I dubbi su Marina Ovsyannikova
Non un fact-checking ma qualche considerazione
ARTICOLO AGGIORNATO
Quanto scritto in quest’articolo va dimenticato, i nostri dubbi su Marina Ovsyannikova si sono dissipatio alla luce di quanto riportato dalla stampa russa e pubblicato sul suo profilo Telegram il 5 ottobre 2022, la giornalista russa è in fuga dopo aver disertato un’udienza per il processo a suo carico. È stato emesso un mandato di cattura e la giornalista con la sua fuga ha firmato la sua condanna. Ogni dubbio che avevamo avanzato a marzo viene meno. Come sempre riteniamo sia un errore grave rimuovere articoli da un sito che in qualche modo cerca di fare informazione, pertanto lasciamo quanto segue, ma solo a scopo documentativo, i fatti, quelli aggiornati li trovate nel nuovo articolo pubblicato oggi 17 ottobre 2022.
Il 14 marzo 2022 – come saprete tutti – una giornalista russa, Marina Ovsyannikova, è apparsa durante il telegiornale del primo canale russo con un cartello dove diceva Stop alla Guerra, anzi, per essere precisi il cartello recitava:
No War
Остановите войну, не верьте пропаганде, здесь вам врут.
Russians against war
La frase in russo significa:
Stop alla guerra, non credete nella propaganda, qui vi stanno mentendo
Dopo quel passaggio la giornalista è stata velocemente arrestata dalla polizia, detenuta e poi processata per direttissima, per 12 ore nessuno sapeva dove si trovasse e molti in Occidente hanno temuto per la sua vita. Ma già la mattina del 15 marzo la giornalista era attiva su Twitter, dove spiegava di essere stata messa agli arresti domiciliari e ribadiva che non rimpiangeva nulla di quanto aveva detto in TV e su Telegram (grazie a un messaggio preregistrato trasmesso dal gruppo OVD-Info che si occupa di diritti umani in Russia). La giornalista, per ora, a parte i domiciliari durati meno di una settimana, è stata condannata solo a pagare una multa da 255 euro.
Ovsyannikova è diventata un’eroina per tutto il mondo occidentale. La giornalista è libera di farsi intervistare dalle TV di mezzo mondo, Italia inclusa, dove è stata accolta virtualmente a braccia aperte da Fabio Fazio a Che tempo fa.
A nessuno vengono dei dubbi che qualcosa non quadri? A noi un pochino sì. Specie ricordandoci di titoli come questo, che in Italia hanno avuto scarsa diffusione:
More than 4,300 people arrested at anti-war protests across Russia
Nessun giornale ha potuto raccontare cosa sia successo ai tanti arrestati per le proteste contro la guerra, nessun giornale ha potuto farlo perché molti dei fermati, a quanto ci risulta, sono ancora in stato di arresto. Non siamo i soli a cui vengono dubbi, i colleghi ucraini di StopFake.org hanno pubblicato il 28 marzo un articolo, leggibile anche in italiano, dove esprimono tutte le loro perplessità sulla giornalista russa. Perplessità che credo sia interessante riportare anche in Italia. Qui di seguito ve le riassumo, ma credo vada letto l’articolo originale.
Il primo segnale che qualcosa non quadrava era l’immagine della stessa Marina al processo per direttissima intentato contro di lei la mattina seguente dopo “14 ore di interrogatorio” e una notte insonne. Il suo selfie dall’interno dell’aula di Tribunale, non testimoniava il viso di una dissidente interrogata a lungo dai servizi russi. Occhiali glamour sulla testa, trucco, capelli in ordine e sorriso.
L’immagine, per quanto non provi niente con certezza, cozza alquanto con quelle dei tanti che sono stati arrestati nelle piazze dove protestavano contro la guerra, loro o come dicevamo sono ancora in galera o non hanno accesso alla rete, visto che la loro voce nelle scorse settimane è andata scomparendo.
