I conflitti d’interessi – L’oncologo Dalgleish

Una storia che ci ricorda molto il caro Andrew Wakefield

Ci avete segnalato alcuni siti e testate italiane che stanno riportando le dichiarazioni – non supportate da fonti verificabili – di Angus Dalgleish, professore di Oncologia presso la St George University of London. Dalgleish non è solo un professore di Oncologia, ma anche un politico che si è presentato alle elezioni nel 2015 come candidato di UKIP, il partito euroscettico sovranista della destra britannica.

Titola ArezzoWeb:

Prof. Angus Dalgleish: “dopo terza dose ho rilevato un forte aumento dell’incidenza di linfomi, leucemie e tumori renali”

E a seguire, senza praticamente alcun commento, riportano un estratto da un’intervista rilasciata dal professor Dalgleish. Intervista che si conclude con l’invito a fermare i vaccini a mRNA, che secondo il professore di oncologia andrebbero vietati.

Le affermazioni fatte sono molto gravi e necessitano di un’analisi attenta e basata su evidenze scientifiche, oltre che qualche piccolo dettaglio su chi sia il professor Dalgliesh.

Correlazione e causalità

Come chiunque abbia seguito il dibattito sulla pandemia e sulle vaccinazioni negli ultimi anni ha ormai imparato, è cruciale imparare a distinguere, in ambito scientifico, tra correlazione e causalità. Anche se Dalgliesh può aver osservato una correlazione temporale tra vaccinazioni e aumento di casi questo non significa via sia una relazione causale. Quella relazione va dimostrata, ma Dalgliesh si guarda bene dal farlo. Uno scienziato serio invece che rilasciare interviste e dichiarazioni mette in fila i dati, li fa verificare da colleghi, e li pubblica seguendo un approccio di tipo scientifico. Chi lascia che siano giornali e blog a riportare la propria voce non ha alcuna credibilità scientifica.

Tra l’altro, ArezzoWeb è una testata registrata che spiega nella sua pagina “Normativa su fact-checking e deontologia”:

…al fine di mantenere e tutelare la credibilità della nostra testata, operiamo un controllo severo affinché l’errore sia ridotto al minimo, per evitare di incorrere nella distribuzione di notizie false. I nostri giornalisti si occupano del controllo delle notizie e della valutazione della loro veridicità prevalentemente mediante il confronto con fonti certificate.

Ma nei commenti, a chi critica l’articolo, viene risposto:

ci siamo limitati a tradurre dall’inglese un’intervista rilasciata dal prof. Angus Dalgleish.

E, ancora in risposta a un lettore che critica la mancanza di studi scientifici a supporto di quanto affermato nell’intervista:

si tratta di una notizia reperita su un quotidiano inglese diventata virale nei social ove si è accesa una ampia e approfondita discussione.

Sempre dalla pagina “Normativa su fact-checking e deontologia” di ArezzoWeb:

Per temi specifici, quali ad esempio la medicina, cerchiamo di contattare persone e organizzazioni competenti per fornire al lettore un’informazione accurata e professionale.

Covid Hunters

Ma torniamo al nostro professore di Oncologia. Guarda caso a inizio mese Dalgeish è stato accusato di far parte di un gruppo di lobbisti filo Brexit che si fanno chiamare “Covid Hunters”. Del gruppo, guidato dall’ex capo del Secret Intelligence Service (SIS) Sir Richard Dearlove, dall’accademico in pensione Gwythian (Gwyn) Prins, storico, e dal lobbista John Constable della Global Warming Policy Foundation, fa parte appunto anche il professor Gus Dalgleish, membro di spicco dell’UKIP. Il gruppo, che aveva legami con politici di alto livello e con gruppi negazionisti del cambiamento climatico, si è concentrato nel promuovere l’idea che il virus SARS-CoV-2 fosse di origine umana, cercando di ottenere supporto per il suo vaccino BioVacc-19.

Il conflitto d’interessi: BioVacc-19

Il gruppo, grazie ai due membri Gus Dalgleish e il suo collega norvegese Birger Sørensen, aveva proposto appunto un’idea di vaccino non mRNA (non testato) chiamato “Sørensen Vaccine” o BioVacc-19, con l’obiettivo di guadagnare dalla sua diffusione. Il gruppo cercava di far finire Nature e la redazione sotto sorveglianza da parte di agenzie di intelligence come MI5, MI6, CIA et similari. Per farlo hanno tentato di screditarli in merito ai loro articoli sulle origini naturali del COVID-19, promuovendo contemporaneamente il loro personale vaccino. Quando BioVacc-19 non ha superato i test clinici, hanno orchestrato accuse infondate contro Nature e il suo personale, cercando di pubblicare le loro teorie in altri giornali scientifici per ottenere supporto governativo per il loro vaccino, senza successo.

Cosa sappiamo sulla correlazione vaccino cancro?

A oggi le affermazioni di Dalgliesh risultano prive di sostegno da parte della comunità scientifica internazionale. Chi riporta le sue parole senza spiegarlo sta contribuendo alla disinformazione. Ad esempio possiamo leggere le indicazioni in questo case report pubblicato a marzo 2022. Indicazioni che ripetono che la vaccinazione contro il COVID-19 è considerata cruciale per gli individui immuno-compromessi, inclusi i pazienti con cancro. In alcuni casi, è stata addirittura osservata una regressione del tumore in seguito a una risposta immunitaria intensa indotta dalla vaccinazione​.

Inoltre nella comunità scientifica si sta notando una crescente consapevolezza dei potenziali rischi per i pazienti affetti da cancro al seno che hanno avuto la COVID-19. Vi traduco con l’aiuto di Google da uno studio di ottobre 2020:

La grave malattia da coronavirus 2019 (COVID-19) provoca un’iperattivazione delle cellule immunitarie, con conseguente infiammazione polmonare. Studi recenti hanno dimostrato che il COVID-19 induce la produzione di fattori precedentemente implicati nel risveglio delle cellule dormienti del cancro al seno, come le trappole extracellulari dei neutrofili (NET). La presenza di NET e di un microambiente proinfiammatorio può quindi favorire la riattivazione del cancro al seno, aumentando il rischio di metastasi polmonari.

La maggioranza delle organizzazioni che si occupano di ricerca sul cancro raccomandano ai pazienti col cancro di vaccinarsi e di fare anche i booster successivi, in quanto le complicanze della malattia nei loro corpi possono portare a complicanze più gravi che nel resto della popolazione.

Condividere interviste come quella a Dalgliesh senza aggiungere quanto vi abbiamo evidenziato qui sopra rende le redazioni complici di quanto il gruppo di cui l’oncologo fa parte cerca di fare da due anni a questa parte: silenziare chi non la pensa come loro, cercando di fare promozione al proprio vaccino.

Che è un po’ ciò che fece Andrew Wakefield con gli studi, poi ritirati, in cui i vaccini venivano accusati di causare l’autismo nei bambini, il tutto per spingere un vaccino che lo stesso Wakefield stava testando, tra l’altro con metodi non esattamente etici.

maicolengel at butac punto it

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