Aglio, cipolla e interiora contro i superbatteri

ANTIBIOTICOMEDIEVALE

Innanzitutto chiedo scusa a tutti i lettori di Butac, abituali e non, per la mia ingiustificabile assenza degli ultimi mesi. Ho deciso di recuperare partendo da un articolo che lessi nei primi giorni della sua diffusione, ma che cadde nel grandissimo serbatoio del “dimenticatoio”. Ecco di cosa parliamo
 
aglio
 

Aglio, cipolla e interiora bovine: ecco l’antibiotico medioevale
Un manoscritto del IX secolo ci istruisce sui trattamenti medici dell’epoca degli Anglosassoni: oggi i ricercatori ricreano in laboratorio quei farmaci scoprendo che funzionano anche contro i batteri resistenti agli antibiotici

Presso l’università di Nottingham hanno deciso di provare ad utilizzare una ricetta presa da un antico manoscritto per un rimedio naturale:

Le istruzioni sono particolarmente specifiche e minuziose. Secondo la traduzione che ne hanno fatto gli studiosi, si richiede di procurarsi due diversi tipi di Allium: l’Allium sativum, meglio noto come aglio, e l’Allium cepa o l’Allium ampeloprasum, ossia la cipolla o il porro. Sono inoltre necessari il vino e il fiele del bue, ricavato dalle interiora dei bovini. Un recipiente di ottone (come non pensare ad un calderone delle streghe, visti gli ingredienti!) sarà indispensabile per far fermentare e purificare il tutto; la mistura, infine, dovrà riposare per nove giorni prima di poter essere utilizzata.

Sul sito dell’università si può trovare l’articolo originale e un video dove spiegano di cosa si tratta. Potete vederlo anche su Youtube:
 

In poche parole, seguendo la ricetta e le indicazioni di questo antico testo i ricercatori della università di Nottingham hanno realizzato questo “siero” e lo hanno testato in vitro su delle colture di stafilococco aureo (quello che provoca la TSS), batterio molto resistente alle terapie antibiotiche, e come ci dice la ricercatrice nel video, la popolazione di batteri è diminuita moltissimo; il risultato sembra sorprendente, dato che la loro idea iniziale era che sarebbe risultato inefficace.
La prima considerazione che ho fatto leggendo la data di pubblicazione – 1 Aprile – era che potesse trattarsi di un pesce di Aprile. In realtà la notizia è del 30 Marzo e considerando che dal 30 Marzo al 2 Aprile si è svolta un’importante conferenza sulla microbiologia credo che sia solo una coincidenza l’accavallamento con il periodo dell’anno più ricco di sciocchezze. Oltretutto non ne ha le caratteristiche: non fa ridere, non è ridicolo e non ha nessuna conclusione divertente.
A dirla tutta, però, non ha neanche le caratteristiche di un vero annuncio o di una vera scoperta. Dati sui test? Grafici o numeri? In realtà non è neanche un articolo quello pubblicato, ma una press realease, un comunicato stampa, che serve solo a diffondere una notizia. Tra l’altro la press release si intitola “AncientBiotics – a medieval remedy for modern day superbugs?” e, se non l’avete capito finora ve lo rivelo io, quando un articolo scientifico finisce con un punto di domanda la risposta è sempre NO. Al più potrebbe essere un “forse, ma non ci sono ancora elementi sufficienti”, oppure, ed è questo il mio sospetto più grande, la risposta potrebbe essere “forse, dateci un po’ di soldi per fare una vera ricerca e non una finta come questa”.
Sarò prevenuto io, ma subito dopo aver scritto questo

Dr Kendra Rumbaugh carried out in vivo testing of the Bald’s remedy on MRSA infected skin wounds in mice at Texas Tech University in the United States. Dr Rumbaugh said: “We know that MRSA infected wounds are exceptionally difficult to treat in people and in mouse models. We have not tested a single antibiotic or experimental therapeutic that is completely effective; however, this ‘ancient remedy’ performed as good if not better than the conventional antibiotics we used.
grassetto mio e traduco la frase per i più svogliati: “Comunque, questo “antico rimedio” è stato efficace come gli antibiotici che si utilizzano solitamente, se non migliore”

scrivono questo

The AncientBiotics team at Nottingham is seeking more funding to extend this fascinating research which combines the arts and sciences, past and present.

che significa: “Il team AncientBiotics (antichi antibiotici) di Nottingham è alla ricerca di maggiori fondi per estendere questa affascinante ricerca che combina le arti e la scienza, il passato e il presente.

Questo mi fa pensare che, come centinaia di altre cose, tipo le mele, il selenio, l’artemisia annua, sono tutte buone idee che in vitro sono efficaci, quantomeno promettenti, ma che avrebbero bisogno di test veri per dimostrare di essere migliori dei rimedi attuali.
Come riportato poco sopra però, la dottoressa Rumbaugh avrebbe testato sui topi questo “rimedio di Bald”; ma anche qui nessun dato viene rivelato. Quanto funziona? Quali sono le controindicazioni? Qui si approfondisce un poco di più lo studio americano:

After the success against bacteria in test tubes, the Nottingham researchers sent the recipe to Rumbaugh, whose lab focuses on in vivo testing – testing on organisms. Rumbaugh said the results in her lab were remarkable as well.
“I was quite skeptical at first, but it actually worked pretty well, it worked just as well as the current gold standard, which is Vancomycin,” Rumbaugh said.
Rumbaugh’s testing and the testing of the lab in Nottingham proved the solution to be pretty effective in battling bacteria like MRSA. But it’s still unclear what part of the solution was the key to effectiveness.
“It has a number of ingredients, so we have no idea right now what the active ingredients are that are actually having the antibacterial effect,” Rumbaugh said. “So the next step is to really try to purify those, work with some biochemists, find out what those are, find out if they’re new, or if we’re talking about chemistry as we already know about.”

Mi sembra di capire che non ci sia in realtà nessuna pubblicazione, ma solo dei risultati preliminari che fanno ben sperare, e in Texas stanno cercando di scoprire quali sostanze contenute nel rimedio medioevale possano avere l’effetto antibiotico per capire, usando le sue parole, se è qualcosa di nuovo o di già conosciuto.
Si tratta quindi di un’interessante intuizione – cioè quella di testare un antico rimedio – che si basa però su idee già presenti – le proprietà antibatteriche di aglio e simili – che necessita di veri test e che potrebbe rivelarsi della stessa efficacia dei medicinali già sul mercato.
Notizie da leggere sotto l’ombrellone, nulla più.
Ricordatevi di amare col cuore, ma per tutto il resto di usare la testa.
neilperri @ butac.it
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PS: È normale e perfettamente legittimo per le università cercare fondi e finanziatori per le ricerche, non vorrei che passasse il messaggio che questa sia una cosa sbagliata o immorale. Il punto è che la notizia è stata diffusa specificamente per questo scopo, dato che non ci sono dati scientifici da mostrare e che quindi la notizia è praticamente una non-notizia. Potremmo definire il tutto una semplice pubblicità per l’università di Nottingham.