Armi, munizioni, giornalismo e spirito critico

Le armi e gli esplosivi al Galileo Galilei di Pisa

AGGIORNAMENTO DELLE ORE 15:07 DEL 17/3/2022

Un articolo pubblicato su PISA TODAY, che non avevamo trovato prima della pubblicazione del pezzo che segue e che è stato qui pubblicato il 17 marzo alle ore 7 spiega meglio le cose, ve ne riporto le parti più importanti:

E’intervenuto il Covi – Comando operativo di vertice interforze per fare chiarezza sulla denuncia diffusa ieri dall’Unione Sindacale di Base sulla presenza di armi caricate su un volo di aiuti umanitari in partenza dall’aeroporto civile di Pisa e diretto in Ucraina.

Il Covi, come riportato dalla stampa nazionale, precisa che il presunto rifiuto del personale dell’aeroporto non avrebbe causato alcuna protesta e i lavoratori addetti al carico merci del Galilei si sarebbero limitati a “segnalare il mancato possesso dei requisiti necessari all’effettuazione del caricamento di materiali speciali, manifestando la necessità di specifiche autorizzazioni”. I materiali sarebbero poi stati regolarmente caricati, da altro personale, sul velivolo.
Quanto al carico in questione, il Covi ha precisato che si trattava di parte del sostegno militare per l’Ucraina deliberato dal Parlamento italiano, che era in attesa di essere caricato su un volo civile: il velivolo, un B-737 cargo appartenente a una compagnia aerea autorizzata dalla Nato, è abilitato al trasporto di quella tipologia di merci. “L’attività – ha concluso il Comando operativo di vertice interforze – è stata condotta presso una piazzola di parcheggio civile dell’aeroporto militare Galilei, anziché, come avviene usualmente, all’interno dei parcheggi aeroportuali militari, per l’eccezionale e contemporanea attività di trasporto richiesta dalla situazione in atto”.

Quanto avevamo scritto stamattina resta in parte valido, anche davanti all’ammissione del COVI che comunque vi erano materiali speciali che necessitavano specifiche autorizzazioni.

Ma nell’ottica di una corretta informazione la specifica qui sopra andava riportata.


Quanto segue non è un fact-checking, lo premetto perché è impossibile trattare la notizia con un fact-checking, chi poteva e doveva farlo sono quelli che per primi l’hanno riportata, ma evidentemente ai fatti sono interessate sempre meno persone.

Qualche giorno fa un amico mi ha segnalato un video dove si parlava di armi al posto di aiuti umanitari, la denuncia veniva da un’esponente dell’Unione dei Sindacati di Base (USB).

La videodenuncia era pubblicata sul sito dell’USB ed era molto chiara in ciò che riportava. Un minuto e cinquantasei secondi di video dove era evidente che la signora che parlava non aveva visto nulla di ciò che denunciava, ma riportava solamente quanto le era stato detto da altri.

All’amico che mi segnalava la questione io rispondevo così:

Notizia non trattabile se non con un articolo dove dico “prove?”

Ovvero ritenevo la notizia una delle tante boutade che vediamo circolare basata solo su affermazioni verbali, senza uno straccio di prova di quanto affermato. Nella mia ingenua testa di fact-checker si sarebbe trattato di una notizia che, nel caso venisse ripresa dai giornali, avrebbe dovuto avere ben chiara la premessa che non esisteva una singola prova di quanto affermato. Siamo nel 2022, non nel 1986, chiunque ha uno smartphone in tasca in grado di fare delle foto, dei video, in grado di documentare visivamente quanto invece, a quanto pare, viene riportato solo a parole senza che ne venga almeno spiegato il motivo.

USB racconta:

Alcuni lavoratori dell’aeroporto civile Galileo Galilei di Pisa ci hanno informato di un fatto gravissimo: dal Cargo Village sito presso l’Aeroporto civile partono voli “umanitari”, che dovrebbero essere riempiti di vettovaglie, viveri, medicinali e quant’altro utile per le popolazioni ucraine tormentate da settimane da bombardamenti e combattimenti. Ma non è così!

Quando si sono presentati sotto l’aereo, i lavoratori addetti al carico si sono trovati di fronte casse piene di armi di vario tipo, munizioni ed esplosivi.

Una amara e terribile sorpresa, che conferma il clima di guerra nel quale ci sta trascinando il governo Draghi.

Di fronte a questo fatto gravissimo, i lavoratori si sono rifiutati di caricare il cargo: questi aerei atterrano prima nelle basi USA/NATO in Polonia, poi i carichi sono inviati in Ucraina, dove infine sono bombardati dall’esercito russo, determinando la morte di altri lavoratori, impiegati nelle basi interessate agli attacchi.

