LifeStraw®: ecologia o furbizia?

Sta circolando sul web un po’ di pubblicità indiretta ad un prodotto che si chiama LifeStraw®, una “cannuccia” per purificare l’acqua in qualsiasi condizione…

un filtro per acqua portatile. Utile per le escursioni, ma soprattutto per arginare il problema della sete nel mondo.

Notizia  vera per modo di dire, in realtà LifeStraw® esiste fin dal 2004 ed ha ricevuto svariati premi per l’idea e il prodotto…ma c’è qualcosa che non torna del tutto, il prodotto viene esaltato su tutti i siti che trovo, siti che riportano quasi tutti comunicati stampa o “marchette” pubblicitarie, dal sito per appassionati di sport estremi ai siti che parlando di ecologia ed ambientalismo, sembra quasi che sia un prodotto nuovo…e tanti di quei siti rimandano a negozi che il prodotto lo vendono…insomma sembra che la cosa si funzionante e valida. Come riportano nel sito purifica l’acqua al 99,9% contribuendo così a risolvere il problema della sete nel mondo, accipicchia.
Ma continuo ad esser scettico, quindi mi metto a cercare…
Una pagina attira subito la mia attenzione, viene da una prestigiosa rivista americana: lo Stanford Social Innovation Review (SSIR) dove nel 2011 si segnalava che il LifeStraw® stava venendo usato per un operazione poco chiara. La Verstergaard Frandsen (VF) produttrice del depuratore portatile ne stava dotando il governo del Kenya per 30 milioni di dollari, non bruscolini, il tutto nell’ambito del progetto Carbon for Water. In parole povere: l’azienda  VF riceve “quote carbone” (vedi il Mercato delle emissioni su wiki…in parole povere l’inquinamento producibile da un industria) per ogni lifestraw dato…quote che potevano poi essere rivendute dalla VF al migliore offerente. Queste quote erano date sul presupposto che in Kenya almeno 4,5 milioni di famiglie bollissero l’acqua tutti i giorni per renderla potabile, con l’uso del depuratore non avrebbero più dovuto farlo, quindi avrebbero evitato di produrre inquinamento, che sarebbe potuto venir “usato” dalla VF….
Il giornalista dello SSIR nel suo pezzo però evidenzia come in realtà queste quote normalmente usate dai kenyoti fossero di molto inferiori a quelle che venivano date alla VF

 People in western Kenya, by and large, don’t boil their water. I’ve made numerous trips there and have talked to any number of far more qualified people working in the region.

only about a quarter of the respondents reported boiling their drinking water with any frequency, and I suspect that even that number was inflated by courtesy bias

Insomma solo un quarto (o anche meno) degli intervistati ha detto di bollire l’acqua per depurarala, quindi le quote dovrebbero esser un quarto di meno…Inoltre l’investimento non è PER SEMPRE, ma ogni tre anni andrebbero tutte sostituite (causa esaurimento filtri)…rendendo altre quote carbone.

Projects like Carbon for Water make a mockery of the effort to prevent carbon emissions, and as a physician, it’s especially depressing to see a loopy funding scheme paired with a lousy public health solution.

che traducendo:

Progetti come Carbon for Water si fanno beffe dei veri sforzi per prevenire le emissioni di carbonio, e come medico, è particolarmente deprimente vedere uno schifoso meccanismo di finanziamento delle lobby nascosto dietro ad un ‘operazione per la salute pubblica…

E questo era ciò che ci raccontavano nel 2011, gli articoli a favore (e i premi vinti dal LifeStraw sono tutti a partire dal progetto e dalle sue potenzialità…e si fermano  al 2008…così come anche le review positive in merito…
Eppure nel 2009 la Società delle missioni africane non ne parlava in maniera del tutto entusiastica:

Nonostante tutto lo sforzo profuso e le buone intenzioni concretizzate, Lifestraw non è esente da difetti. In primis, i filtri non sono ancora del tutto affidabili, non riuscendo a difendere da tutti i virus, inclusi quelli della polio e dell’epatite, dal parassita che provoca la giardiasi, e dai metalli come l’arsenico. Inoltre, l’acqua ottenuta, per quanto sicura potrebbe essere non troppo invitante. Ad ammetterlo con onestà è lo stesso Vestergaard Frandsen, durante una prova sul campo in Kenia. Bisogna vincere un certo disgusto che può dare il sapore e il colore dell’acqua…

Non posso bollare la cosa come bufala, sicuramente ha i suoi pregi, ma nemmeno come un qualcosa che risolve i problemi del mondo…anzi, secondo SSIR è un’accurata “scam” a favore delle lobby che il mondo lo stanno inquinando…a chi credere?