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Ma procediamo nel riportare quello che racconta StopFake.org:
Poi è arrivata la strana intervista alla americana ABC nella quale Marina si è rifiutata di parlare in inglese (lingua che parla fluentemente) per la ragione che secondo lei la lingua russa è la più bella del mondo, è la lingua di Puskin e Tolstoj ed un russo deve andarne fiero. Pochi hanno rilevato che questa affermazione va proprio a supporto di una delle maggiori narrative russe nella guerra in Ucraina, ovvero l’uso della lingua russa…
E infine si occupano della sua partecipazione da Fazio:
Infine arriviamo a ieri dove guarda a caso l’eroina russa viene invitata in una trasmissione italiana di prima serata. Fabio Fazio la introduce dicendo che lei ha deciso di continuare a vivere “patriotticamente” a Mosca. Emergono da subito due narrative principali, “La gente russa è contro la guerra” e “L’azione doveva limitarsi a Donetsk e Lugansk”.
La Ovsyannikova dice di aver paura che i suoi figli saranno bullizzati dai compagni di classe per il fatto che lei è contro la guerra, ma questo contrasta con le sue dichiarazioni che il popolo russo è contro la guerra, se questo fosse vero i suoi figli sarebbero trattati da eroi a scuola.
Secondo lei poi come vendetta l’FSB gli avrebbe “bucato le gomme della macchina”, affermazione grottesca se pensiamo ad un servizio che va in giro per il mondo ad ammazzare dissidenti con il novichok, mentre con lei si riduce a bucare le gomme come un bullo di quartiere.
E per concludere nel suo intervento da Fazio se la prende con le sanzioni alla Russia:
…il fatto che l’Europa e tutto il mondo hanno adottato queste sanzioni su vasta scala, questo fa paura perché la russofobia nel mondo è arrivata a livelli altissimi, delle sanzioni non soffrono solo le élite e gli oligarchi ma anche la gente semplice, soffre la classe media che è orientata verso l’Occidente e queste sanzioni potrebbero produrre una reazione contraria e bisogna trovare un dialogo tra Russia e Occidente. La possibilità di dialogo deve avvenire tramite la cultura perché quando si vieta la cultura russa in occidente è un approccio sbagliato…
Io posso pure essere d’accordo che vietare la cultura russa sia una sciocchezza immane, ma tra il vietare la cultura russa e le sanzioni economiche va fatto un distinguo grossissimo, distinguo che Marina Ovsyannikova non fa, e alla fine come riporta StopFake il messaggio che passa del suo intervento da Fazio è questo: Stop alle sanzioni, la Russofobia è cresciuta nel mondo.
Ed è strano che queste siano le due cose più rilevanti che una giornalista che ha protestato contro la guerra riporta nella sua intervista a una testata straniera. È strano perché il problema russofobia non è nuovo, ed è un problema che curiosamente per anni è stato sostenuto proprio dalle testate di propaganda russa, che davano a intendere ai propri lettori che in Occidente noi odiassimo i russi. Proprio qui su BUTAC ne avevamo parlato in tempi non sospetti, era (e ora sembra lontanissimo) il 2018:
…testate sostengono che noi occidentali siamo in mano agli ultranazionalisti e che i nostri Paesi sono alla sbando, oltre a dipingerci come anti-russi.
Voi lo capite che questo genere di tattiche non sono una bella cosa? Questo tipo di informazione distorta è quella che porta solo a pessimi rapporti tra i Paesi. Voi direte che sto esagerando, ma forse non avete fatto un giro sulla versione russa di RT o di Sputnik news.
Che la giornalista che qualcuno vorrebbe candidare per il Nobel per la pace abbia scelto di usare proprio il termine russofobia dovrebbe accendere tanti campanelli d’allarme, lo stesso laboratorio EUvsDISINFO già nel 2021 segnalava come quel termine venisse usato proprio dalla propaganda russa per indignare i russofoni contro l’occidente.
Remember Russian ‘hero’ on state TV? Now, she’s given voice by numerous Western media to speak against sanctions, asking to lift them because ‘her daughter cannot pay for her school lunch with a virtual card.’ Just in case you thought that psy-op was against war in Ukraine.
— Iryna Matviyishyn (@IMatviyishyn) March 28, 2022
Purtroppo non posso aggiungere altro, credo che l’articolo dei colleghi ucraini (pur con beneficio d’inventario) vada letto tutto, perlomeno per avere ben presente di cosa stiamo parlando.
maicolengel at butac punto it
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