Yoshinori Ohsumi e il digiuno cura d’ogni male
L'ennesima soluzione "facile" a un problema complesso, anzi a tanti problemi complessi

Negli scorsi giorni ci hanno segnalato che sta circolando su Facebook questa immagine:
Per chi non riuscisse a leggerla, c’è scritto:
Quando il corpo umano ha fame, si mangia da solo, avviando un processo di pulizia, eliminando tutte le cellule malate, il cancro, le cellule invecchiate e l’Alzheimer.
AUTOFAGIA
2016 – Yoshinori Ohsumi, Premio Nobel di Fisiologia e Medicina
Facendo una breve ricerca, sembra che la fonte di questa immagine sia un post Facebook di settembre 2022.
La foto del professor Ohsumi è precedente, ma montata in questo formato e accompagnata dalla didascalia non l’ho trovata prima del 2022.
Traducendo il post in inglese, risulta che sia stato condiviso su LinkedIn e Facebook più volte, in tempi relativamente recenti.
Da nessuna parte si trova una fonte che dimostri che il professor Ohsumi abbia pronunciato queste parole, il che mi fa pensare che sia un classico caso di “libera citazione”, in cui si travisano le scoperte di qualcuno per fargli dire qualcosa che non ha detto.
Cercando per parole chiave, sempre in inglese, compare anche questo articolo di AFP India, molto ben fatto, riportato anche dall’Osservatorio centroeuropeo per i media digitali a ottobre 2022. Nello specifico, l’articolo non tratta il testo di questo post, ma una sua versione leggermente diversa che però contiene lo stesso messaggio: il professor Ohsumi, premio Nobel, avrebbe affermato che digiunare cura il cancro.
In questo pezzo viene spiegato che non ci sono dati a supporto di questa affermazione e che, anzi, digiunare in presenza di certe patologie senza supervisione medica può essere molto pericoloso.
Anche l’AIRC ha trattato la relazione fra digiuno e cancro qui, spiegando bene le scoperte fatte finora con i loro limiti e le loro promesse di poter, in futuro, aiutare nella prevenzione e nel trattamento dei tumori. In futuro, sì, perché tanti dei dati che abbiamo al momento derivano solo dallo studio di modelli sperimentali e non dall’uomo.
In particolare è importante sottolineare che in un paziente oncologico la malnutrizione è un rischio reale, dal momento che molti tumori consumano grandi quantità di energia. In questi pazienti, che spesso perdono il senso dell’appetito e che possono andare incontro a un dimagrimento molto rapido, consigliare il digiuno è criminale.
Più recentemente anche quest’altro articolo di AAP ha spiegato come non ci siano al momento dati per sostenere che il digiuno possa curare la malattia di Alzheimer o i tumori.
Dal momento che ci sono già degli ottimi articoli, seppur in lingua inglese, che spieghino perché non si possa sostenere che il digiuno curi Alzheimer e tumori, mi limiterò a una breve analisi di come si sia arrivati da un vero Premio Nobel all’immagine in questione.
Partiamo con lo spiegare che il professor Yoshinori Ohsumi ha davvero vinto il Nobel per la fisiologia e la medicina nel 2016, “per le sue scoperte dei meccanismi di autofagia”.
processo con cui le cellule del nostro corpo «cannibalizzano» alcuni loro componenti, ovvero si nutrono di proteine e altro materiale inutilizzato. Un meccanismo che da un lato permette l’approvvigionamento di energia per la cellula e dall’altro promuove l’eliminazione degli scarti potenzialmente dannosi.
Si tratta di una scoperta davvero rivoluzionaria, come spesso sono le ricerche per cui viene assegnato un Premio Nobel, perché ha aperto un grandissimo ambito di ricerca che porterà a comprendere meglio dei meccanismi cellulari che sono fondamentali nello sviluppo di tantissime patologie. Come sempre in medicina, capire come funziona qualcosa permette di ipotizzare come intervenire per contrastare dei fenomeni, o sfruttarli a nostro favore.
Da qui a dire che l’autofagia sia la chiave per curare tutte le malattie il proverbiale passo è lungo.
Sappiamo che il digiuno può in qualche modo attivare i meccanismi dell’autofagia, ma ci sono ancora molti studi da fare prima di poter dire che “il digiuno cura il cancro”.
Anche perché questo processo non è semplice e lineare come potrebbe sembrare all’inizio. Sempre nell’articolo della Fondazione Veronesi infatti viene specificato che
Si è scoperto che può interferire con alcuni farmaci chemioterapici; nella fase di cura di un tumore l’autofagia può anche promuovere la sopravvivenza delle cellule tumorali […] e quindi la resistenza alle terapie. Ma d’altra parte nelle fasi precedenti allo sviluppo del tumore, l’autofagia svolge invece un ruolo protettivo.
Com’è possibile, quindi, che in questo mare d’incertezza qualcuno affermi con sicurezza che “digiunando si cura il cancro”?
La ricerca scientifica non è facile da comunicare al grande pubblico e a volte qualcuno decide di sfruttare questa difficoltà per travisare le scoperte invece che fare il difficile lavoro del divulgatore scientifico.
La scienza accoglie con entusiasmo le scoperte che aprono nuove strade da indagare. Chi lavora nell’ambito della ricerca sa che una scoperta come quella del professor Ohsumi comporta una miriade di domande e sono proprio le risposte a quelle domande che porteranno al vero avanzamento nel trattamento dei pazienti.
Quello che abbiamo, per ora, sono tanti dati e poche certezze, tante affascinanti domande e nessuna “cura per il cancro”.
Ma questo non è sempre facile da trasmettere a chi di queste cose non si occupa quotidianamente. Come si fa a trasmettere il messaggio che una scoperta rivoluzionaria è tale perché fa sorgere delle domande, e non perché dà delle risposte?
Immagini come quella sopra, invece, con la loro finta sicurezza, danno risposte facili e immediate… a problemi complessi. Sono rassicuranti nella loro semplicità, confortanti nel loro appello all’autorità (“Se lo dice un Premio Nobel, allora sarà vero!”). Questo tipo di comunicazione dà speranza a chi magari si trova davanti a un momento molto difficile della propria vita per via della malattia, propria o di una persona cara. Solo che lo fa prendendo un pizzico di verità e mescolandoci una buona dose di conclusioni affrettate e tanto sensazionalismo.
Il problema di far girare immagini di questo tipo, piene di semplificazioni e inesattezze a un tale livello da diventare bugie, è che poi le persone leggono e ci credono. Il problema è che poi i pazienti oncologici potrebbero smettere di fidarsi dei medici che non consigliano loro il digiuno, potrebbero provare a digiunare nella speranza di guarire e peggiorare in questo modo la loro situazione.
Condividendo immagini simili nella migliore delle ipotesi si alimentano false speranze, nella peggiore delle ipotesi si ammazza qualcuno.
NP
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