Micromobilità, marciapiedi e aree pedonali

La questione inizia a essere scottante, sono tanti che negli scorsi mesi, pur senza una legislazione in merito, hanno acquistato mezzi elettrici per la micromobilità; Bologna, con la complicità dei portici, ne vede ogni giorno di più.

Ma non è di Bologna che voglio parlare, ma di Milano, e di un articolo che ho visto di sfuggita circolare sui social. La fonte che ho letto è Repubblica, ma ne hanno parlato anche altre testate della zona.

Si tratta di uno di quei classici articoli riempitivi, una foto grande e poche righe di spiegazione, nelle prime due righe però un campanello d’allarme ha risuonato.

Monopattini elettrici fermati dai vigili in Galleria a Milano. La materia è di difficile interpretazione: i monopattini ci sono già, ma tecnicamente sono ancora vietati a norma del Codice della strada. Un paradosso che può far incappare anche in sanzioni.

Perché un paradosso? Il Codice della strada è ancora in vigore, e non è che sia cambiato molto col decreto micromobilità, dove non è esplicitamente permesso che si possa circolare coi mezzi elettrici, che siano monopattini, monoruote o altro. Nel decreto si parla di aree pedonali, non di marciapiedi, la Galleria è vietata alle biciclette come ai monopattini, è considerata un marciapiede, quindi un’area riservata ai pedoni. Lo è oggi e lo sarà domani a meno che il Comune di Milano non voglia trasformarla in area pedonale, a quel punto transitabile con mezzi con tutto quanto ne consegue.

Nelle aree pedonali va specificato all’entrata se bici e monopattini sono permessi, in mancanza di segnaletica sono assolutamente vietati. E anche quando ammessi devono avere regolatore di velocità bloccato a 6 km/h.  Anche questo andrebbe verificato dalla Polizia Municipale.

Come spiega lo stesso decreto:

La sperimentazione potrà prendere avvio da quest’estate e permetterà la circolazione in città di questi mezzi non previsti dal Codice e dunque fino ad oggi vietati. Si stabilisce che monopattini elettrici, hoverboard, segway e monowheel potranno circolare in ambito urbano, previa delibera comunale, su aree pedonali, percorsi pedonali e ciclabili, piste ciclabili in sede propria e su corsia riservata, zone a 30 Km/h e strade con limite di velocità di 30 km/h. La sperimentazione, che dovrà essere chiesta dalle singole città entro un anno dall’entrata in vigore del regolamento del Mit, potrà durare minimo un anno e massimo due anni.

Sono i Comuni stessi a dover informare il governo di voler procedere alla sperimentazione del decreto micromobilità, e per farlo devono far apporre, in tutte le aree in cui ritengono possano circolare i nuovi mezzi elettrici, cartelli come questo o simili:

Senza, vigono tutte le regole del Codice della Strada attualmente in vigore. Che io ricordi all’entrata della Galleria a Milano non c’è alcun cartello che permetta alle bici di usarla come pista ciclabile, come non c’è all’inizio di ogni portico di Bologna.

Non credo sia necessario aggiungere altro, sarebbe bello se i giornalisti invece che dare a intendere ai lettori che le cose stiano cambiando e che tra poco si potranno usare monopattini elettrici ovunque facessero attenzione. Già molti ciclisti sono convinti di non violare la legge andando sui marciapiedi, per colpa della difficoltà nel multarli non avendo targa. Se non si fa corretta informazione su cosa comporta il decreto micromobilità basta un niente per far sì che i monopattini invadano i marciapiedi.

Se state pensando di acquistare uno di questi nuovi mezzi sino a oggi vietati pensateci, fate i vostri calcoli, decidete se nel percorso ove lo userete esistano piste ciclabili e percorsi pedonali che rispondano alle caratteristiche richieste nel decreto, informatevi presso il vostro Comune se siano intenzionati a aderire al progetto. Non spendete soldi per poi accorgervi che sono più le volte che siete a rischio multa che quelle in cui rispettate il Codice.

Non credo sia necessario aggiungere altro.
maicolengel at butac punto it
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