Il blocco ricoveri programmati causa sbarchi
Giusto ieri parlavamo di come in Francia ci sia una pagina Facebook che serve solo ed unicamente ad indignare la gente ed ecco che mi segnalate in tantissimi qualche altro genio del male, italiano stavolta, che ha messo in giro l’immagine che segue:
È un copione che conosciamo già, non c’è nulla che non sia già stato detto. Non è una bufala, è normale prassi, chi mi sta segnalando l’immagine evidentemente non si ferma neppure un secondo a pensarci, non serve una verifica dei fatti, non c’è scritto nulla che ci deve indignare. Il direttore del polo ospedaliero universitario di Cagliari avverte le due strutture in città dello sbarco (il 16 dicembre 2016) di migranti, quindi avverte che se ci sono ricoveri che possono esser spostati e pazienti che possono esser dimessi è il caso di tenersi pronti (per quel giorno) all’arrivo di navi con persone da curare magari con una certa urgenza.
La storia di questa lettera era già circolata all’epoca, ma per alcuni evidentemente non a sufficienza. I colleghi di bufale.net ne avevano già parlato fin dal 16 dicembre. Si partiva da questo messaggio sul sito di UNIDOS:
Ecco la circolare shock del direttore dei Presidi Ospedalieri di Cagliari
“Il documento è ufficiale ma riservato: oggetto, bloccare ricoveri programmati e dimissione pazienti dimissibili – in previsione dello sbarco dei migranti previsto per la giornata di oggi, si invitano le SS.LL. a voler provvedere a bloccare i ricoveri programmati e a dimetterei pazienti dimissibili, al fine di poter affrontare l’eventuale emergenza. Firmato il direttore medico dei presidi ospedalieri”.
Una comunicazione imposta dall’assessorato regionale tra la follia e la totale spregiudicatezza di una regione allo sbando che arriva a pianificare lo sfollamento degli ospedali, mandando a casa i pazienti che risultano ricoverati per un motivo, altrimenti non dovrebbero essere ricoverati, e rispedire a casa coloro per i quali era pianificato il ricovero.
Non ci sono molti commenti da fare. E nemmeno troppe interpretazioni. Ognuno può leggere la circolare e farsene un’idea.
Ma il testo prosegue (non ve lo riporto tutto, a distanza di tre mesi ha poco senso). Il succo è che è scandaloso che gli italiani vengano dopo i migranti, ecc. ecc., fino allo sfinimento. E io potrei anche essere d’accordo, se parliamo di due persone con la stessa urgenza e problematica, prima l’italiano (o meglio prima chi arriva per primo). Ma qui parliamo di ricoveri programmati (quindi non urgenti) e pazienti che possono esser dimessi. Suvvia, siamo seri.
A ogni modo dopo l’articolo su UNIDOS la risposta dell’assessore della Sanità, Luigi Arru, non è tardata ad arrivare:
“Circola in queste ore sui social media la notizia che il direttore sanitario di un presidio ospedaliero di Cagliari avrebbe dato ordine di dimettere i pazienti ricoverati per liberare i posti letto e accogliere i migranti sbarcati martedì”. Così interviene l’assessore della Sanità, Luigi Arru, in riferimento ad una circolare del responsabile di un presidio cagliaritano, emessa in occasione dell’ultimo sbarco di migranti.
“Forse qualcuno non sa che è una regola generale – prosegue Arru – che, quando avvengono dei fatti eccezionali per numero di persone coinvolte o per la gravità delle condizioni cliniche (che potenzialmente potrebbero portare ad un aumentato numero di ricoveri), si attiva un piano che prevede che siano prontamente dimessi i pazienti per i quali il medico che li ha in cura – e solo lui – ha già stabilito la dimissibilità. Nessuna dimissione, quindi, per pazienti che richiedono altre cure, come qualcuno in malafede afferma. Fortunatamente il numero di persone che sono finora sbarcate e che hanno ricevuto cure in ospedale o sono state ricoverate, è inferiore all’1%. Anche durante questo ultimo sbarco nel porto di Cagliari, pur essendoci numerose donne vittime di violenza, numerosi bambini, pochi sono stati coloro che hanno avuto bisogno di cure ospedaliere.
Dispiace che si diffondano notizie con il solo scopo di suscitare la paura, odio contro persone che hanno solo bisogno di aiuto e conforto, dopo aver effettuato viaggi lunghi e pericolosi. L’assistenza a queste persone è dovuta e, certamente, non avviene a scapito della risposta sanitaria che ricevono i cittadini sardi”.
Devo aggiungere altro?
maicolengel at butac punto it
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