La Germania lentamente si spegne?

Facciamo chiarezza sui "razionamenti stile bellico"

Il 10 luglio il blog Scenari Economici ha pubblicato un articolo dal titolo:

La Germania lentamente si spegne. Razionamenti stile bellico, acqua fredda e industrie chiuse

Fonte della notizia è un articolo del Financial Times che è dietro un paywall, dal titolo:

Germany dims the lights to cope with Russia gas supply crunch

L’articolo di Scenari Economici inizia così:

Come riporta il FT, la Germania sta ora razionando l’acqua calda, spegnendo i lampioni e chiudendo le piscine, mentre l’impatto della crisi energetica inizia a diffondersi come la proverbiale onda del nove di ghiaccio, dall’industria agli uffici, ai centri ricreativi e alle abitazioni.

Mi limiterò all’analisi di queste poche righe, credo sia sufficiente, vengono fatte affermazioni molto precise, vediamole una alla volta.

Il razionamento dell’acqua calda

Non è “la Germania” che si è messa a razionare l’acqua calda, ma una cooperativa edilizia della Sassonia (Dippoldiswalde) che ha annunciato che alcuni dei suoi appartamenti avrebbero avuto acqua calda solo in certe ore della giornata, e terrà il riscaldamento spento fino a settembre. Tutto questo lo si può verificare sulle testate tedesche, qui Spiegel Panorama del 8 luglio 2022. Il tutto per paura di bollette troppo alte, non perché ci sia un’effettiva carenza di gas al momento. Ma ovviamente le sanzioni alla Russia hanno fatto lievitare i costi anche per l’acqua calda. Quello che è importante sottolineare però è che non è appunto “la Germania”, bensì solo una specifica azienda che si occupa di gestioni immobiliari. Anche io, che ho il compito di tenere dietro alla caldaia centralizzata del palazzo in cui risiedo, a novembre avevo ridotto le ore di accensione: la guerra e le sanzioni ancora non le avevamo viste, ma i costi del gas erano già lievitati. Titolare l’Italia raziona l’acqua calda quando ero stato io a ridurre le ore in cui la caldaia era accesa sarebbe stata disinformazione.

I lampioni spenti

No, per ora i lampioni non sono stati spenti dal governo tedesco, come durante la pandemia ogni Länder (stato federato) può scegliere di applicare delle norme diverse anche sulla base della situazione in cui si trova. Quindi è possibile che alcuni abbiano scelto di abbassare l’intensità dei lampioni stradali quel tanto che basta a risparmiare qualcosa, come la cooperativa edilizia sassone ha scelto di avere gli impianti di riscaldamento spenti fino a settembre. Ma a oggi il governo tedesco non è ancora entrato nella fase tre dell’allerta, la fase in cui si possono prendere decisioni drastiche come ipotizzato da Scenari Economici. È solo al livello tre del sistema di allerta, infatti, che lo Stato può intervenire. Come spiegava l’agenzia giornalistica TagesSchau l’11 luglio 2022, ancora non siamo in quella fase.

Le piscine chiuse

E arriviamo all’ultima affermazione, quella sulle piscine chiuse. Anche qui i fatti non sono esattamente come raccontato. Sempre usando l’agenzia TagesSchau possiamo verificare che a oggi il governo nazionale non ha fatto chiudere le piscine. Quello che è successo – ma non solo in Germania – è che i gestori delle piscine stesse hanno scelto autonomamente di abbassare la temperatura dell’acqua e lo stesso di fare con la temperatura degli spogliatoi: questo basta a portare a un risparmio del 25% per tutte le piscine coperte. La stessa cosa posso confermare che è stata fatta in alcune strutture italiane, la piscina che abitualmente frequento, comunale, ha abbassato le temperature di un grado.

Non credo serva aggiungere altro.

maicolengel at butac punto it

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