L’effetto Dunning-Kruger

L'ultima parte della nostra piccola guida sui bias cognitivi più comuni!

Ed eccoci alla puntata conclusiva di queste veloce trilogia dedicata ai meccanismi che ci fanno cascare nella disinformazione più di quanto ci possiamo rendere conto.

Socrate, il grande filosofo dell’antica Grecia, si racconta che abbia detto:

L’unico vero segno di conoscenza è sapere che non sai nulla.

Come nelle precedenti puntate dedicate al bias della negatività e al bias di conferma, anche oggi ci occupiamo di un meccanismo inconscio del nostro io, un fenomeno psicologico che descrive la tendenza delle persone meno competenti in un determinato campo a sovrastimare le proprie capacità, mentre le persone altamente competenti tendono a sottostimarle.

Origini dell’effetto

A differenza dei bias già trattati, l’effetto Dunning-Kruger è qualcosa che è stato studiato e teorizzato di recente: lo studio a cui deve la fama difatti risale solo al 1999. La ricerca originale di Dunning e Kruger è nata in seguito all’osservazione di casi come quello di McArthur Wheeler.


La Storia di McArthur Wheeler

Nel 1995, a Pittsburgh, McArthur Wheeler decise di compiere due rapine in banca in pieno giorno, senza indossare maschere o altri travestimenti per nascondere il suo volto. La sua unica precauzione fu di spalmarsi il viso con succo di limone. La logica di Wheeler era che, poiché il succo di limone può essere usato come inchiostro invisibile (diventa visibile solo quando esposto al calore), pensava che, applicandolo sulla pelle, avrebbe reso il suo viso invisibile alle telecamere di sicurezza.

Ovviamente, il piano di Wheeler non funzionò. Le telecamere di sicurezza registrarono chiaramente il suo volto e, la stessa sera, quando le sue immagini furono trasmesse in un programma televisivo locale, fu rapidamente riconosciuto e arrestato.

Quando gli fu mostrato il filmato, Wheeler esclamò sorpreso: “Ma avevo il succo di limone sul viso!“.


Questo caso ha spinto i due ricercatori a chiedersi, come può qualcuno fare un errore così evidente? Cosa ci porta a gesti così insensati? Lo studio portato avanti da Dunning e Kruger ha mostrato che le persone con competenze limitate:

  1. Non riescono a riconoscere la propria incompetenza.
  2. Non riescono a riconoscere la competenza altrui.
  3. Non riescono a riconoscere l’ampiezza della propria incompetenza.
  4. Possono riconoscere e ammettere la propria incompetenza solo dopo essere state formate in quel campo.

Mentre al contrario le persone altamente competenti tendono a:

  1. Sottostimare le proprie capacità, pensando che le loro competenze siano comuni a molti.
  2. Riconoscere e apprezzare meglio la competenza altrui.

Esempi pratici

Purtroppo dieci anni di BUTAC ci hanno mostrato molto chiaramente fin dove l’effetto Dunning-Kruger può spingere la gente. Ci sono nicchie (non così piccole) di utenti della rete che osannano soggetti con conoscenze limitatissime su un’infinita di argomenti come se invece fossero grandi esperti. Finché si parla di credenze assurde come il terrapiattismo non è un problema, quando però si passa a campi come quello medico e/o finanziario i rischi per chi ci casca sono immensi. Da chi si fida del santone e si cura da malattie serie con unguenti magici e meditazione, a chi invece investe denari seguendo guru della finanza fai-da-te.

Purtroppo, come dimostrato dallo studio ci si rende conto di essere stati veramente incompetenti solo quando, dopo aver approfondito gli studi, non si è più così incompetenti. Perché appunto il cuore dell’effetto Dunning-Kruger risiede nella nostra incapacità di autovalutazione. Chi è meno competente spesso non ha gli strumenti cognitivi per riconoscere la propria mancanza di competenza. Allo stesso modo, chi è molto competente potrebbe presumere che ciò che è ovvio per sé lo sia anche per gli altri.

C’è una frase che circola in rete attribuita a Isaac Newton e che riporta:

What we know is a drop, what we don’t know is an ocean.

Che tradotto sarebbe:

 “Ciò che sappiamo è una goccia, ciò che ignoriamo è un oceano”,

Seppur con una dubbia attribuzione, cattura l’essenza dell’Effetto Dunning-Kruger. La nostra continua ricerca della verità e della conoscenza ci mette di fronte all’immensità di ciò che ancora non sappiamo.

Riconoscere e comprendere l’effetto Dunning-Kruger è il primo passo per evitare di cadere nella trappola della presunzione e per navigare nel vasto oceano della conoscenza con una bussola affidabile.

redazione at butac punto it

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