Benigni, la Rai e il referendum

… per non parlar della Repubblica.

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La notizia è di quelle che hanno girato tutta l’estate, ma più ci si avvicina alla fatidica data tutto quanto è possibile per portare acqua al proprio mulino viene rimesso pesantemente in circolazione. In questo caso, evidentemente si tratta di un perfetto esempio di sottile disinformazione. Non è una bufala, si tratta solo di precisazioni, ma con questo titolo si cerca di far leva sull’indignazione:

Rai, 200 mila euro per i 6 minuti di Benigni per sponsorizzare il SI al Referendum

Per i più pigri:

  • Il titolo corretto sarebbe dovuto essere: “La Rai paga 200mila euro per poter replicare lo show di Benigni”
  • Nel prologo l’attore toscano ha solo ribadito il fatto che la possibilità di revisione è prevista dall’art.138
  • L’intervista della mattina è su La Repubblica, che non fa parte della squadra della RAI
  • Roberto Benigni intervistato da Ezio Mauro ha detto che voterà sì alle modifiche.

Per i più curiosi:

Come anticipato della versione per pigri qui non siamo di fronte ad una bufala, è vero che Roberto Benigni ha preso 200.000 euro per la replica de “La più bella del mondo”. Ma lo show, quando era stato trasmesso dalla RAI nel 2012, era stato pagato (solo per la trasmissione senza diritti sull’opera) 1,800,000 euro. Ci sta che la replica ne costi 200,000, anzi per una prima serata estiva un 15% di share con quella spesa credo che sia un ottimo successo; a questo aggiungete che è stata attualizzata, con un prologo differente di sei minuti.

 
Roberto Benigni – La più bella del mondo (02-06…

L’Art.138 che cita Benigni è questo:

Le leggi di revisione della Costituzione e le altre leggi costituzionali sono adottate da ciascuna Camera con due successive deliberazioni ad intervallo non minore di tre mesi, e sono approvate a maggioranza assoluta dei componenti di ciascuna Camera nella seconda votazione.

Le leggi stesse sono sottoposte a referendum popolare quando, entro tre mesi dalla loro pubblicazione, ne facciano domanda un quinto dei membri di una Camera o cinquecentomila elettori o cinque Assemblee regionali. La legge sottoposta a referendumnon è promulgata se non è approvata dalla maggioranza dei voti validi.

Sicuramente citare quell’articolo e quindi fare chiarezza in coloro che avessero avuto dei dubbi è un chiaro invito al voto, ma non ho trovato una particolare enfasi sul votare sì, non in quel prologo.

Sia chiaro, è confermato, Benigni ha fatto davvero outing su La Repubblica, in un’intervista rilasciata a Ezio Mauro la mattina stessa della messa in onda. L’attore prima spiega chiaramente che più che un vero cambiamento lui la vede come un’attualizzazione della Costituzione:

E allora che bisogno c’è oggi di cambiarla, questa Costituzione?

“Infatti farebbero bene ad attuarla, prima di pensare a cambiarla. La Carta è nata come una promessa alle generazioni future. Noi siamo qui riuniti – disse Calamandrei in quei giorni – per debellare il dolore e per ridurre la maggior quantità possibile di infelicità. Ci rendiamo conto? In questo senso la Costituzione, come la democrazia, è un paradosso, perché chiede a tutti le virtù di pochi”.

Poi spiega che comunque la possibilità di revisione esiste, disegnata proprio dai Costituenti:

Ma la Carta non deve disegnare il paradiso, quella è una geografia che spetta alle religioni, non le pare?
“Nemmeno un paradiso terrestre, siamo d’accordo. Ma i Costituenti si sono preoccupati di disegnare la porta, perché sapevano benissimo che un paradiso da cui non si può uscire diventa facilmente un inferno. Dunque hanno previsto i meccanismi di revisione del loro testo. Io sono affezionato particolarmente alla prima parte, quella dei diritti e dei doveri, che per fortuna nessuno vuole toccare. Ma sulla parte dell’ordinamento dello Stato intervenire si può, anche tenendo conto della fase storica in cui la Costituzione è nata, dopo un periodo di umiliazione del Paese e delle sue istituzioni”.

E infine ammette che lui voterà sì:

Ma lei cosa voterà al referendum? Mi è sembrato indeciso, prima ha detto sì, poi no. Dunque?
“Ho dato una risposta frettolosa, dicendo che se c’è da difendere la Costituzione, col cuore mi viene da scegliere il “no”. Ma con la mente scelgo il “sì”. E anche se capisco profondamente e rispetto le ragioni di coloro che scelgono il “no”, voterò “sì””.

Trovo assurdo indignarsi per la sua presa di posizione, ma avete presente che genere di prese di posizione vengono fatte negli altri Paesi?

Credo sia un diritto di tutti informarsi e fare una scelta ponderata, basata sui fatti e non sulle affermazioni di questo o quell’altro politico, questo o l’altro attore/personaggio famoso a scelta.

maicolengel at butac punto it

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