Il triste caso di Indi Gregory

ARTICOLO AGGIORNATO

Oggi parliamo, brevemente, di questa triste storia che ne ricalca altre che abbiamo già visto e trattato in passato.

Storia di cui, se non fosse per alcuni giornalisti italiani e una certa classe politica, probabilmente non avreste mai sentito parlare. Partiamo dall’inizio:

Indi Gregory è una neonata infante britannica di otto mesi, che soffre di una rara e grave malattia mitocondriale. Un giudice inglese, Robert Peel, aveva precedentemente deciso di interrompere il supporto vitale per Indi, giudicandola incurabile visto che la malattia di cui soffre è degenerativa​​.

Questa decisione ha portato la famiglia a cercare altre opzioni, fino all’intervento dell’Italia che ha offerto la cittadinanza alla piccola per permettere il trasferimento e il proseguimento delle cure. Il Consiglio dei ministri italiano, in una mossa straordinaria, ha conferito la cittadinanza italiana a Indi in una corsa contro il tempo per fornire assistenza medica che altrimenti non sarebbe stata possibile nel Regno Unito.

Tutta la vicenda rieccheggia di già sentito, visto che non è la prima volta che dal Regno Unito, specie grazie a associazioni legate ai ProVita e ai “Movimenti per la famiglia”, arrivano richieste simili per (certi) ospedali italiani, gli ultimi casi più noti sono quelli di Alfie e Charlie, dove il trasferimento per cure mediche è stato negato dalle autorità britanniche, causando dibattiti internazionali sulle decisioni mediche e i diritti dei pazienti.

Purtroppo la condizione di cui soffre la piccola Indi, nota come “deplezione del DNA mitocondriale”, è caratterizzata da una significativa riduzione del DNA mitocondriale nei tessuti affetti, che provoca un’insufficiente produzione energetica. Questo deficit energetico incide particolarmente su organi ad alto consumo di energia come muscoli, fegato e cervello, compromettendone le funzioni. Come potete comprendere le prospettive di vita per i bambini affetti da questa sindrome sono molto brevi: la maggior parte non raggiunge il secondo anno di vita a causa delle complicazioni multiple, tra cui frequenti infezioni polmonari.

Ad oggi non esiste alcuna cura per questa condizione, nemmeno per rallentare l’avanzamento della malattia, pertanto chi ne soffre è destinato a una breve vita, spesso limitata solo allo stato vegetativo, segnata da sofferenze costanti e con la prospettiva comunque di un decesso decisamente prematuro.

AGGIORNAMENTO:

Nel caso i giudici britannici ribaltassero le decisioni prese finora e permettessero a Indi di venire in Italia non ci sarebbe una terapia sperimentale ad attenderla, ma la struttura del Bambin Gesù di Passoscuro, quella che ospita i bambini che hanno bisogno di cure palliative. Come spiegato da Il Mattino:

…i sanitari dell’ospedale romano non hanno mai messo in discussione quanto accertato dai colleghi britannici: la patologia che ha colpito Indi è una malattia mitocondriale il cui esito è, tragicamente, scontato. Se la bambina arriverà a Roma naturalmente si eseguiranno nuovi approfondimenti diagnostici, come è doveroso, ma il quadro clinico appare già sufficientemente chiaro.

Qui potete trovare il parere del Servizio Sanitario Britannico sulla malattia della piccola Indi.

Non credo di dover aggiungere altro.

maicolengel at butac punto it

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