Denunciamo con forza questa vera e propria falsificazione, che usa cinicamente la copertura “umanitaria” per continuare ad alimentare la guerra in Ucraina.

Lo ripeto, sono un ingenuo: la notizia, partita da una fonte anonima all’interno dell’aeroporto Galileo Galilei di Pisa, è infatti finita su tutti i giornali senza che nessuno di quelli che ci avete segnalato abbia premesso che manca qualsivoglia prova dei fatti. Questo non è giornalismo, questo è fare da cassa di risonanza per notizie non confermate.

Io non sto dicendo che la notizia non andasse data, capisco che visto il momento storico era corretto riprenderla, ma bisognava dare al lettore quell’informazione in più, chiara e lampante. Faccio qualche esempio, questo è il titolo scelto da TPI:

“Armi verso l’Ucraina mascherate da aiuti umanitari”: la protesta dei lavoratori dell’aeroporto di Pisa

Queste le prime righe con cui si apre l’articolo:

Mentre una lettera dello Stato Maggiore chiede di limitare i congedi anticipati dei militari italiani e di orientare le attività di addestramento al “warfighting“, dall’Italia un carico di armi destinato all’Ucraina stava per partire anche da un aeroporto civile. La denuncia è arrivata dall’Unione dei Sindacati di Base di Pisa. Sabato 12 marzo i lavoratori dell’aeroporto civile Galileo Galilei si sono rifiutati di eseguire un carico perché hanno scoperto che, al posto di aiuti umanitari, conteneva armi e munizioni.

Per rispettare le regole della corretta informazione Marta Vigneri, autrice dell’articolo, a mio parere avrebbe dovuto scrivere:

Mentre una lettera dello Stato Maggiore chiede di limitare i congedi anticipati dei militari italiani e di orientare le attività di addestramento al “warfighting“, degli anonimi dipendenti dell’aeroporto di Pisa sostengono che stesse per partire dall’Italia un carico di armi destinato all’Ucraina. La denuncia è arrivata dall’Unione dei Sindacati di Base di Pisa. Sabato 12 marzo i lavoratori dell’aeroporto civile Galileo Galilei dicono di essersi rifiutati di eseguire un carico perché sostengono di aver scoperto che, al posto di aiuti umanitari, contenesse armi e munizioni.

Un giornalista ancora più interessato ai fatti si sarebbe spinto oltre, chiedendo a USB come i dipendenti se ne sarebbero accorti, perché vedete, un carico di armi non è che viaggia dentro scatole di cartone che possono aprirsi per sbaglio. USB riporta:

… i lavoratori addetti al carico si sono trovati di fronte casse piene di armi di vario tipo, munizioni ed esplosivi.

Io fatico a credere che in un aeroporto civile possano girare senza misure di sicurezza casse contenenti armi ed esplosivi; siamo in Italia, le sparizioni di valigie dalla stiva dell’aereo non fanno nemmeno più notizia. E a Pisa caricano le armi in un aeroporto civile “al posto di aiuti umanitari”? Cosa sono, scemi? Lasciano viaggiare delle armi (da guerra) così, alla boia d’un giuda?

Sia chiaro, visto come funzionano le cose tutto è possibile, ma servono prove per sostenerlo, e nel 2022 lo stesso dipendente che denuncia un fatto di questa entità senza portare alcuna prova a suo sostegno non è un a persona che ritengo affidabile. Come a questo punto non ritengo seri i tanti giornali che la notizia l’hanno riportata senza evidenziare questa mancanza.

Veniamo da due anni di disinformazione giornalistica sulla pandemia, due anni in cui chiunque si è permesso di pubblicare la qualunque senza nessuna evidenza scientifica, ora veniamo alle denunce senza prove spacciate per Fatti con la f maiuscola. Quando il giornalismo cambierà? Quando capirete che così non va affatto bene?

Un minuscolo appunto, sul sito dell’Unione dei Sindacati di Base usano la frase:

 il clima di guerra nel quale ci sta trascinando il governo Draghi.

Dove vivono i signori di USB? Quel clima non ha nulla a che fare col governo Draghi, quel clima al momento lo si respira in tutti i Paesi occidentali, basta aprire un qualsiasi giornale:

Ma è evidente che USB non sta facendo informazione, ma politica. E i giornali che senza fare le dovute premesse e spiegazioni ne riportano acriticamente le parole non stanno facendo altro che portare acqua al mulino del sindacato. Tutte cose che basterebbe un pizzico di spirito critico per notare.

Non posso aggiungere altro, l’amico Fabio a cui avevo detto che non me ne sarei occupato sarà contento.

maicolengel at butac punto it

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