Il Green pass in Israele…

...e la manipolazione ai Tempi del Covid

Titola il Tempo:

Israele cancella il green pass: con Omicron si ammalano anche i vaccinati

L’articolo, se così possiamo definire poche righe di testo senza fonte alcuna, pubblicato il 24 gennaio, racconta:

Israele cancella il green pass entro fine gennaio. La notizia era già stata diffusa dall’autorevole quotidiano Jerusalem post che la settimana scorsa il pensiero del Ministro delle Finanze dello Stato di Israele, Avigdor Liberman. Tramite un tweet spiegava che non c’era più alcuna “logica medica ed epidemiologica nel green pass”,  idea peraltro condivisa da “molti esperti” “Quello che c’è, invece, è un impatto diretto sull’economia, sul funzionamento quotidiano (del Paese) e un contributo significativo alla diffusione del panico tra i cittadini”, aveva precisato il ministro, il quale aveva già annunciato di essere impegnato “con tutte le parti per eliminare il green pass e preservare una routine di vita normale per tutti”. Il numero di persone che contrae il virus nonostante il vaccino o la guarigione è salito alle stelle con la variante Omicron, e tale sistema dunque va cancellato. Israele ancora una volta traccia la strada ai tempi della pandemia?

Siamo andati a cercare una fonte che confermasse quanto riportato. E non l’abbiamo trovata. Su Jerusalem Post troviamo due articoli dei giorni scorsi, il primo titola:

Israel must clarify its confusing COVID-19 rules

Ed essendo un editoriale non riporta fatti, ma opinioni dell’autore, che critica la posizione del governo israeliano sulla gestione della pandemia.

L’altro, anch’esso un editoriale, titola:

Amid Omicron, Israel must move beyond COVID-19 Green Pass

Anche qui siamo di fronte a un articolo che critica l’uso attuale del Green pass come misura di controllo, le critiche possono anche essere condivisibili, ma non trovo una dichiarazione che il governo abbia definitivamente deciso di chiudere col Green Pass da fine gennaio come invece sostenuto da ilTempo (e ripreso subito dopo dai tanti siti di stampo negazionista che scopiazzano dalla redazione del quotidiano romano). In compenso trovo ripetuti inviti alla vaccinazione, in contrasto con la linea editoriale della testata diretta da Franco Bechis.

Quello che trovo è quanto riportato su the Times of Israel, che spiega le cose con un po’ più fonti e affidabilità:

Health Ministry experts recommend scrapping Green Pass

L’articolo del 23 gennaio 2022 spiega che un gruppo di esperti, consulenti del Ministero della Salute, avrebbe affermato che a causa della contagiosità della variante Omicron il Green pass non sia più un valido sistema per proteggere la popolazione. Nello stesso articolo scopriamo perché Tempi ha sostenuto che il Green pass sarebbe cancellato entro fine gennaio, non perché ci sia a oggi una dichiarazione in quel senso ma perché il 30 gennaio, fin da ottobre, era la data di scadenza del decreto d’emergenza su cui si basa la validità del provvedimento. Quindi, se non viene deciso che il Green pass è ancora uno strumento valido, il provvedimento arriverà a conclusione come era stato deciso mesi fa, non a causa di una cancellazione bensì per la scadenza dei termini.

Il gruppo di consulenti ha affermato che al momento la misura corretta per decidere chi può avere accesso agli ambienti chiusi non può appunto essere il Green pass ma solo un test negativo. Stranamente tutto questo non viene spiegato su Tempi. In pratica si sta dicendo no al Green pass, sì a milioni di tamponi in più – con l’industria che li produce che non vede l’ora.

L’articolo di Times of Israel conclude spiegando che non è stata presa nessuna decisione e che lo si farà nei prossimi giorni.

Con quanto scritto qui sopra abbiamo tentato di riportare fatti, non opinioni, fatti che siete in grado di verificare cliccando sui link che trovate nell’articolo. Una testata giornalistica dovrebbe fare lo stesso, mentre invece Tempi con le sue poche righe sta manipolando i fatti, dando a intendere cose non ancora decise, omettendone altre di rilevante importanza.

Non credo sia necessario aggiungere altro, ma insisto nel pensare che quello italiano sia uno dei peggiori giornalismi possibili. La cosa è deprimente se pensiamo a quante brave firme avremmo, ma ormai le redazioni sono in mano a esperti di clickbait e propaganda. I fatti non hanno più una casa in Italia, solo le opinioni non faticano a trovare un editore.

maicolengel at butac punto it

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