Piccole Perle di Facebook: accattonare like con le tragedie – Paris edition
Se siete tentati di commentare “Eh, ma anche voi che scrivete questi articoli lo fate solo per i like” dimostrate di non conoscere bene questa pagina: se facessimo tutto per i like scriveremmo in maniera diversa e parleremmo di argomenti diversi. Detto questo, nonostante negli ultimi giorni non riesca a collegarmi molto ad internet, è stato impossibile non incappare in piccole perle condivise su Facebook. Il tema della settimana è, tristemente, quanto accaduto in Francia venerdì scorso.
Immagine del profilo modificato con i colori francesi, foto di un funerale di un cane poliziotto, postato oggi (19/11/15). A cosa si riferirà? Una persona che vede questa immagine a che cosa pensa? Chiaramente al cane Diesel che è morto in seguito al blitz a St. Denis. C’è qualcosa che non quadra però, non trovate? Che ci fa quella bandiera americana? Infatti non dovrebbe esserci, o meglio ci sta benissimo in quanto quel cane non è Diesel, ma Kye
Accaduto anche quello settimana scorsa? No ovviamente, più di un anno fa. In questo caso pioggia di like e condivisioni. Chissà il suo ego come è cresciuto. Peccato che quei like non si possano riscattare. Rimane sempre una storia triste, ma non ha senso utilizzare la foto di un’altra tragedia.
Molto meno prolifico di like anche la seconda perla nella quale sono incappato, ma in realtà presente in moltissime forme
Non ho verificato se la foto sia davvero del massacro in Kenya – ci mancherebbe solo quello – e davvero in quella nazione c’è stata una orribile strage, ma non è successo “qualche ora fa”, ma bensì svariati mesi fa. 7 mesi fa.
“Ma nessuno ne parla perché sono lontani” è mentire sapendo di mentire. Quando è successo se ne è parlato: senza alcun dubbio meno che della strage di Parigi, polemica sterile alla quale non ho intenzione di partecipare, ma accusare la gente di ignorarla perché avvenuta in concomitanza di quella di Parigi è veramente viscido. Molti sono tornati a condividere quella news per ricordare stragi più gravi come numero di vittime, altrettanto violente, ma meno famose. E ci può stare.
Ma condividere queste foto orribili solo per raccattare qualche like (e contemporaneamente diffondere bufale) è una bassezza che solo in un social come Facebook è ordinaria amministrazione.
Ricordatevi di amare col cuore, ma per tutto il resto di usare la testa.
neilperri @ butac.it
Se ti è piaciuto l’articolo, sostienici su Patreon o su PayPal! Può bastare anche il costo di un caffè!
PS: gli articoli linkati sono davvero i primi che mi sono capitati, il Wi-Fi in albergo è orribile. Chiedo scusa per un link a Leggo.