L’Algeria ci scippa il mare sardo


Odio le questioni politiche, ma purtroppo me la segnalate costantemente. Quindi anche oggi è il caso di rimboccarsi le maniche e cercare di fare chiarezza su questa storia, che è stata pubblicata in particolar modo su alcune testate sarde.

Casteddu Online titola:

“Blitz dell’Algeria, scippato il mare sardo tra Carloforte e Alghero”

L’articolo è datato 30 gennaio 2020 e riporta:

“Con un blitz senza precedenti sul piano internazionale l’Algeria si prende il mare sardo”. A denunciare il fatto è l’ex presidente della Regione Mauro Pili, che ha reso pubblica una cartina dove è segnata la “porzione” di mare che, stando alle sue accuse, sarebbe passata di mano: “Dopo il tentativo della Francia sventato qualche anno fa nel nord dell’isola adesso il blitz scatta a sud ed è scritto in arabo. Ad attaccare i confini internazionali a mare questa volta è l’Algeria che, con decreto del presidente della Repubblica del 21 marzo del 2018, ha messo nero su bianco i nuovi confini della propria zona economica esclusiva marittima. Operazione emersa solo qualche settimana fa nell’ambito internazionale ma tenuta segreta di fatto in Italia”, afferma Pili.

La sottolineatura è mia, per evidenziarvi la frase chiave che dovrebbe dimostrare che qui di approfondimento ne è stato fatto poco, pochissimo. Non è affatto vero che l’operazione dell’Algeria è emersa qualche settimana fa. Si tratta di qualcosa di noto e monitorato anche dall’Italia sin dal 2018, come dimostrano gli incartamenti burocratici riportati sul sito delle Nazioni Unite. 

È vero che c’è un decreto presidenziale che istituisce una zona di mare commerciale esclusiva, ma nulla è stato fatto in segreto, e difatti sul sito delle Nazioni Unite troviamo un documento, firmato dalla nostra rappresentanza istituzionale, che spiega che il nostro governo non era d’accordo con il decreto e che attendeva di poter dialogare i termini dello stesso alle Nazioni Unite.

Quindi Pili non ha studiato in maniera approfondita la questione e questo è un male per l’informazione che viene passata.

Il decreto presidenziale è dunque vero, ma è falso che la cosa sia stata fatta in segreto, anzi, vista la data del documento italiano sul sito delle Nazioni Unite è da un anno e mezzo almeno che la questione viene dibattuta. L’Algeria ritiene di aver agito secondo l’Art. 74 della convenzione delle Nazioni Unite sul mare. L’Italia ritiene che si debba essere più chiari sull’accordo. A leggere le successive comunicazioni appare chiaro che la discussione sia andata avanti, visto che l’Algeria in un documento di giugno 2019 ringrazia il Ministero italiano per gli Affari esteri e la cooperazione internazionale. Tutte cose che Pili dovrebbe sapere, o comunque aver verificato prima di rilanciare accuse sui giornali. Ma purtroppo non è la prima volta che succede qualcosa del genere. La politica nel nostro Paese si basa sempre di più sulla disinformazione, è pericolosa questa deriva, ma è evidente che a pochi interessino le conseguenze.

Non sono un esperto di diritto internazionale e leggi sul mare, non sta a me dirvi se le cose siano corrette o meno nel decreto presidenziale algerino, quello che ritenevo importante era mostrare come non ci fosse nulla di “segreto” di cui lamentarsi. Peccato che quelli che seguono Pili difficilmente leggeranno BUTAC.

maicolengel at butac punto it
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