La CIA, il COVID e i “complottisti”
La CIA ha consegnato a Trump le prove della fuga del Coronavirus dal laboratorio di Wuhan? Non esattamente...

Su tante testate italiane nei giorni scorsi è stata riportata la notizia dei documenti che la CIA avrebbe consegnato a Trump sull’origine del Coronavirus, e abbiamo visto scegliere titoli come quello di Repubblica:
Covid, la Cia cambia idea: “Probabile fuga da laboratorio di Wuhan all’origine”
O quello di Quotidiano Sanità:
Covid. La CIA cambia idea e sostiene, seppur con “scarsa fiducia”, la teoria della fuga dal laboratorio in Cina per spiegarne le origini. La replica di Pechino: “Estremamente improbabile”
Quello de Il Post, che insieme a Quotidiano Sanità è quello più onesto, fin dal titolo:
La CIA sostiene che l’ipotesi più probabile sulle origini del COVID-19 sia un incidente di laboratorio, ma con «poca convinzione»
Poi abbiamo il Secolo d’Italia:
La CIA consegna le prove a Trump: Covid “creato” in Cina. Fratelli d’Italia: per la sinistra eravamo complottisti
Che è invece quello che più si discosta dai fatti, anche se poi leggendo l’articolo si ritrovano più o meno le stesse informazioni che troviamo negli altri. Tanti ne hanno parlato ma riteniamo, visto il lavoro fatto durante la pandemia, che sia utile trattare anche noi la questione.
I fatti
Durante la presidenza di Joe Biden era stato ordinato alla CIA un rapporto che è stato consegnato solo a presidenza finita, rapporto che non ha preso in considerazione elementi d’indagine nuovi, ma solo quelli esistenti quando è stato ordinato di stilarlo. Nel rapporto l’Agenzia americana per la sicurezza ha aggiornato quella che è la sua valutazione sull’origine della pandemia, segnalando come ipotesi più probabile la fuga accidentale da un laboratorio. La nuova valutazione si basa su un’analisi più approfondita di dati già esistenti, ma la stessa agenzia nel suo rapporto spiega che la conclusione espressa è comunque non risolutiva, in quanto le prove a sostegno sono incomplete e inconcludenti.
Cosa dicevamo in passato?
Nel 2022, in seguito ad alcune dichiarazioni di Giorgio Palù, pubblicammo un articolo dal titolo: Le origini del virus e la disinformazione, articolo in cui spiegavamo che non veniva negata alcuna possibilità:
…con questo non stiamo negando – come non abbiamo mai negato – che esista la possibilità che in realtà il coronavirus sia davvero sfuggito da un laboratorio, ma per sostenerlo servono prove, studi scientifici che lo dimostrino, e Palù non ne ha presentato nessuno, si è solo limitato a sostenere che oggi secondo lui esisterebbero più prove a favore di quell’ipotesi.
E nel 2024 commentavamo la deposizione di Fauci con queste parole:
Qui siamo veramente nella post-verità, perché dare a intendere che Fauci o altri – noi inclusi – abbiano bollato come complottista l’idea che il virus SARS-CoV-2 possa aver avuto la propria origine in un laboratorio di Wuhan è la pura malafede di chi cerca di riscrivere i fatti perché ormai non ha niente a cui attaccarsi nella realtà. Come spiegato da chiunque si basi sulle evidenze, ad oggi non esiste prova che il virus sia nato in laboratorio. Ma questo non significa che non possa essere successo. Fauci ha riconosciuto che la teoria della fuga dal laboratorio non dovrebbe essere considerata una teoria del complotto e ha affermato che non ha mai cercato di sopprimere discussioni o ricerche su questa possibilità. Fauci ha semplicemente sostenuto la teoria della trasmissione naturale del virus, basandosi sulle prove finora disponibili. Esattamente come ha fatto chiunque – noi inclusi – non avesse motivo di ritenere più valide teorie di cui non si è mai vista alcuna evidenza solo perché non è possibile escluderle al 100% (e se ritenete che in questa affermazione ci sia qualcosa di sospetto, meglio fare un ripasso di come funziona il metodo scientifico).
Quindi noi, verificatori di fatti dal 2013, riportando i pareri di chi riteniamo autorevole nel campo, non abbiamo mai sostenuto che prendere in considerazione l’ipotesi che il virus fosse stato generato dal laboratorio di Wuhan sia da complottisti, ma abbiamo spiegato come e perché prima di fare qualsivoglia affermazione servano prove; e così ha fatto chiunque abbia la capacità di elaborare un ragionamento un po’ più complesso della falsa dicotomia che vuole tutto bianco o tutto nero. Le prove che il virus sia sfuggito da un laboratorio per il momento non si sono mai viste: non ce le ha la CIA, non ce le aveva Palù nel 2022 e di certo non ce le ha la capogruppo di Fratelli d’Italia in commissione COVID. Ma questo non la frena dallo sproloquiare. Questi sono i suoi virgolettati riportati da il Secolo d’Italia:
«Cade un altro tabù della pensiero unico imposto durante la pandemia e che Fratelli d’Italia aveva contestato sin dall’inizio – commenta Alice Buonguerrieri, capogruppo di Fratelli d’Italia in commissione Covid – non c’è alcuna certezza che il Covid 19 sia frutto di un naturale spillover, giacché va considerata l’ipotesi di un contributo umano determinante nella diffusione della pandemia che ha colpito il globo».
Come vi abbiamo appena dimostrato con pochi link non c’era alcun tabù, darlo a intendere serve a una specifica narrazione cavalcata da Alice Buonguerrieri.
Concludendo
È un fatto che oggi la CIA consideri “più probabile” la fuga accidentale dal laboratorio, ma appunto come spiegato dalla stessa agenzia attualmente le prove a sostegno mancano. Siamo di fronte a quella che potremmo definire una revisione dei dati, non una svolta radicale dei fatti. Purtroppo solo alcune testate in Italia hanno riportato con i giusti toni l’incertezza alla base della notizia, tutti gli altri hanno preferito usare toni sensazionalistici che permettono a politici come Alice Buonguerrieri di portare avanti la propria narrazione, che ci viene da definire ideologica. Come dimostrato anche solo prendendo in considerazione un paio dei nostri articoli, non c’è mai stato nessun tabù nel parlare dell’origine da un laboratorio, tantomeno nel valutare l’ipotesi. L’ipotesi della fuga è sempre stata presa in considerazione. Dare a intendere il contrario come fa la capogruppo di FdI significa distorcere i fatti per rafforzare nei propri follower quello spirito di “noi contro di loro”.
maicolengel at butac punto it
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