5G, chi guadagna dalla disinformazione?
Parliamo spesso di disinformazione medica, di pseudoscienza, di divulgazione malfatta. E spesso qualcuno ci chiede chi guadagni da queste pratiche. A parte i soliti “medici ribelli” che nei loro ambulatori privati certificano che non possiamo fare il vaccino, sono tanti i soggetti che da questa pseudo divulgazione scientifica hanno da guadagnare.
Oggi voglio portarvi due esempi classici di prodotti in vendita che mi avete segnalato in questo periodo di pandemia. Il primo non arriva dall’Italia ma dal Regno Unito, ed è un dispositivo per proteggersi dalle radiazioni del 5G.
Il 5gBioShield USB Key è un prodotto, come potete vedere sopra, che promette di creare un’area protetta dalle radiazioni del 5G. Viene venduto alla modica cifra di 283 sterline, ma se ne comperiamo tre il prezzo cala, e invece di 849 sterline diventano 799. Un affare, direte voi. Un ottimo affare, al punto che i colleghi d’oltremanica (Quackometer.net) hanno acquistato il dispositivo e hanno scritto un breve articolo su questo prodotto, oserei dire una “recensione” imparziale dell’ottimo servizio che un dispositivo anti-5G può fare.
Potremmo definirlo un unboxing estremo (la pratica di aprire pacchi e oggetti acquistati online per mostrare come si presentano una volta arrivati a casa) formato da svariate immagini che ci mostrano l’oggetto in esame, la foto più importante ritengo sia questa:
Che mostra cosa c’è all’interno della scatoletta costata 283 sterline. Una batteria, che dà corrente a un led. Un tubo di rame, non collegato al circuito, e che quindi non ha alcuna funzionalità se non estetica (o forse serve a dare peso all’inutile oggetto). Inutile ma costoso. E la stessa azienda vende lo stesso prodotto anche in versione miniaturizzata:
Ecco, questo qui sopra è un primo esempio di come, grazie alla disinformazione su un tema come quello del 5G, è possibile fare soldi, anche tanti se si trova la giusta via di vendita e proposta. Questi hanno evidentemente esagerato, ma non sono i soli.
Made in Italy, quello bello
Anche in Italia succedono cose simili, alcune ve le abbiamo già raccontate negli anni scorsi. Ma oggi voglio mostrarvene una che è appena stata attenzionata dall’Antitrust.
Purtroppo qui non è stato fatto nessun unboxing, quindi non sappiamo esattamente cosa contenga questo favoloso braccialetto, venduto alla modica cifra di 649 euro.
Dico purtroppo perché sarei davvero curioso di sapere cosa contenga un briaccialetto che viene venduto come anti COVID-19, antielettrosmog e riequilibrante dei quindici apparati e sistemi umani (sarei anche molto, ma molto curioso di sapere quali siano i quindici apparati e sistemi umani).
Ma purtroppo appunto l’Antitrust ha per ora bloccato la vendita di questo dispositivo, quindi siamo impossibilitati a fare l’unboxing per voi (sto scherzando, nemmeno se qualcuno mi mandasse i soldi per comperarlo li spenderei in una cosa così). Mi spiace perché dell’azienda che produce questo fantastico oggetto noi avevamo già parlato nel 2016, in un lungo articolo della nostra Lola Fox. Articolo che generò uno scambio di mail col produttore, decisamente poco felice del nostro operato.
Non vi riporto tutto il lungo scambio di mail avuto tra l’azienda e la redazione di BUTAC, anche se potrei visto che il signore chiedeva che quelle sue lettere venissero pubblicate a smentita di quanto affermavamo. Ma per farvi capire il tono ve ne riporto solo una piccola premessa, così come l’abbiamo ricevuta quattro anni fa:
…DA ORA IN AVANTI SCRIVERO’ IN MAIUSCOLO TUTTE LE MIE CONSIDERAZIONI,
IN RISPOSTA A QUANTO DA LEI SPECIFICATAMENTE AFFERMATO NEI MIEI CONFRONTI, GRASSETTANDOLE OGNI TANTO PER RENDERLE PIU’ INCISIVE, COME HA PENSATO DI FARE LEI,PERCHE’ DESIDERO CHE PROPRIO SU QUEGLI ARGOMENTI I LETTORI SI SOFFERMINO IN PARTICOLARE. INSERIRO’INVECE IN MINUSCOLO LE SUE,COSI’ COME APPAIONO NEL SUO TESTO ORIGINALE,INSERENDO PRIMA QUESTA INDICAZIONE…… AFFERMAZIONI SUE… SARA’ COSI’ PIU’ FACILE,PER LE PERSONE CHE CI LEGGONO IN COPIA, E PER QUELLE CHE LEGGERANNO QUESTA MIA SUL VOSTRO SITO,CAPIRE COSA INTENDO DIRE.
VEDA DI RICORDARSI DI PUBBLICARE QUESTA MIA ,COSI’ COME GLIEL’HO INVIATA,
ABBINANDOLA AL SUO ARTICOLO INTEGRALE. VEDREMO COSA NE PENSERA’ LA GENTE DELLE MIE CONTRODEDUZIONI. SE NON LA PUBBLICA VUOL DIRE CHE LEI E QUELLI DEL BUTAC AVETE LA CODA DI PAGLIA E RIFIUTATE IL CONFRONTO!!!
Sul sito dell’azienda ci sono ancora prodotti che vorrei vedere sotto la lente d’ingrandimento di esperti come gli amici di Chiedi le prove. L’Antitrust non vieta la vendita di oggetti inutili, ma vieta i “claim” senza supporto scientifico. In Italia vige la regola che basta far riferimento ai dispositivi medici di classe I per dare a intendere che siano prodotti in qualche maniera sanitari. Ma come spiegava la nostra Thunderstruck anche questo è sbagliato. Chissà se prima o poi qualcuno avrà voglia di mettere mano alla legislazione su questo genere di prodotti.
Io non credo sia necessario aggiungere altro, l’articolo di Lola era molto chiaro su quelli che già quattro anni fa ritenevamo i fini principali della disinformazione pseudoscientifica sull’elettrosmog che veniva spacciata dal sito preso in esame.
maicolengel at butac punto it
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