Plasma iperimmune e promesse infrante…
...un breve recap
Due giorni fa avevo promesso sui social che, nei limiti del possibile, avrei evitato di trattare una determinata notizia per rispetto di chi ne è coinvolto. Mi tocca purtroppo venir meno a quanto avevo detto, mi tocca farlo perché sono troppe le testate che evidentemente non sanno di cosa parlano e hanno tirato fuori dichiarazioni completamente fuorvianti.
Mi spiego, il 27 luglio tutti i giornali hanno riportato la notizia del suicidio di un medico che l’anno scorso aveva proposto una terapia, quella del plasma iperimmune, come cura per la COVID-19.
A me questa storia ha colpito molto e non avevo nessuna intenzione di trattarla, come hanno fatto in tanti ieri, cavalcando i vari sciacallaggi che si sono visti in rete. Per certe tragedie il rispetto viene sopra ogni altra cosa. Il problema è quando vedo ripetere la frase che segue su mille post:
Aveva investito moltissimo anche nelle ricerche sul plasma, cura che ora è stata abbandonata ma che nonostante tutto aveva dato i suoi frutti. L’abbandono del plasma per altre cure per lui è stato sicuramente un colpo decisamente difficile da gestire.
La frase viene da Il Corriere Milano, che dove viene riportata come citazione del direttore dell’ASST di Mantova, da loro intervistato. Ma è una frase del cacchio, che mette il dubbio che la “cura al plasma iperimmune” avesse dato dei frutti validi. Purtroppo non è affatto così. Come è possibile leggere sul sito dell’Istituto Superiore di Sanità in un articolo del 3 giugno 2021:
Alla luce delle precedenti esperienze, è in fase di sperimentazione l’utilizzo del plasma proveniente da persone convalescenti anche nel corso dell’attuale epidemia di SARS-CoV-2. Gli studi clinici ad oggi condotti, tuttavia, non riportano chiare prove sulla sua efficacia terapeutica e, pertanto, questa terapia è ancora da considerarsi sperimentale.
Aifa ad aprile, al termine di uno studio sul plasma convalescente, ci spiegava che le analisi non avevano prodotto risultati significativi, se non:
Solo nel caso dei pazienti con una compromissione respiratoria meno grave (con un rapporto PaO2/FiO2 ≥ 300 all’arruolamento), è emerso un segnale a favore del plasma che non ha però raggiunto la significatività statistica (p=0.059).
Anche all’estero hanno fatto studi sul plasma iperimmune, e finora i risultati sono stati gli stessi: nessuna evidenza significativa. L’Istituto Cochrane ha pubblicato una metanalisi degli studi sul plasma iperimmune. Analizzando i 130 studi pubblicati o in corso di pubblicazione a maggio 2021, senza trovare nessuna evidenza di “buoni frutti”. Io onestamente fatico a comprendere da dove venga l’opinione del direttore dell’ASST di Mantova. Lui può pensarla come vuole, è un suo diritto avere delle opinioni, ma riportarle al grande pubblico senza averle prima verificate è grave, visto che i buoni frutti scarseggiano nelle analisi sul plasma iperimmune.
I giornalisti nel riportare le sue parole, visto il tragico caso, potevano provare a fare qual minimo sindacale di fact-checking.
So già che qualcuno arriverà nei commenti a spiegare che se non hanno ricevuto ordini dalla redazione in quel senso non era cosa di loro competenza. Avete sicuramente ragione voi. Io sono solo uno a cui piacerebbe una totale riforma del mestiere di giornalista.
Altrimenti da questa infodemia non ne usciremo mai.
Per completezza aggiungo anche le due schede di Dottore ma è vero che? dove viene spiegato tutto il necessario sul plasma iperimmune.
- L’uso del plasma di convalescenza nella Covid-19 è ostacolato da “Big Pharma”?
- Il plasma iperimmune può curare Covid-19?
Non credo di dover aggiungere altro.
maicolengel at butac punto it
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