Corte Suprema, vaccini e giornalisti

No, la Corte Suprema di New York non ha reintegrato tutti i lavoratori non vaccinati

C’è una notizia che circola da fine ottobre e che è stata cavalcata alla grande da testate contrarie all’obbligo vaccinale. La notizia la possiamo riassumere col titolo che le ha dato FoxNews, e che in tanti in Italia hanno ripreso da allora, senza fare alcuna verifica.

New York Supreme Court reinstates all employees fired for being unvaccinated, orders backpay

La stessa notizia, però, data da testate americane meno di parte negli stessi giorni, suonava un filo meno sensazionalistica. Così la CNN:

New York State judge reinstates fired sanitation workers who did not comply with New York City’s vaccination mandate

La sottolineatura è mia, perché è diverso parlare di un singolo giudice o della “Corte Suprema”, e anche i fatti sono decisamente meno sensazionalistici di come sono stati riportati in Italia. Sì, perché come spiegava la CNN:

Un giudice dello Stato di New York ha reintegrato 16 operatori ecologici licenziati che non avevano rispettato il mandato di vaccinazione di New York City emesso nell’ottobre 2021, decidendo che avrebbero dovuto anche recuperare lo stipendio.

Il motivo della sentenza è spiegato molto chiaramente su Associated Press:

Non c’è nulla nella documentazione a sostegno della razionalità di mantenere un mandato di vaccinazione per i dipendenti pubblici mentre si libera il mandato per i dipendenti del settore privato o si crea un’esclusione per determinate professioni, come artisti, atleti o artisti.

Che, tradotto dal legalese: visto che il sindaco aveva rimosso l’obbligo del vaccino per alcune categorie di dipendenti privati, il giudice ha ritenuto che anche questi sedici netturbini del comparto pubblico avessero lo stesso diritto.

Quindi non una sentenza generica in favore di tutti i lavoratori non vaccinati (come sosteneva Fox News, che però evitava attentamente di scendere nel dettaglio), bensì una specifica sentenza nei confronti di sedici netturbini licenziati.

Che dite, merita un titolo come quello scelto da Maurizio Belpietro?

La grande lezione americana ai nostri custodi del regime – Il paragone tra la Consulta e la Corte Suprema di New York su casi simili è impietoso: negli USA le toghe hanno difeso la libertà, notando l’ovvio: il vaccino non ferma il contagio. Da noi hanno difeso Roberto Speranza.

Belpietro malinforma, parla di Corte Suprema di New York ma mette una foto del presidente della Corte Suprema statunitense, John Glover Roberts Jr, non di Ralph Porzio, che è solo un singolo giudice sui 324 membri della Corte di NY. E malinforma perché parla di toghe al plurale, quando si tratta di un singolo giudice, malinforma perché sostiene che la sentenza sia stata emessa per via del fatto che il vaccino non protegge dal contagio, mentre – come avete letto sopra – non è questa la principale motivazione della sentenza.

Oltretutto esiste un’altra notizia di novembre in cui si parla di vaccini obbligatori a New York. Sonia Maria Sotomayor, lei sì giudice della Corte Suprema USA (di cui fanno parte solo otto giudici più il presidente, appunto John Roberts) ha rifiutato la richiesta d’appello urgente che le era stata fatta dagli altri lavoratori licenziati a cui era stato bloccato lo stipendio. Lavoratori che stanno facendo ricorso presso le corti minori (come quella di Porzio) ma a cui l’appello è stato vietato dall’alto. Come mai Belpietro di questa giudice non parla?

Questo sistema di fare informazione omettendo parti rilevanti delle notizie si chiama malinformazione. È uno dei modi più subdoli con cui si disinforma il lettore finale. Chi continua a dare spazio a giornalisti che malinformano, invitandoli nei salotti televisivi e agli eventi in giro per il Paese, è loro complice. Ricordiamocelo.

maicolengel at butac punto it

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