Le mezze verità del Donbass: le 14000 vittime
Come la disinformazione gioca con i numeri
Oggi presentiamo un altro nuovo collaboratore, Michele Armellini, fresco di dottorato in Storia, che tratta per noi una questione che sta girando in maniera incontrollata dall’invasione russa dell’Ucraina visto che è alla base dell’accusa del “genocidio in Donbass” che Putin ha usato per giustificare l’attacco.
Come già accennato in un articolo del 1° marzo, circola in rete un testo relativo al conflitto in Donbass precedente alla recente invasione russa.
Tra le altre cose, viene affermato nel testo che secondo l’OSCE dall’inizio del conflitto nel 2014 sarebbero state uccise 14000 persone nella regione. Più avanti il testo collega questo numero – che sentiamo ripetere di continuo da commentatori da social ieri esperti di virologia, oggi esperti di geopolitica – alla denuncia di Putin del genocidio che le autorità di Kiev avrebbero compiuto nel Donbass:
Putin ha più volte denunciato il genocidio nel Donbass (14.000 morti) ma nessuno nei media occidentali ha approfondito.
Ma è veramente così che stanno le cose? Cercando sul sito dell’OSCE, nello specifico nella sezione dedicata alla missione di monitoraggio inviata in Ucraina, non ho trovato un resoconto completo di tutte le vittime civili e militari a partire dall’inizio del conflitto. Un report dettagliato elenca le perdite civili, però soltanto dal 1° gennaio 2017 al 15 settembre 2020. Esistono anche degli aggiornamenti giornalieri che però cessano per ovvie ragioni dal 7 marzo di quest’anno.
In realtà il documento più significativo in proposito lo ha rilasciato l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani e stima tutte le vittime (civili e militari) del conflitto a partire dal 14 aprile 2014 al 31 dicembre 2021. Per chi volesse leggerlo tutto, lo può trovare qui.
Riassumendo brevemente: è vero che il numero delle vittime viene stimato circa in 14000, ma comprende le perdite subite da entrambe le parti: il governo di Kiev e i separatisti filorussi.
Dettagliando ulteriormente scopriamo che tra le vittime 3404 sono civili, 4400 sono appartenenti alle forze armate ucraine e 6500 sono i ribelli armati filorussi. Partendo dal presupposto che sono 14000 morti di troppo per quanto mi riguarda, si tratta comunque di perdite relative ad entrambe le parti in conflitto ed è dunque veramente follia, o totale malafede, attribuire questi decessi alla presunta volontà genocida del governo ucraino. Anche perché le vittime civili non si possono attribuire ad una parte o all’altra, e soprattutto non hanno più possibilità di scegliere.
Ieri anche la Corte internazionale di giustizia dell’ONU si è espressa al riguardo, sentenziando che in Donbass non è in corso alcun genocidio e che il pretesto utilizzato dalla Russia per attaccare l’Ucraina è infondato.
Michele Armellini
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