Monsanto e le sementi in India

Ci avete segnalato un articolo che in pratica in una sua precedente versione avevamo già trattato, ma come sempre chi spaccia notizie non verificate evita attentamente di leggere siti come BUTAC.

Monsanto perde milioni di dollari in India: gli agricoltori riutilizzano le sementi autoctone

L’articolo comincia così:

Dopo aver spinto illegalmente nel mercato una forma di cotone OGM, in India e in Africa oltre 10 anni fa, la società agrochimica Monsanto oggi sta ora perdendo milioni di dollari poiché gli agricoltori ora piantano le proprie sementi. In passato, la Monsanto è stata accusata di non rispettare le leggi e addirittura farle riscrivere a proprio favore “ungendo” qualche politico,  al fine di entrare nel mercato indiano. Tuttavia, l’azienda ha iniziato a pagare pesantemente per le sue malefatte: oltre 300.000 agricoltori morti tra il 1995 e il 2013, tutte morti attribuite a Monsanto sia in modo diretto che indiretto. Infatti molti suicidi tra i contadini in tutto il Maharashtra, il centro della produzione di cotone in India, sono stati collegati alla avidità della società, secondo i  rapporti .

E a me fin da subito si accendono svariate lampadine d’allarme: ma come, nel 2016 avevo studiato l’argomento e mi ero accorto con veloci ricerche che i dati (diffusi da quella simpaticona di Vandana Shiva) non erano proprio corretti. Come spiegavo all’epoca:

(Vandana Shiva) attivista anti-OGM, secondo lei 250.000 contadini indiani si sarebbero tolti la vita dopo l’introduzione del cotone Bt. Un bieco ricatto emotivo sul quale si basa la maggior parte del suo odio anti-OGM, nonché una menzognaQuesto articolo di Bressanini spiega molto bene in cosa consiste la menzogna: 250.000 sarebbe il numero totale di suicidi ottenuto sommando i dati dal 1995, primo anno per cui vi sono statistiche divise in base alla professione, al 2010 (qui la fonte).

Oggi i 250mila sono diventati 300, ma i fatti non cambiano, la maggioranza dei suicidi di cui stiamo parlando è avvenuta prima dell’introduzione del cotone Bt. Come spiegava appunto Bressanini:

  1. la rapida crescita dei suicidi è precedente all’introduzione del cotone Bt;
  2. i suicidi raggiungono l’apice in un momento in cui la coltivazione di cotone Bt era ancora al 5% del totale;
  3. vi è un trend di diminuzione dei suicidi negli anni successivi, contemporaneo all’aumento delle superfici coltivate a cotone Bt, e all’aumento delle superfici a cotone in generale.

E per me la faccenda sarebbe chiusa qui, nel senso che chiunque non spieghi queste cose nel 2017 (o non le smonti, se proprio vogliamo) significa che non ha fatto la benché minima ricerca sui dati, ma si è limitato a copiare e incollare dichiarazioni anti-Monsanto e anti-OGM senza nessuna verifica super partes, e questo è male. Vedete, io ritengo che le battaglie per i propri ideali siano sempre cosa moralmente giusta, anche quando magari il tuo ideale non coincide con il mio. Ma nel lottare occorre essere onesti e completi, chi invece diffonde articoli senza averli verificati a fondo, o omette particolari che potrebbero cambiare il senso di quanto si è letto, beh, non sta difendendo nulla, sta mentendo per portare acqua al proprio mulino, e così facendo vanifica il lavoro di quelli che nella causa ci credono veramente ed evitano di spargere fuffa per raccogliere consensi.

Basta girare un po’ sul web per accorgersi che sulla questione si sono pronunciati in tanti; ad esempio su Wiki inglese, nella pagina dedicata alla Monsanto, troviamo qualche informazione in più sul perché di questa crisi indiana:

Various studies identified the important factors as insufficient or risky credit systems, the difficulty of farming semi-arid regions, poor agricultural income, absence of alternative income opportunities, a downturn in the urban economy which forced non-farmers into farming and the absence of suitable counseling services.[170][179][180] ICAR and CCRI stated that the cost of cotton cultivation had jumped as a consequence of rising pesticide costs, while total Bt cotton production in the five years from 2007 to 2012 had declined.

Che tradotto:

Vari studi hanno identificato i fattori importanti come il sistema di credito insufficiente o rischioso, la difficoltà di allevamento nelle regioni semiaride, lo scarso reddito agricolo, l’assenza di opportunità di reddito alternative, un rallentamento dell’economia urbana che costretto non agricoltori verso l’agricoltura con l’assenza di adeguati servizi di consulenza. ICAR e CCRI hanno dichiarato che il costo di coltivazione del cotone era saltato in conseguenza dell’aumento dei costi dei pesticidi, mentre la produzione totale di cotone Bt nei cinque anni dal 2007 al 2012 era diminuito.

Quindi, la coltivazione di cotone Bt è in diminuzione dal 2007, cioè da dieci anni, gli organismi internazionali non hanno visto in Monsanto responsabilità dei suicidi tra gli agricoltori indiani, ma vanno ricercate altre cause, quasi tutte legate a scarsa attenzione politica verso la categoria degli agricoltori. Fidarsi della parole di Vandana Shiva non è particolarmente intelligente. È vero che lo stesso governo indiano ha colpevolizzato Monsanto, ma l’ha fatto su basi errate, sempre seguendo le parole della Shiva, che è vista dalla comunità scientifica come soggetto di cui fidarsi decisamente poco.

Esiste un interessante articolo di qualche anno fa che trattava molto a fondo la questione, smontando le affaremazioni di Vandana Shiva una a una. Lo trovate qui, ve ne riporto solo un estratto che ritengo significativo:

If you had heard of this issue only from fleeting headlines or from friends on Facebook, or from Bill Moyers on PBS, who was told about it when he interviewed Shiva in 2013, you would be inclined to believe that Monsanto is guilty as charged, that the company was indeed responsible for the deaths of a quarter-million Indian farmers.

Se avete sentito parlare di questo problema solo da titoli fugaci o da amici su Facebook, oppure da Bill Moyers su PBS, che ne ha parlato quando ha intervistato Shiva nel 2013, sarete portati a credere che la Monsanto è colpevole di tutte le accuse, che la società è stata in effetti responsabile della morte di un quarto di milione contadini indiani.

È significativa perché dimostra che se siete dentro a un’echo chamber non ne uscirete, come chi qualche giorno fa mi aveva accusato di essere pro-nucleare e negazionista dei danni di Fukushima e anche di fronte alle argomentazioni che smontavano le sue “prove” ha continuato a sostenere che fossi un bufalaro. C’è poco da fare, se vi fidate solo dei canali che dicono quello che volete sentirvi dire alla fine rischiate di diventare cassa di risonanza per notizie non verificate, e contribuite a disinformare.

Tutto quanto detto sopra non è una difesa della Monsanto, ma solo un tentativo di inquadrare meglio quello che leggiamo su blog e giornali che non fanno il minimo sforzo per dare corretta informazione ai propri lettori, come sempre se volete approfondire di ogni citazione e affermazione trovate le fonti ai link.

Se siete curiosi di altre storie che abbiano per protagonista Monsanto qui l’elenco completo degli articoli presenti su BUTAC.

maicolengel at butac punto it

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