Polemiche sciocche sul bocca a bocca
Su tante testate (e anche su moltissimi siti) nella giornata del 14 maggio è scattato il momento della polemica sterile.
Titola TPI:
L’assurdo divieto di respirazione bocca a bocca nella città dell’utopia virologica
Titola Il Messaggero:
Inail ai bagnini: no alla respirazione bocca a bocca. Il virologo Silvestri: «Assurdo»
Titola ADNKRONOS:
Fase 2, per i bagnini ‘divieto’ di respirazione bocca a bocca
GreenMe:
Vietato annegare. Le linee guida per i bagnini proibiscono la respirazione bocca a bocca
Ma nessuno che abbia fatto il benché minimo sforzo: qualcuno ha lanciato la notizia e tutti dietro a polemizzare. Ci mettiamo davvero un minuto oggi a trattare questa storia. Sono anni che nei kit per chi opera il salvataggio in mare e in piscina trova spazio il pallone ambu. Che, come riporta la stessa Wikipedia:
…è lo strumento utilizzato dai soccorritori per il supporto dell’attività respiratoria e come manovra nella rianimazione.
Creato e commercializzato fin dal 1956 dell’azienda danese Testa Laboratory, che nel 1986 cambia nome in Ambu International.[1]
È composto da un pallone di materiale plastico auto-espandibile che è collegato a una valvola unidirezionale. Questa a sua volta alimenta una mascherina che deve essere appoggiata alla bocca della persona. Premendo sul pallone, l’aria al suo interno viene spinta attraverso la valvola e quindi nei polmoni. Durante l’espirazione invece, la valvola blocca il ritorno dell’aria ricca di anidride carbonica.
È molto scenografico vedere immagini come queste:
Ma la realtà dei fatti per un bagnino professionista è questa:
Che evita al massimo il contatto tra salvatore e salvato, rispettando alla virgola le linee guida dell’INAIL: nessun avvicinamento tra bocche.
Il pallone ambu è obbligatorio nei kit di primo soccorso di chi effettua operazioni di salvataggio. Insieme a tutto quanto segue:
13.1 Tre bombolette individuali di ossigeno, da un litro, senza riduttore di pressione;
13.2 Due cannule di respirazione bocca a bocca di cui una pediatrica;
13.3 Vent-mask per adulti e pediatrica per la somministrazione di ossigeno;
13.4 Pocket-mask per respirazione bocca – naso – bocca;
13.5 Un pallone “ambu” o altra apparecchiatura riconosciuta equipollente dalle competenti Autorità Sanitarie;
13.6 Una cassetta di pronto soccorso, anche di tipo portatile, contenente le dotazioni
prescritte dalla’ All. I Decreto 15 luglio 2003, n. 388:
guanti sterili monouso (5 paia);
visiera paraschizzi;
flacone di soluzione cutanea di iodopovidone al 10% di iodio da 1 litro (1);
flaconi di soluzione fisiologica ( sodio cloruro – 0, 9%) da 500 ml (3);
compresse di garza sterile 10 x 10 in buste singole (10);
compresse di garza sterile 18 x 40 in buste singole (2);
teli sterili monouso (2);
pinzette da medicazione sterili monouso (2);
confezione di rete elastica di misura media (1);
confezione di cotone idrofilo (1);
confezioni di cerotti di varie misure pronti all’uso (2);
rotoli di cerotto alto cm. 2,5 (2);
un paio di forbici;
lacci emostatici (3);
ghiaccio pronto uso (due confezioni);
sacchetti monouso per la raccolta di rifiuti sanitari (2);
termometro;
apparecchio per la misurazione della pressione arteriosa
Come è possibile che di tanti che ieri ne hanno parlato nessuno (tra quelli riportati qui sopra) ne abbia fatto menzione? Davvero questo è lo stato dell’informazione italiana? Tutti a rincorrere la facile polemica perché vende? Sempre più convinto che serva davvero un mea culpa da parte di tanti.
BUTAC non serve a far cambiare idea alla gente, ma solo a sensibilizzare su un problema, un problema grosso che si chiama information disorder. Articoli come quelli qui sopra a mio avviso sono esempi perfetti di misinformation causata da troppa fretta e poco interesse ad approfondire. Se leggete testate che fanno spesso di questi passi falsi abbandonatele. Non meritano il vostro tempo.
maicolengel at butac punto it
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