Il cibo sintetico e la disinformazione sistematica

La scienza dice no ai "cibi artificiali"? No, ma alcuni medici dicono no ad approfondire le tematiche di cui parlano

Ci avete segnalato un video, pubblicato già da qualche mese sul canale video di Coldiretti, che riporta il parere di un medico, professore universitario e gastroenterologo, su quella che Coldiretti definisce “carne sintetica”. Il video riporta un estratto dell’intervento di questo medico nel corso del Forum Internazionale dell’Agricoltura, Forum ovviamente sponsorizzato da Coldiretti.

Il video dura 14 minuti, ma saltiamo tutte le premesse iniziali sulla carriera del professore e arriviamo al punto.

Dal minuto 7 circa:

Io dico che noi ci siamo adattati, con le nostre fragilità di Homo Sapiens che è un processo ad adattamento di 2/3 milioni di anni, ci siamo adattati a un contesto esterno. Questa, quindi, noi ci siamo adattati a ingerire quella che possiamo definire un’alimentazione naturale che la natura ci ha dato in questa eccezione, non dico tradizionale, naturale.

Già qui vorremmo dire che non è vero quanto riportato dal professore: il cibo che mangiamo oggi, nella stragrande maggioranza dei casi, è completamente diverso di quello che mangiavamo già cento anni fa, non parliamo poi di quello che si mangiava 100mila anni fa, o due milioni di anni fa. Noi, essere umani, abbiamo coltivato e allevato in modo che il cibo si adattasse a noi, e non il contrario. Molti prodotti vegetali che oggi mangiamo normalmente sono completamente diversi dalle loro forme selvatiche. Un esempio? Il pomodoro, quello coltivato dagli agricoltori italiani – o di tantissime altre parti del mondo – secondo la scienza (di cui il professore ospite di Coldiretti dovrebbe essere un portavoce) contiene meno del 5% della variazione genetica dei suoi parenti selvatici. Questo è merito della domesticazione fatta selezionando le piante che ci sembravano migliori ed eliminando le altre. Quindi non siamo noi che ci siamo adattati, ma siamo noi che abbiamo selezionato e adattato. Non è lana caprina, è proprio il concetto contrario.

Minuto 7:25 circa:

Ora arrivano, quindi usiamo il termine giusto, dei Cell Based Food che sono delle cellule cresciute in coltura a estrazione da un tessuto, carne può essere pesce, può essere qualsiasi cosa in un futuro, che vengono fatte crescere in una piastra di coltura. Per farle crescere in una piastra di coltura che non ha il sistema immunitario e non ha gli (sic) nutrienti che ha il corpo bisogna dargli siero bovino o sennò se non si vuol dare siero bovino dargli insulina, fattori di crescita, tutto quello che voi potete immaginare una piastra di coltura per farla crescere e poi bisogna tenerla sotto controllo da chi? dagli invasori, e quindi dando gli antibiotici. Cioè questo Cell Based food in realtà è sono delle cellule che per farle crescere bisogna dargli di tutto, è, non è naturale punto, io da qua in poi, mi, mi astengo.

Ecco, sarebbe meglio astenersi, perché quanto detto dal gastroenterologo è sbagliato. E come sempre non siamo noi di BUTAC a dirlo ma gli stessi che hanno fatto ricerca sul Cell Based Food a spiegarlo, e non da ieri, bensì da anni.

A Roma, dove il professore insegna, proprio l’anno scorso si è tenuto un convegno della FAO, che ha prodotto tra le altre cose un bel PDF di libera consultazione per tutti. Ve ne riportiamo una piccola parte:

Poiché la coltivazione cellulare viene eseguita in condizioni di coltura sterili rigorosamente controllate, l’uso degli antibiotici viene drasticamente ridotto o può essere eliminato. Ridurrà così il rischio di esposizione umana agli antibiotici e allo sviluppo di resistenza antimicrobica.

Quindi il professore universitario, magari per mancanza di approfondimento sul tema, ha dato un’ulteriore informazione errata. Ed è uno sbaglio pesante, perché l’antibioticoresistenza è considerata una minaccia grave per la salute pubblica globale, non un tema da trattare con leggerezza.

Minuto 10:02:

Ora arrivo alla parte finale: ma questi alimenti, alimenti perdonatemi, questi Cell Based Food, sono sicuri? Io vi dico non lo so. Io non sono un un Basic Science Io sono un clinico che vede malati tutti i giorni. Io non lo so se sono sicuri, dico solo che la FAO e WHO 6 mesi fa per farci capire a noi scienziati se sono sicuri hanno fatto una roba da 140 pagine, 40 delle quali, guarda caso da pagina 100 a pagina 138, dopo 100 roba di documenti, dicono che ci sono una valanga di rischi teorici genotossicità multi bla bla bla non vi entro in tutto questo, uso di quegli antibiotici. Da dove vengono estratti non vi dico…

Oh cacchio, ma allora il documento firmato FAO e WHO l’ha letto, e pur avendolo letto è cascato nella storia degli antibiotici? Che strano.

Ma soprattutto: davvero la FAO e WHO hanno rilevato 40 pagine di pericoli nei Cell Based Food?  Sì è vero, e spiegavamo le cose in maniera molto chiara anche noi, ben prima del convegno di Coldiretti di dicembre 2023. Ad aprile 2023 infatti, a seguito dell’ennesimo articolo di Coldiretti contro il Cell Based Food in cui cavalcavano queste 40 pagine di pericoli, spiegavamo che:

…i pericoli evidenziati fino a ora siano del tutto simili a quelli che si trovano nel cibo “convenzionale”.

Ne abbiamo poi parlato anche con Gabriele Scrofani, divulgatore laureato in Produzioni animali innovative e sostenibili, che ha confermato le nostre considerazioni.

Il medico e professore universitario, esattamente come Coldiretti in precedenza, questa cosa invece non la spiega. Questa è disinformazione pura e semplice, chi la fa può essere il miglior medico del mondo nel suo campo ma sta comunque disinformando in una maniera che secondo noi è subdola. Perché se ha davvero letto il testo FAO e OMS sa bene che la tabella coi rischi evidenziati riporta in quasi tutte le caselle questa frase, o sue minime variazioni:

The same kind of hazard is present in conventional meat products and in common food processes.

Ovvero

Lo stesso tipo di rischio è presente nei prodotti convenzionali a base di carne e nei comuni processi alimentari.

Lasciamo a voi ogni ulteriore considerazione. Ma questo tipo di smentite meriterebbero ben più visibilità che il nostro piccolo blog, peccato non vedere tra i giornalisti presenti all’evento di Coldiretti qualcuno che abbia avuto il coraggio di chiedere conto delle loro affermazioni. Il potere di certe lobby nel nostro Paese è sempre più forte. Un giorno dovremo fare i conti con questa situazione.

maicolengel at butac punto it

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