Melatonina, qualche delucidazione

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PREMESSA

Buongiorno.

Questo articolo è collegato alla mia critica verso un certo tipo di giornalismo medico. Poiché non è stato possibile spiegare tutto senza rischiare di “sforare”, ho deciso di suddividere il mio intervento in due parti. Questa è interamente dedicata alla melatonina e ne illustrerà il suo funzionamento. Spero di donarvi cosa gradita e di non tediarvi troppo.

La melatonina è stata osservata per la prima volta nel 1917 da parte di due medici McCord e Allen. I loro studi dimostrarono che una sostanza contenuta nella ghindola pineale dei bovini era in grado di schiarire il colore della pelle delle rane. Negli anni ’50 il dermatologo statunitense Aaron B. Lerner e i suoi colleghi riuscirono a isolare la sostanza nell’urina e da qui cominciarono gli studi di fisiologia e chimica su questa molecola. Negli anni ’90 si arrivò a descrivere i recettori e i loro loci genici.

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La melatonina è una molecola altamente conservata nel corso dell’evoluzione. Si trova negli anfibi, dove regola il colore della cute, negli uccelli e nei mammiferi. La sua produzione avviene nella ghiandola pineale, che nei mammiferi è considerato un organo secretore. La sua denominazione chimica è (N-acetyl-5-methoxytryptamine) e la formula chimica è C13H16N2O2. Il suo principale ruolo è quello di permettere una corretto funzionamento dell’ambiente interno al nostro corpo rispetto alle variazioni esterne, contribuendo quindi al mantenimento dell’omeostasi (http://it.wikipedia.org/wiki/Omeostasi).

Non si tratta però di un ormone nel senso stretto del termine poiché non è prodotta solo dalla ghiandola pineale, ma anche da altre ghiandole quali l’ipofisi e la tiroide. Per questo motivo l’asportazione della ghiandola pineale non va ad annullare i livelli ematici di melatonina. Inoltre non esiste un fattore di inibizione per la sua produzione.

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Nell’uomo la sua produzione segue un ciclo circadiano, con un aumento della produzione con le ore di buio. Verso le 2-4 di notte si raggiunge un picco nei livelli ematici, con una successiva fino ai valori minimi che si osservano verso le 7 del mattino. La luce solare inibisce la produzione di Melanina, mediante vie nervose. Il processo di inibizione è dovuto al fatto che le vie nervose ottiche in presenza di luce vanno a far diminuire la produzione di melatonina da parte della ghiandola pineale.

La melatonina agisce quindi sull’ipotalamo, regolando il meccanismo alla base dell’orologio biologico che ognuno di noi possiede. La molecola infatti modifica i livelli di altri ormoni, per esempio inibendo la produzione di GnRH (ormone di rilascio delle gonadotropine).

Il suo principale utilizzo in terapia è destinato a patologie in cui si ha un’alterazione della fase del sonno, proprio per le sue capacità di regolare l’orologio circadiano. In diversi dosaggi viene usata per il trattamento del Jet-Lag, della sindrome della fase ritardata di addormentamento e dell’insonnia negli anziani e nei bambini.

Gli studi sulla melatonina negli ultimi anni hanno portato a nuove scoperte. Questa molecola infatti si è scoperta essere responsabile anche della ciclicità dei periodi di fertilità e accoppiamento negli animali e in parte nell’uomo.

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Inoltre risulta anche essere una potente molecola antistress e immunomodulatoria, in grado di inibire la produzione di ACTH (ormone adrenocorticotropo, la sostanza che modula il rilascio di sostanze dal surrene) e quindi di costisolo. Questo ormone quando presente in alte dosi in circolo porta a una diminuzione dei globuli bianchi circolanti, portando a una maggiore possibilità di contrarre infezioni ex-novo o di avere una manifestazione clinica di infezioni latenti (come ben sa chi ha l’herpes labiale durante periodi di stress).

Altri studi ancora in corso sembrano attribuire alla molecola un ruolo di scavenger dei radicali liberi. Le ricerche hanno mostrato che la melatonina è un antiossidante suicida o terminale. Ciò significa che la molecola una volta entrato in contatto con le sostanze ossidanti si trasforma in prodotti finali stabili, senza possibilità di un ciclo redox. Il suo valore come antiossidante quindi è limitato alla sua concentrazione plasmatica, ma possiede il fattore positivo di poter facilmente attraversale la barriera ematoencefalica (la barriera di filtrazione del sangue presente sui capillari a livello di encefalo e nervi).

Infine molte ricerche hanno mostrato come la melatonina possa avere anche un effetto antitumorale. Qui il discorso si fa critico. Le pubblicazioni mostrano che la melatonina possa avere un effetto anti-apoptotico su cellule sane e un effetto pro-apoptotico su cellule tumorale. I meccanismi sono attualmente allo studio e le ricerche procedono incessantemente (http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/24032643). Altri studi correlati a questi hanno mostrato una capacità della melatonina di inibire i proteosomi (strutture intra-cellulari responsabili della trascrizione da Rna a proteine), che può servire da razionale per una terapia antitumorale (http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0024320514007371).

La trattazione fin qui non è completa, non è una review approfondita sulla melatonina, i suoi meccanismi molecolari e i suoi possibili usi terapeutici, ma questo non è lo scopo di questo articolo.

La melatonina è senza ombra di dubbio una molecola dalle molteplici attività, ma molti studi devono essere condotti prima di poter capire in che modo poterla utilizzare in sicurezza nell’uomo. Le ricerche hanno dimostrato delle potenzialità anche come antitumorale, ma queste devono essere indagare a fondo prima di poter arrivare a una possibile applicazione terapeutica. Probabilmente la melatonina risulterà efficace se associata ad altri farmaci per la cura di determinati tipi di patologia neoplastica, quale il tumore al seno per esempio. Si tratta quindi di una molecola dall’elevato potenziale, ma non è la soluzione a tutti i mali, come a volte viene descritta.

Pertanto il messaggio che vorrei che passasse è che ogni molecola è estremamente complessa e il suo studio richiede tempo e investimenti. Inoltre non esiste una molecola che possa curare ogni forma di malattia, nè ogni forma di tumore. Quando vi propongono la melatonina come panacea per ogni male chiedete sempre delle prove valide di quando viene detto.

PA