BUFALA: 200 bambini uccisi da ISIS

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La notizia me l’avete segnalata in tanti, alcuni addirittura linkando un articolo del Messaggero che riporta i fatti in maniera corretta. Ma basta guardare l’anteprima dello stesso articolo condivisa su facebook per accorgersi che c’è qualcosa che non va:

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ISIS, orrore senza fine: uccisi 200 bambini, sdraiati faccia a terra

Se facciamo lo sforzo di clikkare sulla notizia vediamo che il titolo cambia:

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ISIS, “uccisi 200 bambini”: ma il video è del 2014, e i morti sono i soldati di Assad

Io non so se sia un errore dato dall’avere prima condiviso la notizia BUFALA e poi corretta senza però esser andati a correggere l’anteprima per i social network, o se si sia scelto intenzionalmente di spacciarla così per attirare lettori. Spero nel primo caso, la seconda ipotesi mi fa voglia di sputare in un occhio al redattore che si sia prestato ad un gesto del genere.

Ma poco importa, come riportato correttamente da La Stampa (che il Messaggero cita senza linkare, sia mai di perdere anche un solo lettore – vergognatevi) i fatti sarebbero decisamente differenti:

Strage di massa in Siria: è il video di un massacro, avvenuto in Siria nel 2014, girato dai miliziani dello Stato Islamico a fini di propaganda. A diffonderlo, dallo Yemen, è un gruppo arabo ostile a Isis. Nelle immagini si vedono i jihadisti del Califfo che, armati di kalashnikov, gridano “Allahu Akbar” mentre fanno fuoco da distanza ravvicinata su gruppi di siriani obbligati a stendersi a terra, gli uni a fianco degli altri, con il volto verso il terreno.  Per il gruppo anti-Isis le vittime sarebbero “almeno 200 bambini” mentre analisti britannici affermano che si tratta di adulti. Il luogo della strage è la base aerea di Tabqa, catturata da Isis nell’agosto dello scorso anno.

Il fatto che l’articolo del Messaggero sia delle 10:48 di ieri mattina e sia stato aggiornato alle 17:36 mi fa pensare che in prima istanza abbiano diffuso la bufala per poi tornare sui propri passi dopo l’articolo su la Stampa.

Sia chiaro anche all’estero il video ha circolato senza verifiche, ma perlomeno si è fatto ampio uso della parola allegedly che potremmo tradurre con un “si dice che”, bastava aprire spiegando chiaramente che non si era fatta alcuna verifica per dare all’articolo una parvenza di giornalismo, visto che già il 9 (un giorno prima della pubblicazione sul Messaggero) le altre testate evidenziavano il dubbio sulla veridicità dei fatti.

Cercando in rete si trovano molti video sul massacro di Tabqa, e un confronto tra quello che circola oggi, e quelli di un anno fa, ci mostra un aspetto molto simile del paesaggio, e dei corpi sdraiati in terra.

video28agosto2014

video2015

Ancor più triste è che per attirare ancor di più attenzione sul fatto si usa una foto che a sua volta risale perlomeno al 2014, quando è stata fatta circolare in merito alla pubblica esecuzione fatta dai terroristi Daesh nei confronti di prigionieri yazidi.

Siate Utenti, non uTonti, ribellatevi alle testate giornalistiche che vi trattano così.

maicolengel at butac.it

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