Green pass e ospedali

Davvero non fanno entrare negli ospedali senza Green pass?

maicolengel butac 21 Ott 2021
article-post

Ci avete segnalato un video che sta circolando in rete. La segnalazione che ci è arrivata veniva dalla condivisione di una venezuelana che lo rigirava ai suoi connazionali con queste parole:

Le quitan el derecho a la salud, los médicos se prestan a esta basura ? En el momento que esto cayó en manos de políticos se jodió todo. #Italyprotest

Venezuelana che a sua volta lo aveva ripreso da una spagnola che l’aveva condiviso con queste parole:

Italia, le prohíben la entrada a una clínica a señora, por no tener pasaporte sanitario, no es la vacuna estúpido!!! es la libertad, lo que esta en juego.

Nel video sentiamo la voce di uomo, italiano, dire:

Ecco sentite, la signora doveva venire a fare degli esami non ha il Green pass ed ora è costretta ad attendere qui fuori, questa è una scena tipica.

È vero che, bassissimo, sentiamo la signora dire “Io devo andare a controllare il diabete”, ma la signora è davanti all’entrata “Visitatori”, se si guarda con attenzione lo si riesce a leggere nel cartello blu in alto.

Da quell’entrata, come le spiega la guardia, senza Green pass non si può entrare. Ma non perché alla signora sia vietato andare a fare una visita di controllo (se ha preso regolare appuntamento), bensì perché quello è l’accesso per andare a fare visita ai ricoverati, e negli ospedali italiani le visite ai ricoverati si possono fare solo se muniti di Green pass.

Gli accessi per chi invece deve fare visite o altro si fanno tramite altri percorsi, e se si deve attendere come ci si regola dipende da regione a regione. Alcune strutture hanno sale d’attesa per chi ha il Green pass e per chi non ce l’ha, altri hanno tendoni fuori, altri non hanno nulla, altre ancora vietano di accedere se non 15 minuti prima dell’esame prenotato. E comunque in quasi tutti, poi, per il ritiro di referti (cosa che volendo si può fare anche da casa) o altri servizi può servire un green pass. Oltretutto è da inizio pandemia che gli ospedali si sono organizzati con percorsi precisi da seguire per ogni necessità, evidenziati spesso da colori diversi sul pavimento. Se non hai appuntamento e senti la necessità di un controllo urgente vai dall’entrata del pronto soccorso, se hai appuntamento vai all’entrata per visite e ricoveri ecc ecc.

Quello che però deve essere chiaro è che non sono vietati esami e visite prenotate, e che per le urgenze si può accedere dai pronto soccorso. Entrare dall’entrata per i visitatori senza essere minuti del Green pass, ecco, quello sì che è vietato. Sfruttare questo video per sostenere che in Italia si stiano negando visite e controlli a chi ne ha bisogno è sbagliato.

Tra quelli che in queste ore lo stanno facendo girare trovo anche un parlamentare, Michele Sodano, che lo condivide con queste parole:

Quest’anziana signora, a cui va la mia totale solidarietà, doveva effettuare visita per controllare il proprio diabete, ma le è stata negata la possibilità di entrare in ospedale. Non importa la gravità della patologia pregressa, “senza green pass qui non si entra”. Se siamo arrivati a tutto questo, solo in Italia, è sempre opportuno ricordarlo, significa che lentamente ci siamo abituati a una condizione di generale follia, al paradosso di uno Stato che, con la scusa di proteggere, umilia e danneggia i propri di cittadini.
La seconda assurdità è che quei pochi che come me, in Parlamento, continuano a presentare emendamenti per eliminare distorsioni e controsensi come questo e che continuano, nella fede della scienza che ha spinto tutti i Paesi dell’Unione europea a non attuare nessuna delle misure restrittive a cui attualmente siamo soggetti, a sollevare una voce critica, vengono completamente ignorati dai media e, piuttosto che entrare nel merito delle questioni, tacciati addirittura di essere No-Vax.

Sodano purtroppo sbaglia quando dice che siamo gli unici in Europa ad avere misure restrittive simili. L’Italia è uno dei Paesi con le misure più serie, ma siamo anche uno degli ultimi ad averle introdotte, per evitare di rovinare l’estate a chi campa sul turismo.

