A caccia di voti in difesa del vino…

...disinteressandosi alla salute dei cittadini

Ci avete segnalato gli interventi di due europarlamentari italiani durante il dibattito che si è tenuto a Strasburgo la mattina del 15 febbraio sulla lotta contro il cancro.

Sono andato a cercarmi prima l’intervento dell’Europarlamentare Alessandro Panza, che conclude i suoi due minuti d’intervento con queste parole:

…attenzione a non demonizzare prodotti che cancerogeni non sono, penso ad un caso citato da tanti colleghi, ovvero il vino. Promuoviamo invece uno stile di vita sano e un consumo responsabile di una bevanda che fa parte del nostro patrimonio storico e culturale europeo …

Ripeto per chi fosse disattento, l’europarlamentare italiano durante un dibattito sulla lotta al cancro ha detto che non va demonizzato il vino in quanto non è cancerogeno. Per sostenere questa cosa Panza avrà perlomeno una laurea in Medicina con specializzazione in Oncologia, direte voi, ma purtroppo non è così, Panza è un quasi quarantenne con una laurea in Scienze Politiche.

Sarebbe almeno utile quindi che prima di partecipare a un dibattito di questo genere Panza si fosse documentato, e non sui siti di comodo, ma su quelli che vengono ritenuti le massime autorità in campo sanitario. Ad esempio l’Organizzazione Mondiale della Sanità, che, come potete leggere qui in un testo già di alcuni anni fa, ha spiegato che non esiste un livello sicuro di consumo di bevande alcoliche (vino incluso):

How can I drink alcohol safely?

This might not be the answer people want to hear, but there is no safe level for drinking alcohol. Of course there is lower-risk drinking, but WHO does not set particular limits, because the evidence shows that the ideal situation for health is to not drink at all. Alcohol is closely related to around 60 different diagnoses and for almost all there is a close dose–response relationship, so the more you drink, the higher your risk of disease. Less is better.

E ancora a febbraio 2018:

It has been established that drinking alcohol can cause at least 7 types of cancer, those of the:

    • bowel (colon and rectum)
    • breast
    • gullet (oesophagus)
    • larynx
    • liver
    • mouth
    • upper throat.

E sempre l’OMS a ottobre 2021 titolava:

Alcohol is one of the biggest risk factors for breast cancer

Ne ha poi parlato anche Dottore, ma è vero che? della FNOMCeO, confermando che anche un uso moderato può essere dannoso per il consumatore, come potete leggere qui.

Io spero che Panza abbia chiaro che sia il vino che la birra contengono alcol, perché a volte viene il dubbio che chi porta avanti queste battaglie a favore delle sostnze cancerogene lo ignori. Ma aspettate, perché come vi ho detto sono in due ad essersi espressi in difesa del vino, oltre a Panza durante il dibattito è intervenuta anche Stefania Zambelli, che nei suoi due minuti d’intervento dopo i ringraziamenti di rito ha detto:

…una cosa è l’attenzione data alla prevenzione, alla cura e alla diagnosi precoce, tema che appoggio e appoggerò sempre al 100%; un’altra cosa è il modo in cui si vuole criminalizzare alcuni prodotti, uno su tutti il vino! È inaccettabile pensare di mettere sullo stesso piano i superalcolici e il vino il cui consumo nella giusta quantità è addirittura consigliato in una dieta equilibrata. Questo rischierebbe di mettere in ginocchio tutto il comparto vitivinicolo non solo italiano ma soprattutto quello europeo. I posti a rischio sarebbero 3 milioni in tutta l’Unione Europea ed è per questo che il mio sì convinto va la lotta contro il cancro mentre non sono assolutamente d’accordo con tutto ciò che penalizza soprattutto in questo momento così delicato il vino e il made in Italy. Vorrei ricordare che per colpa di questa pandemia ci sono tantissimi pazienti oncologici che non possono essere operati perché le terapie intensive sono ancora occupate, sono ancora piene. Solo in Italia 4 milioni di controlli sono stati rinviati, 4 milioni di controlli, è questa la vera sfida che dobbiamo vincere e non penalizzare interi settori come quello vitivinicolo con etichettature che non hanno alcuna base scientifica…

Io capisco che entrambi i due europarlamentari stanno difendendo il settore perché quei numeri sono potenziali voti per la loro fazione, ma vorrei che voi capiste che mentre difendono un settore economico al tempo stesso stanno dimostrando di infischiarsene altamente della salute dei loro concittadini. Ovviamente pesa di più il possibile voto alle prossime elezioni che l’aver magari prevenuto qualche centinaio di migliaia di malati di cancro in più.

Sempre per aiutare questi europarlamentari ad avere ben chiara la faccenda, riportiamo quello che dice la CDC in merito al legame tra alcol e cancro:

All alcoholic drinks, including red and white wine, beer, and liquor, are linked with cancer. The more you drink, the higher your cancer risk.

Ovvero:

Tutte le bevande alcoliche, inclusi vino rosso e bianco, birra e liquori, sono collegate al cancro. Più bevi, maggiore è il rischio di cancro.

L’Unione Europea sta discutendo se includere un avvertimento di questo genere sulle etichette delle bevande alcoliche, Panza e Zambelli e con loro altri sodali che difendono a spada tratta il settore non vogliono. Nessuno sta parlando di vietare il vino o la birra o il whisky, ma solo di informare meglio il consumatore. Perché si debba sostenere che non ci siano basi scientifiche a supporto di questa idea mi è incomprensibile, se non con la motivazione che si è a caccia di voti.

In chiusura mi fa piacere mostrarvi come, in un Paese che come il nostro ha tanti interessi nel settore vitivinicolo, una certa stampa affronta l’argomento.

Titolava Le Figarò già nel 2018:

Visto dal fegato, il vino è davvero alcol!

Titolo che è già di per sé una risposta a entrambi gli europarlamentari italiani, poco conta se ci sia meno alcol in un bicchiere di vino invece che di vodka, dal punto di vista del fegato entrambi sono alcol, entrambi comportano un aumento del rischio di cancro.

Sono un ex fumatore, e per alcuni anni ho fatto pure (divertendomi da matti) il barman, non sono qui a dirvi che vanno vietate in toto le sigarette e l’alcol ma che è importante essere consapevoli dei rischi che si corrono nel bere come nel fumare.

Anche la Germania e la Francia hanno importanti interessi nel settore della produzione di bevande alcoliche, simili ai nostri, sia come numero di personale impiegato che di possibili entrate (o perdite) eppure non vedo lo stesso accanimento contro queste iniziative da parte dei loro europarlamentari. Non dico non ci sia nessuno contrario, ma solo che vedo toni decisamente diversi nel dibattito, e me ne dispiace.

Non credo di poter aggiungere altro.

maicolengel at butac punto it

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