COVID – Vaccini, infezione e protezione

L’infezione fornisce la stessa protezione dei vaccini? Cerchiamo di fare chiarezza

Ci è stata segnalata l’interpretazione di uno studio che è stato pubblicato sul Lancet, interpretazione fatta da Filomena Fotio per MeteoWeb. Il titolo del suo articolo:

Covid: l’infezione fornisce la stessa protezione dei vaccini

Immunità naturale “almeno altrettanto durevole, se non di più” di 2 dosi di vaccini Pfizer o Moderna

Nell’articolo di MeteoWeb non viene linkato lo studio a cui si sta facendo riferimento, rendendo per il lettore comune difficile la verifica di quanto viene riportato – fa sorridere che in compenso venga linkata l’home page di Lancet.

L’articolo, se si elimina il titolo, non riporta cose sbagliate, riporta quanto spiegato nello studio senza particolari omissioni. Il problema è appunto quel titolone, che è l’unica cosa che legge la maggior parte della gente che lo trova condiviso sui social.

Noi siamo comunque andati alla ricerca dello studio originale per poter verificare i dati. La prima cosa da evidenziare è che si tratta di una revisione sistematica, ovvero hanno preso altri studi e ne hanno comparato i risultati, quindi quanto riportato è il sunto di questo lavoro. Non si tratta quindi di un’analisi da zero, con campioni di soggetti da analizzare, bensì di una raccolta fatta partendo da dati raccolti da altri. Qui potete trovare lo studio, e noi ci limitiamo a riportare, tradotta, parte del riepilogo riassuntivo dello stesso (grassetti nostri):

La protezione da infezioni pregresse contro la reinfezione da varianti pre-micron era molto elevata ed è rimasta elevata anche dopo 40 settimane. La protezione era sostanzialmente inferiore per la variante omicron BA.1 ed è diminuita più rapidamente nel tempo rispetto alla protezione contro le varianti precedenti. La protezione dalla malattia grave era elevata per tutte le varianti. L’immunità conferita da un’infezione passata dovrebbe essere soppesata insieme alla protezione dalla vaccinazione quando si valuta il futuro carico di malattia da COVID-19, fornendo indicazioni su quando le persone dovrebbero essere vaccinate e progettando politiche che impongano la vaccinazione per i lavoratori o ne limitino l’accesso, sulla base dello stato immunitario, ad ambienti in cui il rischio di trasmissione è elevato, come viaggi e ambienti interni ad alta occupazione.

Da nessuna parte si dà a intendere che sia da preferire l’immunità da infezione rispetto a quella da vaccino, come invece sembrano suggerire titolo e sottotitolo. Viene spiegato che l’immunità da contagio, con le varianti iniziali, era molto forte, meno con Omicron, ma che nel bilancio complessivo vanno considerate anche le conseguenze della malattia. Perché pubblicare un titolo che dà informazioni fuorvianti, differenti anche dai toni dell’articolo successivo è materiale per chi studia come si diffonde la disinformazione.

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