Ad esempio sono in tanti a sostenere che in Danimarca non ci sia più alcun bisogno di certificati e che tutto sia tornato alla normalità più completa, tra i tanti possiamo citare la puntata di Piazza Pulita del 15 ottobre 2021. Ma le cose non sono esattamente come le raccontano, sì è vero che il Green pass non è obbligatorio, in compenso se vado sulla pagina che riporta le regole per il ritorno alla normalità nella vita lavorativa scopro che:

  • Si raccomanda che tutti coloro che si presentano fisicamente al lavoro e socializzino con gli altri vengano testati una volta alla settimana. L’invito non si applica a persone precedentemente infette, completamente vaccinate o che hanno ottenuto protezione 14 giorni dopo la prima iniezione di vaccino. Tuttavia, i dipendenti del settore sanitario, dell’assistenza e di alcune offerte di alloggio sono incoraggiati a continuare a essere testati due volte a settimana fino a 14 giorni dopo la seconda sessione di vaccinazione.
  • I commercianti, le istituzioni culturali private e le associazioni sono generalmente autorizzati a fare richieste ai propri ospiti più severe di quelle prescritte dalla legge – ad esempio sui CoronaPass o sull’uso di bende/visiere.

Quindi il governo non obbliga, ma raccomanda i test per chiunque non sia vaccinato o abbia fatto la malattia. Ma la cosa più grossa è che viene lasciata ad alcune categorie la possibilità di fare un po’ come gli pare, anche limitare l’accesso a chi non in possesso di CoronaPass…

Non è proprio la stessa cosa che dire che tutto è tornato normale. Detto ciò, ripeto, l’Italia è tra i Paesi con le misure più restrittive, e lo è perché siamo uno dei Paesi dove la disinformazione sul coronavirus ha attecchito di più in Europa. La responsabilità, come ho già detto, è in parte dei governi che abbiamo avuto in quest’anno e mezzo e che sono stati incapaci di comunicare in maniera corretta e trasparente fin dall’inizio della pandemia. Non difendo Conte, non difendo Draghi, fin dall’inizio ritengo abbiano sbagliato molte cose (e l’ho detto e ripetuto più volte qui su BUTAC). Potevamo fare molto meglio ma così è andata, piangere sul latte versato serve a poco, anche se sarebbe bello che Draghi istituisse la nuova CCEPS. Purtroppo nel nostro Paese chi è al potere è sempre ricattato da un’opposizione che, anche in questo frangente,  fomenta la popolazione andando sempre nella direzione opposta rispetto a quello che viene chiesto dal governo, fosse anche l’iniziativa più corretta del mondo.

Non credo sia necessario aggiungere altro.

maicolengel at butac punto it

Se ti è piaciuto l’articolo, sostienici su Patreon o su PayPal! Può bastare anche il costo di un caffè!
Un altro modo per sostenerci è acquistare uno dei libri consigliati sulla nostra pagina Amazon, la trovi qui.

Posizioni degli eserciti, zone d’interesse, confini che vengono “reinterpretati”. Le mappe sembrano essere diventate un’ossessione per il Cremlino. Questa paranoia, come già spiegato da Open, si è trasformata in un vero e proprio tentativo di censura da parte delle autorità moscovite nei confronti di un sito web italiano. All’inizio di novembre 2025, infatti, l’autorità russa […]

Beatrice | 16 dic 2025

Riprendiamo qui la trattazione della Rivoluzione Ungherese del 1956 iniziata nel precedente articolo, e in particolare di come essa venne riportata da alcune testate italiane. La foto in copertina è stata scattata da Erich Lessing. Potete trovare altre sue foto in questo articolo. Nella prima parte ci siamo soffermati su ciascuna delle fonti prese in […]

RC | 16 dic 2025

Era da tanto che non ci occupavamo di un servizio di Fuori dal Coro, ma la storia della famiglia del bosco ha portato alcune segnalazioni, tra cui un servizio di Raffaella Regoli che ci ha subito incuriosito. La trama pare la stessa di Palmoli: una famiglia che come unica colpa avrebbe quella di voler vivere […]

maicolengel butac | 05 dic 2025

Qualche giorno fa sul Times britannico si è parlato della famiglia di Palmoli. Lo si è fatto con questi toni: Italy gripped by family’s fight to live a simple life in the woods Nathan Trevallion and Catherine Birmingham were raising their three children quietly off-grid in Abruzzo. The dream went wrong when they ate poisonous […]

maicolengel butac | 04 dic 2025