vedere e ascoltare anche voi in tutto il suo splendore:

Svitlana sostiene che “dopo le leggi del governo Draghi” tutte le società dell’acqua avrebbero ricevuto ordine di sostituire i contatori dell’acqua.

È davvero così?

No, la legge per cui si stanno sostituendo i contatori dell’acqua è il decreto 93 del 2017, Draghi nel 2017 nemmeno ci pensava a governare l’Italia, in carica avevamo il governo Gentiloni. Quindi siamo alla prima sciocchezza detta da Svetlana – la quale, curiosamente, nel suo video mostra di informarsi leggendo la testata fondata da Matteo Gracis. La legge del 2017 faceva seguito a una direttiva europea a sua volta aggiornata nel 2018. I contatori (non solo quelli dell’acqua) devono essere leggibili da remoto, al momento la data entro cui devono esser sostituiti in tutta Europa è il 1 gennaio 2027, ma spesso queste date vengono via via cambiate man mano che ci si avvicina alla scadenza.

Poi Svitlana, dopo averci messo in guardia, ci racconta che sempre Draghi nel 2013 aveva obbligato la Grecia alla stessa sostituzione per poter intervenire con la chiusura del contatore da remoto. Sono andato a cercare sul web con l’aiuto di un traduttore. Mi spiace per Svitlana, ma non esiste traccia di questa sostituzione attuata da Draghi. In compenso trovo un lungo testo del 2012 dove vengono dati i suggerimenti per evitare bollette troppo care, o con prezzi gonfiati a causa di contatori montati male o difettosi.

Staccare l’acqua

E l’allarmismo sul fatto che così potrebbero, come in Grecia, chiuderci i contatori da remoto? Anche quella è malinformazione, cerchiamo di fare chiarezza. L’acqua è un bene necessario, vero, ma solo nel caso esista una “certificazione d’indigenza” è possibile evitare il distacco del contatore in caso di morosità dell’utente. Questo vale oggi come anni fa, non è una novità introdotta da Draghi o chi per lui. Una volta si riteneva che nessuno potesse esser staccato dall’acqua in quanto appunto bene necessario, ma i magistrati negli ultimi anni hanno abbracciato interpretazioni diverse della norma.

Oltretutto Svitlana parla di “staccare da remoto” come se la cosa facesse grande differenza dallo staccare in loco, ma mi duole renderle noto che esiste praticamente sempre un rubinetto esterno all’abitazione su cui l’azienda fornitrice del servizio può intervenire, e che se rifiutiamo l’accesso agli addetti della compagnia fornitrice dell’acqua nell’esercizio delle loro funzioni la nostra situazione si complica ulteriormente.

L’unico modo per evitare legalmente il distacco completo dall’acqua è avere la certificazione d’indigenza, che ci permetterà di ricevere fino a un massimo di 50 litri quotidiani, come spiegato su La legge per tutti. Giusto per voler essere ancora più specifici, nel servizio video dalla Grecia malamente doppiato che mostra Svitlana si parlava di distacco dalla rete elettrica, non da quella idrica.

Draghi e il DDL concorrenza

Sia chiaro, è vero che ci sono proteste su quanto avrebbe fatto – uso il condizionale perché a oggi non trovo conferma di quanto sostenuto su alcuni siti dedicati all’acqua bene comune – Mario Draghi prima di uscire dal governo con delle modifiche al DLL sulla concorrenza, modifiche che di fatto allontanano l’idea appunto di acqua bene comune, continuando sulla strada della gestione affidata ai privati. Ho approfondito per mia cultura personale la questione ed è molto più complessa di quanto non si voglia far sembrare. Ma non è questa la sede per parlarne.

Concludendo

Svitlana malinforma, come fanno tanti, con la differenza che Svitlana ci ha messo la faccia e quindi, volendo, chi la riconoscesse potrebbe far sapere alla polizia postale anche un cognome e un indirizzo, così che si possa procedere a una bella denuncia per procurato allarme.

redazione at buatc punto it

Se ti è piaciuto l’articolo, sostienici su Patreon o su PayPal! Può bastare anche il costo di un caffè!
Un altro modo per sostenerci è acquistare uno dei libri consigliati sulla nostra pagina Amazon, la trovi qui.