Gli ebrei in Ucraina allontanati dai negozi…

Un fact-checking sull'ingresso vietato a Uman

Ci avete segnalato un video che sta circolando da due giorni, questo:

 

Nel video vediamo alcune persone, chiaramente di religione ebraica, che vengono allontanate dall’entrata di quello che a prima vista appare come un centro commerciale o un supermercato. Il video non è manipolato, e sta circolando molto in queste ore. Ci avete chiesto un fact-checking del video e abbiamo analizzato i fatti.

Il video viene condiviso da Belaaz News con queste parole:

 — HATERS: A supermarket in Ukraine denying entry to a group of Jews near the border with Poland today. Hundreds of Jews are stuck for many hours near the Polish border, they fear that they will be stuck there for Shabbos.

Tradotte:

HATERS: Oggi un supermercato in Ucraina nega l’ingresso a un gruppo di ebrei vicino al confine con la Polonia. Centinaia di ebrei sono bloccati per molte ore vicino al confine polacco, temono di rimanere bloccati lì per lo Shabbos.

Il video è reale e attuale, quello che però manca al tweet è il contesto in cui lo stesso è stato girato, contesto che crediamo sia importante spiegare a chi ci legge.

Uman e gli ebrei ortodossi

In Ucraina esiste un luogo, la città di Uman, considerato molto importante per gli ebrei ortodossi che seguono il chassidismo (o hasidismo). Viene considerato importante perché è il luogo che ospita la tomba del rabbino Nachman di Breslov, e ogni anno attira decine di migliaia di hasidi in pellegrinaggio da tutto il mondo.

Il primo anno di pandemia, prima dello scoppio della guerra, era stato negato il pellegrinaggio dall’esterno dell’Ucraina: solo che era della zona avrebbe potuto parteciparvi. Con la fine delle restrizioni per l’emergenza sanitaria gli hasidi erano pronti a ricominciare il loro pellegrinaggio, ma è scoppiata la guerra con la Russia, e il governo ucraino ha chiesto ai pellegrini di non recarsi a Uman. Oleksandr Tkachenko, ministro della Cultura, ha chiesto esplicitamente ai pellegrini di non provare a raggiungere Uman, spiegando che non è il momento adatto. I funzionari ucraini hanno ripetutamente spiegato che la città di Uman, che ha già subito alcuni attacchi nelle precedenti fasi del conflitto, potrebbe subirne di nuovi a causa della presenza dei pellegrini. Persino il rabbino di Uman ha scoraggiato i pellegrini dal cercare di raggiungere la città.

Già a luglio l’ambasciatore ucraino in Israele aveva evidenziato che il Paese non sarebbe stato in grado di proteggere eventuali pellegrini, inoltre Israele – che solitamente invia forze di polizia per gestire i pellegrini – quest’anno ha (giustamente o meno) scelto di non farlo. Lasciando solo alle forze dell’ordine ucraine il compito di occuparsi dei pellegrini, nonostante esse probabilmente abbiano altro da fare, vista la guerra in corso.

I problemi nella gestione di qualche decina di migliaia di persone sono svariati, dall’accoglienza per farli dormire al cibo per farli mangiare. Stiamo parlando di una cittadina da 80mila abitanti, 25mila persone in più sono tante. Durante un conflitto come quello in corso ci sono maggiori difficoltà a far arrivare approvvigionamenti, tutto è più difficile, ed è per questo che il governo ucraino ha implorato questi pellegrini di aspettare la fine del conflitto per il loro pellegrinaggio.

Ma anche così 25mila hasidi si sono messi in cammino, passando le frontiere a piedi o via treno e auto, visto che i voli sono bloccati. E guarda caso alcune testate il 27 settembre riportavano notizie come questa:

Some of the Iranian drones that Russia launched in the south of Ukraine were supposed to attack Hasidim in Uman

Che la popolazione della città – che normalmente accoglie i pellegrini convivendo tranquillamente con loro – non sia entusiasta di questo pellegrinaggio è a nostro avviso assolutamente comprensibile, e non si può dire che non siano stati avvisati per tempo: è da luglio che in tanti Stati del mondo in cui c’è una rappresentanza di hasidi viene diramato l’avviso che il pellegrinaggio quest’anno non era da fare.

Quindi per concludere il video è vero, e viene dai territori ucraini, ma va inquadrato in un contesto specifico. Siamo di fronte a soggetti che se ne sono fregati degli avvisi di ambasciatori, forze dell’ordine e funzionari doganali, soggetti che sono entrati nel Paese per una manifestazione religiosa infischiandosene di chi li ha ripetutamente avvertiti che facendolo avrebbero messo a rischio la propria vita e quella dei cittadini di Uman. Non crediamo che il video possa essere prova di atteggiamenti razzisti nei confronti degli ebrei, basti pensare che comunque l’ambasciatore ucraino in Israele ha pubblicato questo post a conclusione delle celebrazioni per il capodanno ebraico:

Circa 25mila pellegrini ebrei provenienti da tutto il mondo hanno visitato Uman quest’anno
Nonostante la guerra in atto dalla Russia contro l’Ucraina, quest’anno decine di migliaia di pellegrini si sono riuniti vicino alla tomba di Tsadyk Nakhman per celebrare il Capodanno ebraico. Il Municipio, la Polizia Nazionale dell’Ucraina, il Ministero degli Interni e il Servizio di Sicurezza dell’Ucraina hanno compiuto molti sforzi e risorse per mantenere sicurezza e tranquillità sul luogo di pellegrinaggio religioso. , coinvolte altre forze dell’ordine delle regioni limitrofe, dotate di appositi rifugi antibomba, ecc.
Il livello di pericolo è rimasto alto visto il bombardamento russo in corso e l’uso mirato dei droni iraniani che sono stati abbattuti con successo dalle nostre Forze Armate e non sono riusciti a colpire la città.
Purtroppo, quest’anno la parte ucraina è stata costretta a garantire la sicurezza dei pellegrini da sola, poiché Israele, a differenza degli anni precedenti, non ha inviato la sua polizia ad accompagnarli.
Siamo sinceramente grati a tutte le forze dell’ordine e ai servizi di sicurezza ucraini coinvolti per il loro lavoro e per evitare tutte le situazioni potenzialmente pericolose.
Crediamo che grazie alle preghiere dei pellegrini per la vittoria del nostro paese, l’anno prossimo saranno accolti da un cielo pacifico  in un’Ucraina in pace.

maicolengel at butac punto it

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