La miracolosa Cell factory di Pescara
Inutile ricordarvi che, essendo il cancro una delle malattie più diffuse del nostro tempo e la sua cura uno degli obiettivi più difficili della medicina e della ricerca, se davvero fosse attendibile, una notizia del genere – abbiamo trovato una terapia migliore della chemio – sarebbe più o meno la notizia del decennio, se non del secolo. E dubito che sarebbe una notizia che ci darebbero MafiaCapitale e ReteNews24.
Ma vediamo cosa ci dicono i due siti (rapidamente ripresi da tutta una serie di blog e siti di parimenti prestigio come Notixweb, Segnidalcielo e Meteoweb):
A Pescara è stata inaugurata all’ospedale Santo Spirito la Cell factory, un laboratorio di manipolazione cellulare criobiologica che curerà i tumori senza chemio, ma con il trapianto di cellule staminali.
Tumori, leucemie, mielomi, linfomi, sclerosi multipla,Alzheimer, Parkinson e altre malattie degenerative potranno essere curate con il trapianto di cellule staminali prelevate da cordone ombelicale. La biobanca, una struttura di 220 metri quadrati, inaugurata nel reparto di ematologia pescarese e costata alla Regione 4 milioni di euro, dal 2017 potrà accogliere il primo paziente che sarà curato con questo nuovo protocollo.
Le cellule staminali sono usate in oculistica, ortopedia, ematologia, oncologia ed altre branche della medicina per la loro capacità di far rinascere le cellule e di “riparare” quelle parti del nostro corpo che per malattia o altro si sono ammalate o sono andate perdute.
Quindi ci dicono che a Pescara sarà inaugurato “un laboratorio di manipolazione cellulare criobiologica che curerà i tumori senza chemio”. La notizia si basa su qualcosa di riscontrabile, difatti il primo a pubblicare qualcosa del genere è Il Centro, edizione di Pescara, che il 26 febbraio titolava così:
Ma che cos’è una cell factory?
Spiegava il Fatto Quotidiano a dicembre 2013,
le cell factory sono laboratori specializzati che producono terapie basate sull’uso di cellule, staminali ma non solo, come quelle dell’epidermide per i trapianti di pelle o del sistema immunitario nel trattamento di alcune leucemie. (…) Le Cell Factory sono realtà relativamente giovani, nate negli ultimi quindici anni su impulso europeo per regolamentare le terapie avanzate a base di cellule, considerandole alla stessa stregua dei farmaci tradizionali.
Come raccontava il Corriere nel bel mezzo della bufera Stamina, le cell factory in Italia all’epoca erano già tredici, ma come possiamo vedere lo stesso elenco era stato pubblicato sul sito dell’AIFA già a giugno del 2012. Quindi quella di Pescara non è la prima cell factory in Italia, ce ne sono già diverse aperte da alcuni anni.
È abbastanza ovvio che, data la giusta definizione di cell factory, diventa insensato parlare di “nuovo protocollo” che curi malattie tanto diverse tra loro come “tumori, leucemie, mielomi, linfomi, sclerosi multipla, Alzheimer, Parkinson e altre malattie degenerative”. È vero che tali malattie potranno (si spera) essere curate con terapie a base di cellule staminali, e che alcuni risultati sono già stati raggiunti, ma le sperimentazioni sono ancora in corso e, soprattutto, prevedono la crioconservazione del cordone ombelicale alla nascita, per poi attingere da lì alle cellule su cui lavorare, pratica che si è cominciata a introdurre negli ospedali solo da pochi anni.
È sostanzialmente vero che “le cellule staminali sono usate in oculistica, ortopedia, ematologia, oncologia ed altre branche della medicina per la loro capacità di far rinascere le cellule e di “riparare” quelle parti del nostro corpo che per malattia o altro si sono ammalate o sono andate perdute”, ma non è tutto così semplice, ogni malattia richiede trattamenti diversi da sperimentare e dubito che la cell factory “dal 2017 potrà accogliere il primo paziente”. Si dice infatti sul Centro:
La struttura avvierà a breve il percorso di sperimentazione che durerà almeno un anno, prima della somministrazione su paziente che avverrà dopo la certificazione dell’Aifa, Agenzia Italiana del Farmaco.
Quindi non hanno detto che il primo paziente potrà accedere entro il 2017, ma che “il percorso di sperimentazione durerà almeno un anno”, che in seguito l’Agenzia Italiana del Farmaco dovrà dare la sua certificazione, e che solo dopo si sperimenterà sui pazienti. Quando si parla di medicina non si può andare per approssimazioni, bisogna seguire le procedure. Né si può parlare di “miracoloso” quando si raggiunge qualche risultato.
In conclusione: ci troviamo di fronte ai soliti siti acchiappaclick che usano gli argomenti che parlano maggiormente alla “pancia” della gente, in questo caso medicina e malattie, per attirare l’attenzione con notizie gonfiate. Su quanto questo sia corretto da un punto di vista etico e deontologico, lasciamo a voi ogni conclusione.
noemi at butac punto it (con la supervisione del Dott. PA)
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