Indagati e condannati
C’è un po’ di confusione in rete, un meme circola da qualche giorno e in ogni piazza in cui sentiamo parlare membri del nuovo governo si può udire una ben precisa dichiarazione. Secondo i neo eletti e nominati siamo infatti di fronte al primo governo senza inquisiti e condannati. Io non voglio mettermi a fare le pulci a ogni membro di questo nuovo governo, non m’interessa, è una perdita di tempo.
Ma vorrei che almeno voi che leggete BUTAC aveste ben chiara in testa una cosa: esattamente come quando sentite parlare di “vitalizi”, anche quando sentite parlare di “indagati” dovete avere bene a mente che il vostro interlocutore vi sta prendendo per i fondelli.
Anche tu tra gli indagati
Chiunque può essere un indagato, anche Papa Francesco, basta che ci sia qualcuno che lo denunci e la vicenda non sia immediatamente archiviata. Nel momento in cui la denuncia arriva si diventa indagati, se il fatto non sussiste la pratica sarà archiviata e smetteremo di esserlo, ma nel nostro Paese possono passare anche anni prima che una vicenda di questo tipo si risolva. Non è che in quegli anni siamo colpevoli di alcunché. Solo con una condanna definitiva diventiamo colpevoli di qualcosa.
A volte, ed è il caso di alcuni membri di questo governo, le cose vengono tirate per le lunghe così tanto che il reato cade in prescrizione, quindi poco conta che fossimo o meno colpevoli.
Indagato non significa nulla
Ma è importante avere ben presente che “indagato” non significa nulla. Come ben sa chi legge BUTAC da anni anche io sono stato indagato, più volte, per ora sempre con archiviazione a volte quasi istantanea, a volte dopo una prima udienza. Lo stesso avviene con quasi tutti i giornalisti che trattano argomenti scottanti: chi è protagonista di determinati articoli, anche se in torto marcio, denuncia sempre. Perché, nel nostro Paese, è un ottimo sistema per fare desistere chi ci sta attaccando, che abbia o meno ragione.
Non spiegarlo è populismo
Non spiegare queste cose ai propri elettori è grave, continuare a ripeterle nei comizi è populismo livello base. Il nostro nuovo Presidente del Consiglio è avvocato e dovrebbe esprimersi in merito visto che conosce bene la materia, invece lo sento molto silenzioso ed è un peccato. Redarguire chi usa parole nella maniera scorretta dovrebbe far parte dei suoi compiti, visto che ricopre quella posizione per merito di chi con la parola “indagato” si sta riempiendo molto la bocca.
Giusto per essere precisi, Matteo Salvini è stato condannato nel 1999 per oltraggio a pubblico ufficiale, e oggi riveste la carica di Ministro dell’Interno. Il suo partito è stato coinvolto in svariate vertenze giudiziarie, nessuno dei nominati e indagati nelle stesse è tra i deputati eletti il 4 marzo? Non credo sia utile fare ricerche in merito, perché non è importante, se sapranno governare bene e senza ombre saranno solo i fatti a dircelo.
Ma andare in piazza a sbandierare la mancanza di indagati e condannati non è fare il bene del Paese, è solo pubblicità ingannevole.
Speriamo che ci si limiti a questo.
Il sempre preciso David Puente ha pubblicato poco fa un’analisi su indagati e condannati… credo valga la pena leggerla.
maicolengel at butac punto it
Se ti è piaciuto l’articolo, sostienici su Patreon o su PayPal! Può bastare anche il costo di un caffè!