Olio di palma? Scagionato!
Bello vedere che tutte le testate mettono a fondo pagina la comunicazione di EFSA sull’olio di palma, o ancor peggio non la pubblicano proprio. Perché quando si è trattato di salire sul carro di chi – senza minimamente aver studiato alcunché – demonizzava l’olio ci sono saliti tutti, e non mi pronuncio su come certi produttori abbiano cavalcato la questione.
Vediamo insieme il succo del comunicato di EFSA, perché è importante anche capire per bene il tutto:
EFSA’s experts have used an updated scientific approach to reassess the possible long-term adverse effects of the food processing contaminant 3-MCPD on the kidney and male fertility.
Consumption levels of 3-MCPD in food are considered safe for most consumers but there is a potential health concern among high consumers in younger age groups. In the worst case scenario, infants receiving formula only may slightly exceed the safe level.
che tradotto:
Gli esperti dell’EFSA hanno utilizzato un approccio scientifico aggiornato per rivalutare i possibili effetti negativi a lungo termine del contaminante alimentare 3-MCPD sui reni e sulla fertilità maschile.
I livelli di consumo di 3-MCPD negli alimenti sono considerati sicuri per la maggior parte dei consumatori, ma esiste un potenziale problema di salute tra gli alti consumatori nelle fasce di età più giovani. Nel peggiore dei casi, i bambini che ricevono solo il latte in polvere possono superare leggermente il livello di sicurezza.
Approccio scientifico aggiornato
EFSA ha ascoltato il lamento della comunità scientifica che da tempo spiega che i rischi di pericolosità dell’olio di palma sono pressoché inesistenti. Perché non si tratta di nuovi esami di laboratorio, ma solo di una nuova lettura dei dati nell’ottica di un approccio scientifico più attuale. Quindi basandosi sui limiti di sicurezza per l’apporto quotidiano di 3-MCPD riferiti dall’Organizzazione Mondiale della sanità anche all’EFSA hanno aggiornato le tabelle dopo attenta valutazione dei dati.
Dopo tre anni di battaglia da parte di ben specifiche lobby che sono riuscite a demonizzare e far svanire qualsiasi prodotto che lo contenga, ora EFSA certifica che al massimo ci sono possibilità (basse) che un infante, alimentato solo a base di latte artificiale, possa superare il quantitativo massimo consigliato di 3-MCPD.
Questo non significa “bevete damigiane di olio di palma” ma solo che l’allarmismo diffuso sui media ed online era errato. Esattamente come spieghiamo su BUTAC da ben prima che il bubbone scoppiasse. Sarebbe bellissimo oggi vedere le cooperative fare mea culpa e ritornare a produrre con olio di palma, vedere le trasmissioni televisive dove senza uno straccio di scientificità lo si demonizzava che spiegano gli ultimi aggiornamenti. Ma sappiamo che non succederà. Non succederà perché dietro a quella demonizzazione, dietro a quegli interventi sui media c’era una lobby, potente, molto più potente del consorzio dei produttori dell’olio di palma.
Deprimente…
maicolengel at butac punto it
Se ti è piaciuto l’articolo, puoi sostenerci su PayPal! Tutto fa brodo, anche il costo di un barattolo di Nutella!
Approfondimenti
Qualche link ai tanti nostri vecchi articoli in merito:
11 maggio 2015: Un po’ di chiarezza sull’olio di palma
5 maggio 2016: Qualche precisazione in più sull’olio di palma
17 maggio 2016: Big Food e l’olio di palma
29 settembre 2016: La chimica assolve l’olio di palma
28 novembre 2016: Le sfere di olio di palma